(Sesto Potere) – Bologna – 9 aprile 2025 – Il sindaco di Bologna Matteo Lepore consegnerà tra aprile e maggio tre Turrite d’argento.
La prima sarà consegnata martedì 15 aprile in Sala Rossa a Fulvio De Nigris e Maria Vaccari, fondatori della Casa dei Risvegli Luca De Nigris, oggi una struttura dell’Azienda Usl di Bologna IRCCS Istituto di Scienze Neurologiche, centro di riabilitazione e ricerca di eccellenza, riconosciuto in Italia e in Europa.
Come si legge nelle motivazioni: “rappresentano un esempio concreto di impegno civile e solidarietà nel campo dell’assistenza e della riabilitazione rivolta a persone con esiti di coma e gravi cerebrolesioni”. Due genitori che dopo la scomparsa del loro figlio Luca a seguito di un periodo di coma e una gara di solidarietà che li aveva portati alle cure del figlio all’estero “non si sono abbandonati al dolore ma hanno messo al servizio della nostra città la loro esperienza”.
La Turrita d’Argento sarà conferita anche alla Polizia locale del Comune di Bologna e alla Polizia locale della Città metropolitana di Bologna, “per l’alto valore dell’istituzione che esse rappresentano e lo spirito di servizio che quotidianamente esprimono nell’esercizio del proprio dovere a favore della comunità, nonché per il prezioso lavoro svolto in occasione delle alluvioni che hanno colpito nel maggio 2023 e nell’ottobre 2024 Bologna e più in generale in Emilia-Romagna, prestando servizio anche presso altri comuni colpiti”. La cerimonia è in programma per mercoledì 7 maggio alle 12.
Lunedì 26 maggio alle 12, la terza Turrita d’Argento sarà consegnata ai volontari di Fare Impresa in Dozza (FID), un’azienda meccanica che opera all’interno della Casa Circondariale di Bologna Rocco D’Amato da oltre dodici anni ed è nata per iniziativa di IMA, G.D e Marchesini Group, ai quali si è aggiunta Faac e di recente anche Granarolo – ampliando l’attività anche al settore lattiero caseario – con lo scopo di agevolare il reinserimento nella società civile di persone in condizioni di svantaggio.
“Ad oggi FID conta una dozzina di volontari e ha già formato ed occupato oltre 70 persone, contribuendo a ridurre in modo significativo al rischio di recidiva” e, si legge nelle motivazioni: “La formula consiste nella creazione di una vera e propria impresa sociale all’interno della Casa Circondariale – a seguito di un percorso di formazione tecnica a cura della Fondazione Aldini Valeriani – e si propone di formare professionalità che potranno essere inserite sul mercato del lavoro – e più precisamente nelle aziende della filiera dei Soci – fornendo ai detenuti un’opportunità di occupazione stabile e duratura, recuperabile nella vita successiva al compimento del periodo detentivo”.