(Sesto Potere) – Ferrara – 8 aprile 2025 – Tra caro energia e rischio dazi rallenta l’economia ferrarese (+0,3% la stima di crescita per quest’anno); le aspettative delle imprese restano stabili ma aumentano le preoccupazioni per uno scenario internazionale di tensioni commerciali tra blocchi continentali. Bene i Servizi trainati dal Turismo, in difficoltà Industria e Costruzioni, export debole.
Questi i dati principali diffusi dall’Osservatorio dell’economia della Camera di commercio di Ferrara e Ravenna.
Fase di difficoltà della manifattura, che emerge anche dalle informazioni provenienti dall’indagine congiunturale della Camera di commercio tra le imprese fino a 500 dipendenti. Nel quarto trimestre del 2024, registrano la produzione industriale registra una diminuzione del -5,3% in confronto allo stesso periodo del 2023, con una variazione media annua negativa più accentuata rispetto all’anno precedente (-5,2% contro il -3,0% del 2023). Calano inoltre, sebbene ad un ritmo meno sostenuto, fatturato ed ordini.
Nel quarto trimestre 2024, il volume d’affari delle costruzioni, dopo l’evidente segnale di frenata dell’estate, rileva una piccola crescita, mantenendo il livello dello stesso trimestre 2023, con un +0,3%. In difficoltà l’artigianato edile, che segna un -0,4%. Se nel primo semestre 2024 il lento recupero delle vendite nel commercio al dettaglio sembrava essersi arrestato, nei mesi estivi si è registrato un lieve miglioramento che è proseguito negli ultimi tre mesi dell’anno (+1,0%). Tuttavia, la crescita media annua risulta essere inferiore a quella registrata nel 2023 (+0,5% contro il +2,6% dello scorso anno). Andamento positivo che non si estende al commercio al dettaglio non alimentare.
“Pesano in particolare – ha sottolineato Paolo Govoni, (nella foto), vice presidente della Camera di commercio di Ferrara Ravenna – la continua pressione sui costi di produzione causata dall’energia e le incertezze sui mercati dovute al delicato contesto internazionale. Non bastano l’ambizione e il coraggio degli imprenditori, serve un piano che sia di sostegno agli investimenti e in grado di mantenere le imprese competitive, al passo con le trasformazioni in atto, come quelle della digitalizzazione e della sostenibilità ambientale. Misure concrete che da necessarie sono ormai diventate urgenti, a partire da una vera semplificazione burocratica e dalla rivisitazione del Piano Transizione 5.0, così come serve un’azione coordinata e concreta a livello europeo nella rivisitazione del green deal e nel recupero di gap tecnologici, in primis digitali. Ne va – ha concluso Govoni – l’esistenza stessa di interi settori“.
Tornando all’indagine della Camera di commercio, la demografia delle imprese, nel 2024, segna un peggioramento del saldo negativo tra aperture e chiusure, quasi triplo rispetto all’anno precedente (-197 unità). L’aggravarsi della contrazione è avvenuto non per un arretramento delle nascite (aumentate del +2,4% rispetto al 2023), ma da una più rapida crescita delle cessazioni (+9,9%, ritmo accelerato rispetto ai due anni precedenti). A fine 2024, lo stock complessivo delle imprese ferraresi registrate ammontava quindi 32.005, a cui corrispondono 29.035 imprese attive (con una variazione del -0,9%). Allo stesso tempo prosegue il trend di crescita per le unità locali di imprese con sede fuori provincia.
Il valore delle vendite all’estero, dopo i risultati positivi del primo e del secondo trimestre, registra una contrazione del -1,2%. Complessivamente, le vendite all’estero di merci e servizi ferraresi risultano inferiori per circa 226 milioni, circa 31 milioni in meno rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, con le sole eccezioni per i prodotti agricoli, gli apparecchi elettronici e i computer ed elettronica.
2,5 miliardi di euro in esportazioni, destinati ancora per circa due terzi all’Europa, hanno visto ridursi il valore di prodotti diretti verso la Germania, che, nonostante la forte contrazione dell’automotive e della chimica, è da sempre il primo partner straniero per le imprese ferraresi, oltre 445 milioni di euro nel 2024 con un calo di 5,5 milioni (pari al -1,2%, contrazione ridimensionata rispetto ai primi nove mesi dell’anno).
Ad incidere di più sul risultato finale è stato il calo dell’export verso la Francia (diminuito di circa 42 milioni, -11,2%, calo concentrato soprattutto alla voce riferita ai macchinari), seguito da quello verso l’Austria (sempre causato dalla contrazione dei macchinari), per quanto riguarda l’Europa, e verso la Cina per il resto del mondo.
L’export verso il mercato cinese è calato di oltre 24 milioni (deficit più che raddoppiato rispetto ai primi nove mesi del 2024), che si traducono in un -16,9%. Dopo nove mesi positivi, al quarto trimestre 2024 calano anche le vendite negli Stati Uniti (-7,2%), dove le imprese ferraresi vendono soprattutto macchine per impieghi speciali (oltre la metà dell’export complessivo verso il paese è rappresentato da questa voce).