lunedì, Luglio 7, 2025
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Longiano, in Fondazione Tito Balestra  la mostra evento dell’artista giapponese Mokichi Otsuka

(Sesto Potere) – Longiano  7 luglio 2025 – Fermento e soddisfazione alla Fondazione Tito Balestra di Longiano per la mostra evento dell’artista giapponese Mokichi Otsuka, amico della galleria d’arte longianese che non perde occasione per manifestare la propria stima verso il lavoro culturale che la Fondazione propone.

Una mostra di soli due giorni, un evento appunto.  Straordinario allestimento di “La forma AWAI – Mokichi Otsuka” inaugurato sabato 5 luglio alle ore 18.30 nella suggestiva ex chiesa Madonna di Loreto nel Castello Malatestiano di Longiano (FC) per proseguire il giorno successivo.

Un’anteprima, come nella migliore tradizione longianese, 15 dipinti e 10 sculture in terracotta della più recente produzione artistica di Mokichi Otsuka prima di partire per l’esposizione di Tokyo del 2027

La serata è stata un’occasione unica per incontrare l’artista e avvicinarsi alla sua opera anche attraverso le parole del poeta e critico d’arte Gian Ruggero Manzoni accompagnato dalle note del liuto di Ettore Marchi. 

Il lavoro di Mokichi Otsuka rappresenta un ponte tra due culture, legami dettati da passioni e volontà di conoscenza. L’arte scultorea di Mokichi parte dalla tradizione Giapponese per poi passare dagli studi dell’arte ceramica occidentale presso la scuola di Faenza e attraverso l’approfondimento della cultura classica mediterranea fino alla Grecia e all’Egitto.

La Forma Awai. Nel 2021, la poetessa Wakako Kaku fece conoscere la parola giapponese arcaica “awai” a Mokichi, portandogli la consapevolezza del legame tra la sua opera e la spiritualità. “Awai” in italiano può essere tradotta con “dolce”, “delicato”, “tenero” o “affascinante”, a seconda del contesto, oppure con “sottile emozione” o “fine bellezza”, e anche con “forma armonica” … oppure con “armonico passaggio di forma”.

Queste le parole del critico d’arte e co curatore della mostra, Gian Ruggero Manzoni “Per Mokichi Otsuka l’artista (che sa) nel momento in cui “si sente ispirato” mette in moto tutto sé stesso, la mente coordina le azioni, il corpo agisce secondo le informazioni che riceve, e infine si ottiene il risultato. Il quadro, la musica, la scultura, l’edificio al quale si lavora giunge alla materializzazione. La semplice ispirazione ha viaggiato (quale progetto poi quale messa in opera) nello spazio-tempo per infine manifestarsi. Che quindi “il creare” possa risultare “il veicolo” sul quale ricoprire le distanze enormi che ci separano da galassie e stelle? Anche il Buddha affermava che “quello che vediamo nel mondo intorno a noi è un riflesso di ciò che siamo. Tutto ciò che siamo è un riflesso di quello che abbiamo pensato. La mente è tutto. Quello che pensiamo diventiamo. In primo luogo dovete essere voi il cambiamento che volete vedere nel mondo”.

Mokichi Otsuka Mokichi Otsuka (Tokyo, 1956), dopo aver completato i suoi studi (laurea e specializzazione in Pittura), si trasferisce, dal 1994 al 1999, in Italia e approfondisce il suo percorso laureandosi in Arte Ceramica presso l’Istituto Nazionale di Arte e Ceramica, G. Ballardini di Faenza. Poi torna in Giappone, dove attualmente vive e lavora, anche se, da allora, trova modo di tornare ogni anno a Faenza per qualche mese. Con assiduo e appassionato lavoro diventa uno dei più apprezzati ceramisti a livello mondiale. 

Sue opere sono conservate in molteplici collezioni pubbliche: dal Victoria and Albert Museum (U.K.) al MIC, Museo Internazionale delle Ceramiche di Faenza, dalla Fondazione Tito Balestra Museo al The National Museum of Modern Art di Tokyo. E poi ancora al The Museum of Ceramic Art (Hyogo), al Takasaki Art Center College, al Takamatsu City Museum of Art e molti altri.