lunedì, Aprile 14, 2025
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All’Archiginnasio di Bologna il 218° anno accademico dell’Accademia Nazionale di Agricoltura

(Sesto Potere) – Bologna -14 aprile 2025 – Serve “attenzione” nel mondo dell’agricoltura oggi, perché le nuove regole europee, “a partire dal cosiddetto Green Deal, fanno sì che si sposti la produzione in altri paesi. Analogamente al mercato dell’energia elettrica, dobbiamo cercare di essere autonomi e capire che con la nuova Pac in arrivo”, la Politica agricola comune europea, “dovranno essere considerati i maggiori costi, necessari ad avere appunto prodotti indubbiamente superiori”. Proprio perché “mettere in crisi il mondo agricolo vuol dire mettere in crisi un settore primario, appunto, e che ha sempre impegnato moltissimi giovani”.

Così Giorgio Cantelli Forti, presidente dell’Accademia Nazionale di Agricoltura (*), oggi inaugurando il 218esimo anno accademico Ana nella sala dello Stabat Mater del palazzo dell’Archiginnasio, a Bologna.

E continua il presidente Ana: “Oggi c’è un abbandono delle campagne e della montagna, che appunto in caso di eventi climatici eccezionali mette nei guai le valli alluvionali. I problemi arrivano, anche se in Ana mostriamo come ogni secolo abbia avuto le proprie siccità e piovosità, quando un bosco non viene tenuto in ordine, quando non si regimano i flussi delle acque oppure ancora non si puliscono i canali”. Se si trascura la montagna, va al dunque Cantelli Forti citando anche la produzione accademica storica dell’Accademia, “non possiamo a risolvere le criticità della pianura. Trascuriamo la montagna” ad esempio “se non incentiviamo i giovani, da un punto di vista socioeconomico e culturale-formativo, a crescere le loro famiglie in collina, a viverla e possibilmente a lavorarci, e non solo ad andarci durante i weekend. L’Accademia è impegnatissima su questo”.

Il presidente dell’Accademia nazionale di agricoltura, in questo quadro, cita anche nell’Appennino il caso del “centro di biodiversità” di Granaglione, nel Comune bolognese di Alto Reno Terme, che ha realizzato un castagneto didattico-sperimentale come “grande opportunità di rilancio della montagna e dei boschi. Per questo con noi oggi in sala a Bologna ci sono anche tanti Carabinieri forestali”. 

I dazi invece, in tutto questo, vengono definiti da Cantelli Forti “una delle calamità” del settore, a fianco delle “scorrettezze commerciali” sul costo del lavoro a livello internazionale, e non solo, così come sui prodotti usati sulle singole colture, in determinate aree anche in Europa.

Intanto, allarga il raggio il presidente Ana, “dagli anni ’50 ad oggi la vita media è raddoppiata e abbiamo maggiore salute, grazie a quantità ma anche qualità degli alimenti. Questo dimostra che le scienze agrarie hanno sicuramente prodotto macchine e attrezzature per produrre di più, ma anche portato ad un miglioramento qualitativo delle derrate alimentari”.

“È un privilegio che non dobbiamo perdere, anche se questi prodotti di qualità- insiste Cantelli Forti sul quadro europeo- costano di più. Non è giusto, infatti, che arrivino poi nel mercato prodotti che sembrano uguali, ma che invece non hanno le stesse caratteristiche qualitative. In questo caso, dovremmo pagarne comunque un prezzo in futuro”.

(*) L’Accademia Nazionale di Agricoltura è una fondazione che promuove la conoscenza scientifica e culturale intorno all’Agricoltura e agli ambiti ad essa connessi, ne divulga i contenuti per contribuire al miglioramento della qualità della vita della collettività e alla sostenibilità dell’ambiente attraverso la tutela del territorio naturale ed artificiale. L’Accademia Nazionale di Agricoltura costituisce la prosecuzione storica della Società Agraria del Dipartimento del Reno nata a Bologna in forza della Legge sulla Istruzione Pubblica che il governo di Napoleone Bonaparte emana il 4 settembre 1802. Sin dagli inizi l’Accademia ha operato al servizio dell’economia del territorio, promuovendo lo sviluppo dell’agricoltura e di conseguenza, lo sviluppo sociale e culturale dell’intera società, conformando la propria attività ai principi di autorganizzazione e di avanzamento delle conoscenze. Nel 1938 la Società sceglie il nome di Accademia di Agricoltura assumendo il nome odierno di Accademia Nazionale di Agricoltura a partire dal 1960.