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Bologna, attivato sistema antiaggressione nei pronto soccorso, integrato con la Centrale Operativa della Questura

(Sesto Potere) – Bologna – 18 marzo 2025 – Un sistema di allerta direttamente collegato alla Sala Operativa della Questura di Bologna, facilmente accessibile e azionabile dal personale sanitario in pronto soccorso, che permetta una gestione centralizzata, coordinata e tempestiva delle emergenze e garantisca un intervento rapido, preciso e immediato delle forze dell’ordine in caso di aggressione.

È il sistema antiaggressione al centro del protocollo d’intesa firmato presso la Questura di Bologna.

A firmare l’accordo il Questore Antonio Sbordone, la Direttrice Generale dell’Azienda USL di Bologna Anna Maria Petrini, la Direttrice Generale del Policlinico di Sant’Orsola IRCCS Chiara Gibertoni e il Direttore Generale dell’Istituto Ortopedico Rizzoli IRCCS Andrea Rossi.

Il sistema prevede pulsanti di allarme posizionati nelle stanze dei pronto soccorso delle tre aziende sanitarie, segnali acustici e luminosi su monitor in zone strategiche, la geolocalizzazione dell’allerta in tempo reale della posizione del pulsante e apparecchiature interfono per comunicazioni dirette tra ospedali e Centrale Operativa della Questura.

In caso di aggressione o di elevato rischio di escalation, con un semplice gesto l’operatore sanitario potrà attivare il sistema schiacciando il pulsante rosso.

Da ciò il sistema attiverà degli alert sonori al telefono cellulare delle Guardie giurate e al Posto di Polizia ospedaliero, oltre ad alert luminosi e sonori alle stazioni di monitoraggio della Portineria dell’ospedale Maggiore, della Centrale Gestione Emergenze del Sant’Orsola, della Portineria del Rizzoli, dei Posti di Polizia ospedalieri e della Centrale operativa della Questura, con indicazione del punto preciso di attivazione del pulsante.

Una volta valutata la situazione sul posto, le Guardie giurate o gli Agenti di Polizia intervenuti potranno aggiornare la Sala Operativa della Questura che qualora necessario invierà un equipaggio.

Questo sistema, già implementato all’ospedale Maggiore con 18 pulsanti di allarme presenti nel pronto soccorso generale e in quello ortopedico, è in corso di implementazione al pronto soccorso generale del Sant’Orsola con 8 pulsanti e al pronto soccorso del Rizzoli con 4 pulsanti.

Per garantire la sicurezza del personale sanitario il sistema sarà esteso anche in altre aree del Policlinico e dell’ospedale Maggiore e, in seguito, nei pronto soccorso degli ospedali di Bazzano, Bentivoglio, Porretta Terme e San Giovanni in Persiceto.
Le aziende sanitarie continueranno a monitorare attentamente il tema e a studiare, in caso di esigenza, nuovi sistemi innovativi per garantire la sicurezza degli operatori sanitari.

I dati sulle aggressioni
Nel 2024 le segnalazioni di aggressioni al personale all’interno dei luoghi di cura in Emilia-Romagna sono aumentate dell’11,7% rispetto all’anno precedente, passando da 2.401 a 2.682 casi. Il trend trova conferma anche nei dati dell’Azienda USL di Bologna e del Policlinico di Sant’Orsola IRCCS.
Nel dettaglio, lo scorso anno gli operatori del Policlinico di Sant’Orsola IRCCS hanno segnalato in totale 104 aggressioni (rispetto alle 70 segnalate nel 2023).

Nella maggior parte dei casi (81) si è trattata di violenza verbale o contro la proprietà, mentre nei restanti 23 casi si è verificata anche una violenza fisica. Il 75% delle aggressioni segnalate ha coinvolto operatori di sesso femminile, mentre la fascia d’età più colpita è quella dai 30 ai 39 anni (38%).

Presso il pronto soccorso generale del Policlinico, dove verranno sistemati i nuovi pulsanti di allarme, sono state segnalate in particolare 34 aggressioni (24 verbali, 10 fisiche).

Delle 474 segnalazioni pervenute all’Azienda USL di Bologna nel 2024, 432 sono state di tipo verbale, 105 di tipo fisico e 55 contro la proprietà (danneggiamento di oggetti, arredi, attrezzature). Ogni segnalazione può comprendere più tipologie di aggressioni. Nel 2023 erano state registrate 351 segnalazioni, di cui 321 verbali, 75 fisiche e 29 contro la proprietà. Anche in questo caso, il 74% delle segnalazioni ha coinvolto operatori di genere femminile e il 23,5% di genere maschile: nel rimanente 2,6% non è possibile risalire al genere perché la segnalazione riguarda più operatori o perché non è nota l’identità del segnalante.