mercoledì, Marzo 12, 2025
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Sanità, Emilia-Romagna, Snami: Specializzandi costretti a cambiare ruolo

Bologna – 12 marzo 2025 – “Finito il corso di specializzazione tra pochi mesi, gli aspiranti medici di famiglia in Emilia-Romagna potrebbero trovarsi a fare un lavoro diverso da quello per il quale hanno firmato il contratto col servizio sanitario. E cioè essere schierati nei Cau oppure occuparsi della guardia medica. Queste sarebbero infatti le “conseguenze derivanti dall’applicazione del nuovo accordo collettivo nazionale sulla medicina generale”, spiega lo Snami (il principale Sindacato Nazionale Autonomo dei Medici Italiani) dell’Emilia-Romagna, che solleva il problema esprimendo “profonda preoccupazione e contrarietà”.

Il nuovo contratto, sottolinea il sindacato, “introduce il ruolo unico di assistenza primaria, costringendo i nuovi medici convenzionati a partire dal 2025 a svolgere contemporaneamente le funzioni di medico di famiglia e di medico di continuità assistenziale, con una gestione mista di ore e assistiti in carico”.

Questo genera “uno scenario preoccupante e incerto”, sostiene lo Snami, prima di tutto perché “potrebbe arrivare a costringere fino alla pensione i medici” già in servizio da anni e chiamati di nuovo “a lavorare anche di notte e nei festivi”, sottolinea il sindacato, come nei primi anni di “gavetta”.

C’è poi un secondo “grave problema” che riguarda i medici specializzandi, che già durante il corso di formazione hanno assunto incarichi di medico di base o guardia medica con contratti “temporanei”, ma di fatto a tempo indeterminato “in ragione della carenza di medici”. Tra pochi mesi, spiega lo Snami, “questi professionisti completeranno il loro percorso post-laurea e, secondo le disposizioni della Regione Emilia-Romagna, sarebbero obbligatoriamente trasferiti d’ufficio, all’atto della rimozione del vincolo temporaneo sul loro contratto, all’interno del ruolo unico di assistenza primaria”.

Questo, segnala il sindacato, “implicherebbe un cambio contrattuale forzato che li costringerà a svolgere sia le attività di medico di famiglia per chi avesse scelto un contratto di guardia medica o Cau, sia la guardia medica per chi fosse invece medico di famiglia”. Questi medici, però, “non hanno firmato a queste condizioni il loro impegno con il Servizio sanitario regionale- mette in chiaro lo Snami- questo cambio di carte in tavola è per loro giustamente inaccettabile”. I medici in questione, infatti, “si vedrebbero costretti a cambiare radicalmente le proprie prospettive lavorative, dovendo integrare turni di guardia medica con la gestione dei propri assistiti o viceversa. Sapendolo, avrebbero probabilmente fatto scelte differenti”: aggiunge ancora lo Snami Emilia-Romagna.

Per questo il sindacato chiede alla Regione “un immediato confronto per discutere soluzioni alternative che tutelino i diritti dei medici già operanti nel sistema sanitario con incarichi temporanei da vecchio accordo nazionale”. Lo Snami si attiverà inoltre “per fornire ai propri iscritti tutte le tutele e il supporto della rete legale del sindacato al fine di tutelare i legittimi interessi dei professionisti coinvolti per evitare forzosi stravolgimenti contrattuali”.

Resta in ogni caso la posizione di “contrarietà a un modello organizzativo che rischia di compromettere la qualità e la sostenibilità dell’assistenza sanitaria territoriale- afferma lo Snami- quasi nessun medico di quelli già in servizio ha aderito al ruolo unico, si vogliono costringere solo i giovani a subire tutto questo? Il rischio concreto è una fuga ulteriore dal settore e la comparsa di cooperative e gettonisti privati anche per garantire la medicina di famiglia”.