(Sesto Potere) – Rimini – 13 maggio 2025 – Il Consorzio Dolce Passione guarda all’ambiente con un doppio progetto: un Protocollo tecnico con Gruppo Novamont,player internazionale del settore, per implementare fra i propri soci l’uso di bioplastiche biodegradabili in suolo; l’adozione di un Disciplinare agronomico per la riduzione dell’impatto ambientale, messo a punto dal pool di agronomi del Consorzio, per ridurre l’uso di pesticidi.
I due progetti riguardanti il cocomero Dolce Passione a buccia nera, l’unico esclusivamente made in Italy, sono stati illustrati nel corso della 42a edizione di Macfrut.
L’incontro con la stampa, moderato dalla giornalista Ada Parisi di Askanews, si è aperto con il saluto del Presidente del Consorzio Roberto Castello che parlato a nome dei soci che compongono il sodalizio: Ortofrutta Castello, Alma Seges, Gruppo Cico-Mazzoni e Lorenzini Naturamica.
A seguire l’intervento del Direttore del Consorzio Luciano Trentini, che ha tracciato lo stato dell’arte, indicando le linee di indirizzo del Consorzio.
“Qualitativamente – ha spiegato Luciano Trentini – il cocomero a buccia nera Dolce Passione si conferma come uno dei migliori sul mercato. Esportiamo il 40% dell’intera produzione all’estero, l’obiettivo che ci prefiggiamo nel 2025 è il raggiungimento del 50%. Per quanto riguarda l’area di coltivazione quest’anno siamo intorno ai 400 ettari (+10% rispetto alla campagna 2024). Il mercato e i consumatori richiedono con forza una riduzione dell’uso di pesticidi e un crescente cambio di passo favorendo l’impiego delle bioplastiche biodegradabili in suolo. Il nostro impegno va esattamente in questa direzione. Altra tendenza che abbiamo intercettato dalla Grande Distribuzione e dal mondo dei consumatori in generale è l’interesse crescente verso la monoporzione: ci attiveremo per proporre ai consumatori un cocomero da 1 kg giusto per una persona, sempre salvaguardando però come Consorzio i nostri produttori e la loro redditività”.
La previsione di produzione per il 2025 si attesta tra le 22 e 25mila tonnellate di anguria da commercializzare in Italia e all’estero. Per quanto riguarda la superficie che si prevede di coltivare, la forbice va dai 360-400 ettari, con un aumento programmato rispetto alla campagna 2024 dell’8-10%.
Le tecniche agronomiche utilizzate per le coltivazioni comprendono quelle in serra, semiforzate e in pieno campo. Grande attenzione sarà rivolta al mercato estero il cui obiettivo come ricordato è esportare circa il 50% della produzione.
Il Gruppo Novamont, rappresentato da Monica Suragni della divisione Marketing e Riccardo Vaccaro della divisione Agricoltura, ha illustrato nel dettaglio la collaborazione con il Consorzio “Dolce Passione”.
Il Protocollo tecnico per lo sviluppo di bioplastiche biodegradabili in suolo è incentrato sull’impiego del Mater-Bi – la famiglia di bioplastiche compostabili e biodegradabili, in tutto o in parte di origine vegetale nata dalla ricerca Novamont -, e nel caso specifico della coltivazione di angurie con l’uso del film nero o fumé (in via sperimentale) per pacciamatura.
Il materiale, certificato come biodegradabile da enti terzi, non necessità di essere rimosso, rappresentando anche un risparmio per l’azienda agricola produttrice. Il fatto di biodegradarsi inoltre fa in modo che possa essere equiparato a un fertilizzante, dando luogo a un risparmio fiscale.
Ferruccio Petrarchin, membro del pool tecnico del Consorzio, ha poi illustrato le linee guida del Disciplinare per favorire le tecniche a basso impatto ambientale. “Qualità, ecosostenibilità e salubrità del prodotto sono i nostri cardini. Ci stiamo muovendo in anticipo rispetto alla diminuzione dell’impiego di pesticidi e il relativo orientamento dell’UE. Per quel che ci riguarda curiamo più da vicino le nostre coltivazioni, utilizziamo in prevenzione poche molecole e sostanze di base che riducono al minimo o non lasciano residui”.
La chiusura della conferenza stampa è stata affidata a Sandro Colombi che ha presentato il progetto di miglioramento genetico del seme, sottolineando quanto “il Consorzio sia impegnato sulle direttrici sviluppo varietale: mantenimento delle linee (genoplasma); supporto tecnico al Consorzio e innovazione. Questa è la nostra modalità di lavoro, condividere le nostre ricerche e valutare ogni suggerimento creando così un approccio vincente”.
Nel corso della conferenza stampa Trentini ha anche illustrato la situazione di produzione e mercato del cocomero nel più generale quadro nazionale. Il frutto per eccellenza dell’estate, come è sempre stato definito il cocomero, registra un incremento della superficie a 13.200 ettari per una produzione pari a 6.215.683 quintali. Negli ultimi tre anni la superficie in pieno campo è aumentata del + 23.5%. Le Regioni italiane in cui si coltiva maggiormente la cucurbitacea sono la Puglia (2.923.800 q); il Lazio (1.120.000 q) e Lombardia (709.232 q) e Campania (642.000 q).
A chiusura della giornata lo chef Mauro Spadoni ha proposto una speciale degustazione, un risotto a base di anguria Dolce Passione, salsiccia e mela verde.