(Sesto Potere) – Bologna – 16 maggio 2025 – Oggi pomeriggio presso la sede della Regione Emilia Romagna il Comitato Borgo Alluvionato di Faenza, con l’adesione di altri Comitati Alluvionati faentini e romagnoli, (riuniti nella sigla: Alluvionati Arrabbiati) ha consegnato al governatore Michele de Pascale un documento sottoscritto da 20.000 persone che richiede la sicurezza fluviale del territorio colpito dalle ultime alluvioni.
Si sono mobilitati, in particolare, gli abitanti di alcuni Quartieri faentini e di altre località poste nelle vicinanze dei fiumi Marzeno e Lamone.
“Per loro – hanno ricordato i promotori del Comitato Borgo Alluvionato di Faenza e gli altri Comitati aderenti– la situazione è stata ed è più drammatica: alluvionati il 2-3 maggio 2023, ri-alluvionati il 16-17 e ulteriormente alluvionati il 17-19 settembre 2024. E il 14 marzo 2025 evacuati per l’imminente possibile alluvione. Ed oggi ad ogni allerta meteo arancione e rossa le persone si preoccupano e mettono in pratica comportamenti atti a mettere in sicurezza le persone più fragili, i propri animali, gli oggetti, le cose care, le auto, se stessi. Dopo oltre 2 anni, questa situazione non è accettabile. Non è la vita che meritano le persone che hanno la sola colpa di abitare a ridosso dei fiumi. Anche il presidente De Pascale aveva ribadito questo concetto nel suo programma elettorale, così come il Sindaco di Faenza che ha aderito alla raccolta firme, cosi come tanti esponenti del mondo economico ed imprenditoriale, artigianale, agricolo e cooperativo”.

“I 20.000 cittadini, che si sono avvicinati a nostri tavoli consapevoli di un profondo stato di insicurezza, chiedono soluzioni rapide e di
smetterla con le chiacchere ed i proclami. Vogliono solo che si inizi davvero a mettere in sicurezza Faenza e tutta la valle del Lamone fino a Ravenna. Da oltre 1 anno e mezzo stiamo aspettando il cosiddetto Piano Speciale, proclamato ai sette venti dall’assessore Priolo e dal generale Figliuolo per la cui redazione erano state scomodate ben tre Università, l’Agenzia di Protezione Civile, il Servizio Difesa del Suolo della Regione, i Consorzi di Bonifica, etc… Insomma il meglio delle competenze che si potevano mettere in campo. Ma la presentazione di questo Piano è stata posticipata più volte, poi trasformato in un Piano Stralcio Preliminare provvisorio, poi in un Preliminare definitivo e poi è stato annunciato che il nuovo Commissario Straordinario non aveva i poteri per approvarlo… Insomma: una beffa per tutti: irriguardosa, crudele, scellerata!”: hanno osservato i promotori del Comitato Borgo Alluvionato di Faenza e gli altri Comitati aderenti.
“Qualche giorno fa è stato annunciato che ci sono stati malintesi, che il piano verrà tramutato nel Piano di Bacino (PAI per l’esattezza) che forse vedrà la luce, o meglio verrà adottato, a fine 2025. Le giustificazioni che sono state raccontate in questi mesi non ci soddisfano: prima la mancanza di fondi, poi la mancanza di supporto legittimo, poi la necessità di rivedere le modellazioni idrauliche, poi ricalcolare le nuove portate di progetto. Chi si occupa di pianificazione sa bene che un piano non ha bisogno di finanziamenti: nessun Piano di Bacino, Piano Regolatore, Piano del Commercio, Piano di Tutela delle Acque, Piano Paesistico, Piano Attività Estrattive, Piano di Protezione Civile, etc… è collegato ad un bilancio. E’ il programma che stabilisce il finanziamento, non il Piano. Per il bacino del Lamone e del Marzeno un progetto, di massima, esiste già: redatto nel 2010 dalla Regione stessa con la consulenza dell’autorevole esperto prof. Armando Brath. E se ad oggi non si interviene interi quartieri sono a rischio”: avvisano ancora il Comitato Borgo Alluvionato di Faenza e gli altri Comitati aderenti.

“Non è giusto che i cittadini residenti paghino per colpe non proprie in tutti i modi possibili. Paghino in salute, perché alluvioni multiple mettono in crisi la tenuta nervosa di chiunque. Paghino economicamente con mancati risarcimenti promessi al 100% che si sono rivelati complicati e poco accessibili. E continuino a pagare anche domani con svalutazioni pesanti dei propri immobili. Inoltre il bacino del Lamone comprende un importante comprensorio artigianale, industriale, agricolo e cooperativo, evitiamo per favore che si paghi anche a livello
sociale con un aumento di disoccupazione, causata del fatto che le imprese in caso di perdurante insicurezza potrebbero iniziare a delocalizzare”: aggiungono ancora il Comitato Borgo Alluvionato di Faenza e gli altri Comitati aderenti.
I sottoscrittori del documento – persone che si sono recate ai banchetti del Comitato e nei punti di raccolta firme organizzati da tutti i Comitati – chiedono alla Regione Emilia-Romagna di “tramutare subito queste esigenze in risposte e fatti concreti” realizzando “casse di espansione: per mitigare le piene che scendono a valle”, “aree allagabili: da attivare subito, in caso di necessità, per allagare aree agricole indennizzate, al posto, di quartieri e paesi densamente abitati, come già accaduto”, “il monitoraggio e la manutenzione ordinaria e straordinaria: ntervenendo tempestivamente laddove si ravvisano situazioni di potenziale pericolo come le erosioni spondali, le cavità fluviali, il legname accatastato, i dislivelli arginali (definiti anche “corde molli”) e quant’altro possa arrecare danno alle persone o alle cose”.
“Dopo 2 anni, è arrivato davvero il momento di “cambiare passo”, non solo di annunciarlo, prima che sia tardi”: è l’appello finale del Comitato Borgo Alluvionato di Faenza e degli altri Comitati aderenti lanciato congiuntamente alle autorità competenti: Regione Emilia Romagna, Autorità di Bacino del fiume Po, Commissario Straordinario alla Ricostruzione.
