(Sesto Potere) – Milano – 19 aprile 2025 – Dopo il caso delle forti piogge che nelle ultime 48 ore hanno provocato diversi problemi in molte regioni del Nord Italia, a partire da Lombardia, Piemonte, Veneto, con vittime a Valdagno, decine di evacuazioni e migliaia di persone senza elettricità in Valle d’Aosta, ed esondazioni in Emilia-Romagna … si registra l’intervento del geologo Giuseppe Doronzo, vicepresidente nazionale dell’AIPIN-Associazione Italiana per l’Ingegneria Naturalistica (*), che in una nota dichiara: “Ancora esondazioni. Come noto il 94% del territorio italiano è a rischio dissesto idrogeologico (fonte Ispra 2021) ed il consumo di suolo è in continua crescita e nel 2021 ha sforato i 70 chilometri quadrati di nuove coperture artificiali in un solo anno. In tale contesto le precipitazioni , la cui violenza è accentuata dagli effetti del cambiamento climatico con piogge estremamente copiose in tempi concentrati che insistono in territori ove si evidenziano lunghi periodi siccitosi, evidenziano l’aumento della problematicità del dissesto idrogeologico, ovvero quell’insieme di processi che provocano la degradazione del territorio aumentando sensibilmente le probabilità di eventi catastrofici”.
“Gli eventi meteoclimatici, che causano frane, inondazioni e disagi vari ciclicamente si stanno ripetendo in Italia e volendo solo citare quanto accaduto negli ultimi tre anni: Province di Catania e Siracusa ottobre 2021, Province di Pesaro e Urbino, Ancona settembre 2022, Ischia novembre 2022, Emilia Romagna maggio 2023, Monza e Brianza luglio 2023, Toscana novembre 2023, Emilia Romagna giugno, settembre ed ottobre 2024,Toscana e Emilia-Romagna marzo 2025. In questi casi non solo si hanno conseguenze con perdite di vite umane (purtroppo oltre 56 nei casi ora citati) ma al contempo restano devastate intere porzioni di territorio con il coinvolgendo sia di infrastrutture e vi sono sempre più ampie aree del Paese che hanno bisogno di ripristino sia per gli ambiti relativi alla mitigazione del rischio idrogeomorfologico e altrettanto certamente hanno bisogno di ripristino dell’ecosistema terrestre a varia scala con le ovvie ricadute positive inerenti la riqualificazione paesaggistica”: aggiunge il vicepresidente Nazionale dell’Associazione Italiana per l’Ingegneria Naturalistica.
“Per gli ecosistemi urbani è sempre più necessario e urgente realizzare sistemi “spugna”che riducano gli effetti disastrosi di bombe d’acqua e alluvioni moltiplicando superfici permeabili e verdi tra parchi, foreste urbane, tetti e corridoi verdi…. così incrementando Capitale naturale e Biodiversità anche in città”: afferma ancora il geologo Giuseppe Doronzo.
Il vicepresidente Nazionale dell’Associazione Italiana per l’Ingegneria Naturalistica cita il convegno AIPIN che si terrà il 12 maggio 2025 a Milano, una conferenza nazionale dedicata alle strategie per l’adattamento al Climate Change tra Nature Based Solutions e Nature Restoration Law. Obiettivo? Fornire proposte concrete e sperimentate per il ripristino degli ecosistemi degradati urbani, agroforestali, fluviali e marini di cui la Nature Restoration Law prevede il ripristino del 30% entro il 2030 e della totalità entro il 2050.
Come fare? Quali le tecniche, i materiali, gli attori coinvolgibili? Risponderanno gli esperti, in un’importante occasione di confronto tra istituzioni, professionisti e mondo della ricerca, con l’intento di favorire lo scambio di conoscenze, esperienze e buone pratiche in un’ottica di transizione ecologica dei territori.
“In questa direzione bisognerà cogliere le opportunità messe in campo con le azioni previste dalla Nature Restoration Law uno dei pilastri portanti dell’ European Green Deal, strumento innovativo e fondamentale sia per tutela degli ambienti naturali sia per garantire una nuova funzionalità agli ecosistemi degradati. Tra le varie le finalità generali del regolamento, si sottolineano quelli che vanno nella direzione del recupero, a lungo termine e duraturo, della biodiversità e della resilienza degli ecosistemi anche in tutte le zone terrestri attraverso il ripristino degli ecosistemi degradati; al conseguimento degli obiettivi generali in materia di mitigazione dei cambiamenti climatici e adattamento ai medesimi e neutralità in termini di degrado del suolo. Tra gli Obiettivi di Ripristino, si esplicitano quelli inerenti, tra gli altri, agli ecosistemi terrestri, costieri e di acqua dolce, degli ecosistemi marini, degli ecosistemi urbani, della connettività naturale dei fiumi – ha concluso Doronzo – e delle funzioni naturali delle relative pianure alluvionali degli ecosistemi agricoli, degli ecosistemi”.
(*) AIPIN è socio fondatore e membro dell’European Federation of Soil Bioengineering (E.F.I.B.). L’AIPIN fa parte del Coordinamento Associazioni Tecnico – Scientifiche Ambiente e Paesaggio (CATAP)