(Sesto Potere) – Modena – 8 maggio 2025 – Un primato che fa della sanità pubblica emiliano-romagnola un’eccellenza in tutto il mondo. Un primato che porta la firma dei professionisti del Policlinico di Modena. Dove, lo scorso 15 febbraio, è stato eseguito un trapianto di emifegato con approccio totalmente robotico: il primo caso descritto al mondo, che conferma la crescente importanza della chirurgia robotica nell’ambito dei trapianti d’organo, di cui il Centro Trapianti di Modena, con il sostegno della Regione Emilia-Romagna, è antesignano.
A ricevere l’emifegato un uomo di 62 anni affetto da un grave tumore del fegato, che sta bene ed è stato dimesso dall’Ospedale dopo solo cinque giorni dall’intervento.
Questa mattina, al Centro servizi del Policlinico di Modena, sono stati illustrati in conferenza stampa i dettagli dell’intervento, eseguito al Blocco Tecnologico dall’equipe guidata da Fabrizio Di Benedetto, professore ordinario di Unimore e direttore della Chirurgia Oncologica, Epatobiliopancreatica e Trapianti di Fegato dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena, con il supporto dell’Anestesia e Rianimazione 1, guidata dal professor Massimo Girardis, e del personale infermieristico del Blocco.
Presenti all’incontro, oltre allo stesso Di Benedetto, il presidente della Regione, Michele de Pascale, l’assessore regionale alle Politiche per la salute, Massimo Fabi, il direttore generale dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena, Luca Baldino, il rettore dell’Università di Modena e Reggio Emilia, Carlo Adolfo Porro, la vicesindaca e assessora alla Salute del Comune di Modena, Francesca Maletti, il direttore sanitario dell’AOU di Modena, Andrea Ziglio.

Il trapianto di fegato con tecnica split permette di ottenere da un fegato intero un segmento laterale sinistro per un ricevente pediatrico ed un lobo destro allargato per un ricevente adulto. Lo sviluppo di questa tecnica è stato reso possibile dall’esperienza con la chirurgia robotica del gruppo diretto dal prof. Di Benedetto, che ha implementato l’uso di questa tecnologia sia nel campo della chirurgia oncologica del fegato, del pancreas e delle vie biliari, sia nel trapianto di fegato da donatore vivente.
Nel 2024, infatti, per la prima volta in Italia e tra i primi tre casi al mondo a Modena era stato eseguito un trapianto di fegato con tecnica robotica mini-invasiva.
La chirurgia robotica permette di ridurre le dimensioni dell’incisione chirurgica, ingrandire la visuale operatoria simile a quella di un microscopio, e annullare il tremore fisiologico della mano grazie al braccio robotico che sostiene gli strumenti.
La Regione Emilia-Romagna ha sostenuto il sodalizio tra chirurgia dei trapianti e tecnologia robotica, finanziando i programmi dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena come il prelievo di fegato e rene da donatore vivente con tecnologia robotica e il trapianto di rene robotico.
I commenti
“Quello che raccontiamo oggi è un ulteriore, straordinario esempio della sanità pubblica e universalistica che vogliamo tutelare e difendere- affermano il presidente della Regione, Michele de Pascale, e l’assessore regionale alle Politiche per la Salute, Massimo Fabi-. Un bene comune, a disposizione di tutte le cittadine e i cittadini dell’Emilia-Romagna, capace di curare in modo eccellente e di rispondere ai bisogni di salute di ciascuno, in ogni fase della vita e in ogni circostanza, dalla più semplice alla più complessa. Esempi come questo dimostrano l’importanza di un intero sistema fatto di professionisti di straordinarie competenze, di strutture e tecnologie all’avanguardia e di una ricerca che non si ferma mai. Un risultato, quello ottenuto dal Policlinico, reso possibile solo nella sanità pubblica, il bene più prezioso che abbiamo come cittadini e cittadine. Un ringraziamento speciale va quindi al professor Di Benedetto e a tutta la sua equipe, al professor Girardis e al direttore generale, Baldino, ma anche all’intero sistema regionale dei trapianti, una struttura di rete di straordinaria complessità organizzativa, coordinata efficacemente dal Centro Riferimento Trapianti”.
“Abbiamo avviato il programma di approccio robotico per il trapianto di fegato da un anno eseguendo il terzo caso al mondo di trapianto di fegato intero, e ad oggi questa tecnica rappresenta già circa il 10% della nostra attività – spiega il professor Fabrizio Di Benedetto, professore ordinario di Unimore e direttore della Chirurgia Oncologica, Epatobiliopancreatica e Trapianti di Fegato dell’Azienda Ospedaliero Universitaria di Modena-. Ci aspettiamo di confermare i benefici ottenuti dalla chirurgia mini-invasiva anche nell’ambito dei trapianti, riducendo la degenza ospedaliera e migliorando la ripresa post-operatoria dei pazienti. Dai nostri colleghi in Oriente è stata maturata l’esperienza con l’utilizzo di una porzione del fegato donata da un donatore vivente, mentre nel caso recentemente eseguito ci troviamo di fronte ad una condizione ancor più particolare. Il fegato donato è stato infatti diviso in due parti indipendenti, una destinata ad un ricevente pediatrico e l’altra assegnata al paziente in lista d’attesa presso il Centro Trapianti di Modena”.
“Desidero ringraziare – conclude Di Benedetto – l’Azienda e l’Università che hanno da sempre sostenuto i progetti di innovazione tecnologica, e la Regione che dedicando dei finanziamenti specifici a questi programmi ha permesso ai pazienti del territorio di beneficiare dei trattamenti più avanzati per la cura delle malattie del fegato. Inoltre, desidero ringraziare i miei collaboratori perché questo tipo di intervento tecnologicamente molto avanzato rispecchia l’evoluzione del centro trapianti di Modena, ed in particolare il prof. Stefano Di Sandro, il prof. Gian Piero Guerrini, il prof. Paolo Magistri, e la dott.ssa Barbara Catellani, nonché il gruppo anestesiologico del prof. Massimo Girardis e tutto il team infermieristico”.
