(Sesto Potere) – Forlì – 8 aprile 2025 – Dopo il grande successo di pubblico dell’edizione straordinaria di “Un’opera al mese” del febbraio scorso dedicata alla Madonna del Fuoco, venerdì 11 aprile alle ore 20.45 presso il Teatro Diego Fabbri di Forlì, con ingresso gratuito, ritorna il tradizionale appuntamento dedicato all’arte.
Protagoniste della serata saranno due opere del grande Maestro della scultura del Novecento Adolfo Wildt: “L’Albero della Vita” (“Fontanella santa”) e il busto “Fulcieri Paulucci de’ Calboli”, entrambe provenienti dalle collezioni dei Musei Civici di Forlì.
I due capolavori saranno esposti sul palco del Teatro Diego Fabbri di Forlì per permettere al pubblico di poterli ammirare.
“Le pregevoli sculture – affermano il Sindaco Gian Luca Zattini e il Vicesindaco con delega alla cultura, Vincenzo Bongiorno – sono da poco rientrate dalla grande mostra di Milano “Il genio di Milano. Crocevia delle arti dalla Fabbrica del Duomo al Novecento”, tenutasi presso le Gallerie d’Italia di Piazza della Scala. Un’imponente esposizione organizzata per raccontare la storia artistica di Milano. Un’ulteriore testimonianza, questa, della ricchezza del nostro patrimonio artistico, e del suo riconoscimento a livello nazionale e non solo. Un patrimonio che stiamo valorizzando con nuovi modi di comunicazione, all’insegna di una cultura per tutti”.
Promosso dall’Assessorato alla Cultura, il ciclo di appuntamenti pensato per far conoscere in modi nuovi il patrimonio storico-artistico forlivese è curato dal Dirigente alla Cultura Stefano Benetti e realizzato dal Servizio Cultura in collaborazione con l’Associazione Amici dei Musei di Forlì presieduta da Raffaella Alessandrini.
A raccontare le due opere di venerdì sarà Omar Cucciniello, Conservatore della prestigiosa Galleria d’Arte Moderna di Milano (GAM), profondo conoscitore della produzione artistica di Wildt.
“Adolfo Wildt (1868-1931) – spiega lo stesso Cucciniello – è stato accolto in vita da acerbe critiche e da grande entusiasmo, vivendo nei primi decenni del secolo passato momenti di ostinato disprezzo e anni di accoglienza ufficiale. Accademico d’Italia, docente di scultura all’Accademia di Brera per chiara fama, ammiratissimo da Margherita Sarfatti e dalla critica più accorta negli ultimi anni di vita, è stato oggetto di un lungo oblio da parte della critica e del pubblico dopo la guerra, per i suoi rapporti con il regime, ma soprattutto per la complessità della sua scultura, riscoperta nella sua grandezza solo in anni recenti, che lo collocano tra i grandi artisti del Novecento. “Fontanella santa”, – continua Cucciniello – un’opera della maturità, realizzata nel 1921, esemplifica bene l’arte di questo scultore capace di riassumere secoli di storia in oggetti piccoli come in colossi. In questo caso le piccole dimensioni sono accompagnate dalla preziosità dei materiali (l’onice, l’oro, il mosaico) a cui corrispondono precisi significati simbolici e rimandi alla tradizione ma anche alle altre opere di Wildt: nata come acquasantiera, la scultura sintetizza infatti elementi ricorrenti, come l’albero, l’acqua purificatrice e la maschera. Non a caso l’opera fu vista e richiesta dal marchese Raniero Paulucci de’ Calboli di Forlì nel 1925, il quale già due anni prima aveva richiesto allo scultore il Ritratto di Fulcieri, il figlio morto nel 1919 in seguito a una ferita di guerra. Wildt ne realizza un ritratto totalmente simbolico, che rifiuta la precisione fotografica, per consegnare l’effigie del giovane a una dimensione ultraterrena, smaterializzata nella perfezione della levigatura del marmo, lucido come porcellana, e dell’oro, metallo incorruttibile e simbolo dell’eternità”.
Due capolavori dunque che grazie alla narrazione di un autorevole studioso quale il Conservatore della GAM di Milano Omar Cucciniello, animeranno il Teatro Fabbri di Forlì per il ventiduesimo appuntamento di Un’Opera al mese.