(Sesto Potere) – Bologna – 13 giugno 205 – Nella tre giorni di Ambiente Lavoro, 35° Salone della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, che s’è chiuso ieri in Fiera a Bologna, evento dedicato alla cultura della sicurezza e salute sul lavoro, non poteva certo mancare il tema della parità di genere.
Un obiettivo ancora da raggiungere, nonostante i passi avanti compiuti nel quadro normativo e culturale, ma tuttavia non ancora sufficientemente indagato nella sua correlazione con la disciplina prevenzionistica. Un lungo filone di convegni, che ha trovato il suo centro nevralgico nell’incontro Parità di genere e sicurezza sul lavoro: nuovi rischi e strumenti di tutela integrati, organizzato da DEAL srl.
Marilena Pavarelli, project manager di Ambiente Lavoro, ha dichiarato: “Quest’anno la manifestazione ha compiuto il suo 35esimo giro di boa: non è una banalità nel mondo fieristico e che ci dà modo di misurare la distanza che abbiamo percorso dal lontano 1990, quando il tema della sicurezza sul lavoro è entrato ufficialmente a far parte del dibattito pubblico. Oggi, grazie anche all’Osservatorio permanente che abbiamo costituito insieme a DEAL e all’Associazione Lavoro&Welfare, parleremo di come lavoro e sicurezza vanno a intersecarsi con la parità di genere. Un convegno che di sicuro non avremmo mai potuto realizzare nel 1990, quando la sensibilità era molto diversa”, ha osservato. “Rilevo però che sul fronte delle donne, della loro occupazione e della loro tutela mancano ancora tanti passaggi fondamentali. Lo dico da donna, da lavoratrice e da persona che è cresciuta in una Regione che ha fatto del lavoro la propria religione civile, ma che nonostante questo registra tassi di occupazione ancora migliorabili. Se riusciremo a fare in modo che, per esempio, quando si progettano servizi e prodotti per la sicurezza non lo si faccia solo partendo dai bisogni degli uomini, avremo fatto un passo avanti perché tutte noi si possa partecipare di più e meglio alla gestione lavorativa del nostro Paese e contemporaneamente a quella familiare e sociale”: ha concluso Pavarelli.
Diversi gli interventi, moderati dall’onorevole Cesare Damiano, già ministro del Lavoro e ora presidente dell’Associazione Lavoro&Welfare, che ha osservato: “Ringrazio Ambiente Lavoro per aver riportato l’attenzione su questo tema, troppo trascurato. È evidente che le differenze di genere possono avere delle ripercussioni anche per quanto riguarda la tutela e la sicurezza nei luoghi di lavoro. Ad esempio, non solo per ciò che attiene ai diritti di maternità, ma anche per quanto riguarda le diverse condizioni nei luoghi di lavoro, l’intensità del lavoro e così via”, dice Damiano e rilancia: “il documento di valutazione del rischio deve contenere anche una valutazione di queste differenze”.
Dopo la ricostruzione storico-giuridica della legislazione a cura di Maria Giovannone, docente di Diritto del Lavoro all’Università degli Studi Roma Tre, che ha ribadito la necessità di “un intreccio forte, formale e formativo tra le tematiche di parità di genere e quelle di sicurezza sul lavoro”.
Poi, è stato il turno della politica con l’On. Walter Rizzetto, presidente della commissione Lavoro alla Camera dei Deputati, che ha ammesso: “Siamo ancora di fronte a un clamoroso traguardo incompiuto. E questo significa che la politica, tutta, ha offerto meno rispetto a quanto necessario, nonostante gli innegabili sviluppi sul piano normativo. Ancora oggi, lo leggiamo quotidianamente, esistono profonde criticità nella piena attuazione di sicurezza e parità di genere del mondo del lavoro. Principi che dovrebbero essere ovvi. Eppure, ha influito, anche politicamente, una tradizionale separazione con cui i temi sono stati trattati. Ben pochi hanno immaginato che in seno al substrato della sicurezza, sui luoghi di lavoro esistesse il tema parallelo, ma raramente integrato, della parità di genere. E’ questo il focus della giornata di oggi”. Fondamentale, per Rizzetto, in questo senso, la cultura di un Paese, e in particolare la sua educazione: “Le norme ci sono e allora perché non vengono applicate? Dobbiamo concentrarci sull’aspetto culturale. Per questo ho spinto per l’approvazione della legge che inserisce l’insegnamento della cultura della sicurezza in tutte le scuole di ogni ordine e grado, incluso quello della parità di genere. Perché dobbiamo insegnare, prima o poi, ai nostri giovani a dire dei no. Sotto molti punti di vista. Oggi il no è poco accettato: se si dicono dei no, succedono delle tragedie nel nostro Paese”.
Sempre sulla scorta dell’individuazione di soluzioni, la contrattazione collettiva può essere, per il presidente Rizzetto, lo strumento con cui portare avanti a livello pratico, la progressiva abolizione della differenza di genere, attraverso strumenti di sostegno alla donna.
Una disparità confermata dai dati, come ha spiegato Ester Rotoli, Direttore centrale prevenzione INAIL: “il tema dell’inclusione e delle pari opportunità è naturalmente più ampio della sola questione femminile. Va affrontato in un’ottica integrata. Per restituire la fattualità, bastano alcuni estratti dal rapporto della nostra consulenza statistica riferiti al periodo 2019-2024: calo degli infortuni generale, ma il calo degli infortuni delle donne è minore; in aumento gli infortuni in itinere e, ancora lo share vede che la componente femminile si infortuna di più rispetto a quella maschile. Incidenza degli infortuni mortali nel rapporto fra lavoratrici e lavoratori è di 1 a 3 per le donne, di 1 a 5 per gli uomini. I numeri mostrano l’evidente disparità”. Rotoli ha aggiunto: “A questi dati, ne vanno aggiunti altri: l’inattività femminile in Italia vale complessivamente il 64% dell’inattività totale. Aumenta l’occupazione, ma lo share fra uomo e donna è di 18 punti, ovvero: l’occupazione maschile aumenta del 52%, quella femminile del 36%. Sul tema della qualità del lavoro femminile si registrano più contratti a tempo determinato e lavori di più basso profilo a cui si aggiunge il tema della maternità: il 16% delle donne abbandona il lavoro dopo il primo figlio”.
Presente anche il presidente del Consiglio di indirizzo e di vigilanza INAIL, Guglielmo Loy.
Un quadro impietoso, che riguarda tutto il territorio italiano e qualsiasi tipo di professione: in collegamento telefonico, la deputata Chiara Gribaudo, presidente della Commissione Parlamentare di inchiesta sulle condizioni di lavoro in Italia, divisa fra la seduta in Parlamento e la prima vaccinazione di sua figlia, che ha rilanciato: “E’ un tema che ci riguarda tutte, quindi ringrazio per questo convegno. Intanto penso che sarebbe opportuno – e ci sono leggi depositate in parlamento con questo fine – provare a passare dalla conciliazione, che è un tema tutto sulle spalle femminili, alla condivisione genitoriale e credo che serva un grande cambiamento culturale che va incentivato anche economicamente”.
Non meno importanti, per Gribaudo, il gender pay gap: “nonostante la legge a mia prima firma, che mette in campo strumenti per ridurre le discriminazioni sul luogo di lavoro, il divario salariale è una piaga pesante, che permane”. Così come è necessaria la riprogettazione di DPI, attualmente pensata fin dalla sua ideazione, su modelli e corpi maschili.
Molti spunti con i quali ci si dà appuntamento all’anno prossimo, con l’edizione di Ambiente Lavoro 2026, dal 26 al 28 maggio, a BolognaFiere.
Tutte le informazioni su Ambiente Lavoro 2025 sono reperibili sul sito della manifestazione www.ambientelavoro.it e sui canali Linkedin, Instagram e Facebook.