(Sesto Potere) – San Mauro Pascoli – 26 luglio 2025 – Lo cantiamo ogni qualvolta si richiamano i colori patrii. È l’Inno di Mameli, scritto nel lontano 1847 da un giovanissimo patriota, Goffredo Mameli, canto passato indenne al trascorrere dei decenni e dai vari tentativi di appropriazione indebita.
Lo analizza il filologo e critico letterario, Massimo Castaldi, martedì 29 luglio nel Giardino di Casa Pascoli (ore 21.15 – ingresso libero), raccontando “Poesia e storie dell’Inno di Mameli”, in dialogo con Miro Gori. La serata è il sesto appuntamento del Giardino della Poesia, festival di parole, musiche e immagini nei luoghi pascoliani, rassegna giunta alla sua 29esima edizione.
Fin dal suo primo apparire l’inno di Mameli ha conquistato gli italiani, che subito lo hanno riconosciuto e sentito come espressione autentica del loro desiderio di unità e libertà. Vicende storiche e un linguaggio di non immediata comprensione hanno poi contribuito a oscurarne il messaggio di pace e di fratellanza, che lo distingue da altri inni più celebrati, a cominciare dalla Marsigliese.
In questa serata, Massimo Castoldi ci accompagna alla scoperta del significato autentico del testo, liberandolo dalle incrostazioni del tempo. Ci restituisce le prime redazioni autografe e a stampa e porta alla luce il ricchissimo patrimonio di fonti che lo hanno nutrito, svelando l’intreccio di ispirazioni e suggestioni, colte e popolari, celate nei suoi versi.
Scritto a Genova nel 1847 sotto l’influsso di ideali mazziniani e repubblicani – e presto musicato da Michele Novaro –, seguì il suo giovane autore sulle barricate delle Cinque giornate di Milano, fino alla morte nella difesa della Repubblica romana del 1849. Cantato dai Mille di Garibaldi, celebrato da Carducci e Pascoli, fu ammirato da Verdi e da Toscanini. La monarchia gli preferì la Marcia reale e il primo fascismo lo mise al bando, salvo poi strumentalizzarne alcuni versi in direzione violenta e xenofoba. Parte della Resistenza lo fece proprio. Nel ’43 fu cantato dai confinati a Ventotene, mentre andavano verso la nave che ridava loro la libertà, e in questo spirito fu proposto come inno nazionale all’indomani del referendum da cui nacque la Repubblica. Era però una disposizione provvisoria. E nel secondo dopoguerra, tra individualismo crescente e perdita di sentimenti collettivi, periodicamente l’inno fu al centro di critiche, dibattiti e appropriazioni maldestre. Parodiarlo era diventato un vezzo di una parte della cultura di sinistra, cantarlo sull’attenti una consuetudine diffusa dell’estrema destra. Non è un caso se si è dovuto aspettare il 2017 perché fosse ufficialmente riconosciuto come inno nazionale: la storia della ricezione dell’inno di Mameli è anche e soprattutto la storia della controversa relazione degli italiani con l’idea di patria.
Il Giardino della poesia è promosso dal Comune di San Mauro Pascoli e realizzato da Sammauroindustria, in collaborazione con Accademia Pascoliana e Romagna Banca. La direzione artistica è di Gianfranco Miro Gori.
Info. Tutti gli eventi sono a ingresso libero fino ad esaurimento posti. In caso di maltempo gli spettacoli di Casa Pascoli si terranno presso la Sala Gramsci (via Nenni, 2).
Nelle serate di spettacolo al Giardino di Casa Pascoli sarà possibile visitare la casa natale del Poeta.
Info 3761221531