(Sesto Potere) – Roma – 26 febbraio 2025 – Sono state 1.090 le vittime sul lavoro in Italia (a fine dicembre 2024), delle quali 805 in occasione di lavoro (6 in più rispetto a dicembre 2023) e 285 in itinere (43 in più rispetto a dicembre 2023). Ancora in Lombardia il maggior numero di vittime in occasione di lavoro (131). Seguono: Campania (84), Lazio (73), Emilia-Romagna (71), Sicilia (65), Veneto (54), Piemonte (51), Toscana (49), Puglia (45), Sardegna (27), Trentino-Alto Adige (26), Liguria (21), Calabria e Umbria (19), Abruzzo (17), Basilicata (16), Marche (15), Friuli-Venezia Giulia (14), Valle d’Aosta e Molise (4).
Questo secondo l’Osservatorio sicurezza sul lavoro e ambiente di Vega Engineering.
IL RISCHIO DI MORTE, REGIONE PER REGIONE, A FINE DICEMBRE 2024. DALLA ZONA ROSSA ALLA ZONA BIANCA
A finire in zona rossa a fine dicembre 2024, con un’incidenza superiore al +25% rispetto alla media nazionale (Im=Indice incidenza medio, pari a 34,1 morti sul lavoro ogni milione di lavoratori), sono: Basilicata, Valle d’Aosta, Umbria, Trentino-Alto Adige, Campania, Sardegna e Sicilia. In zona arancione: Molise, Calabria, Emilia-Romagna e Puglia. In zona gialla: Abruzzo, Liguria, Lazio, Toscana, Lombardia, Piemonte e Friuli-Venezia Giulia. In zona bianca: Veneto e Marche.
IL SETTORE DELLE COSTRUZIONI È IL PIÙ COLPITO DAL FENOMENO DELLE MORTI SUL LAVORO
Alla fine di dicembre del 2024 è ancora il settore delle Costruzioni a far rilevare il maggior numero di decessi in occasione di lavoro: sono 156. Seguito da Trasporti e Magazzinaggio (111), dalle Attività Manifatturiere (101) e dal Commercio (58).
LE VITTIME PER GENERE E NAZIONALITÀ: 86 DONNE E 227 GLI STRANIERI
Le donne che hanno perso la vita in occasione di lavoro tra gennaio e la fine di dicembre 2024 sono 52, mentre 34 hanno perso la vita in itinere, cioè nel percorso casa-lavoro.
Gli stranieri deceduti in occasione di lavoro sono 176, mentre sono 51 quelli deceduti a causa di un infortunio in itinere.
IL MARTEDÌ SI CONFERMA IL GIORNO NERO PER LE MORTI SUL LAVORO DA GENNAIO A DICEMBRE 2024
Il martedì risulta essere anche a fine dicembre il giorno più luttuoso della settimana, ovvero quello in cui si sono verificati più infortuni mortali nel 2024 (19,9%).
LE DENUNCE DI INFORTUNIO TOTALI RIMANGONO PRESSOCHÉ STABILI RISPETTO AL 2023 (+0,7%)
Le denunce di infortunio totali crescono dello 0,7% rispetto a dicembre 2023; erano 585.356 a fine dicembre 2023, nel 2024 sono passate a 589.571.

I NUMERI DELLE DENUNCE TOTALI DI INFORTUNIO PER SETTORE: LA MAGLIA NERA VA ALLE ATTIVITÀ MANIFATTURIERE
Anche a fine dicembre 2024 il più elevato numero di denunce totali arriva dalle Attività Manifatturiere (70.842). Seguono: Costruzioni (37.220), Sanità (36.425), Trasporto e Magazzinaggio (34.698) e Commercio (33.050).
LE DENUNCE TOTALI PER GENERE, NAZIONALITÀ ED ETÀ
Le denunce di infortunio totali delle lavoratrici da gennaio a dicembre 2024 sono 211.135, quelle dei colleghi uomini 378.436.
Le denunce di infortunio in occasione di lavoro (esclusi dunque gli infortuni in itinere) sono 490.725 a fine dicembre 2024: 163.747 le donne e 326.978 gli uomini.
Le denunce di infortunio in occasione di lavoro degli italiani sono 388.876, mentre degli stranieri sono 101.849.
La fascia di età più colpita in occasione di lavoro e in itinere è quella che va dai 45 ai 54 anni con 130.010 denunce (il 22,1% del totale).
I LAVORATORI STRANIERI SONO SOGGETTI A UN RISCHIO DI INFORTUNIO MORTALE MAGGIORE RISPETTO AGLI ITALIANI
Gli stranieri deceduti in occasione di lavoro da gennaio a dicembre 2024 sono 176 su un totale di 805, con un rischio di morte sul lavoro che continua a essere più che doppio rispetto agli italiani. E, infatti, gli stranieri registrano 74,2 morti ogni milione di occupati, contro i 29,7 degli italiani che perdono la vita durante il lavoro.
IL FENOMENO INFORTUNISTICO PER FASCE DI ETÀ: ANCORA A MAGGIOR RISCHIO I PIÙ ANZIANI
Ed ecco l’identikit dei lavoratori più a rischio per fascia d’età attraverso le incidenze di mortalità (per milione di occupati).
L’incidenza più elevata si registra nella fascia dei lavoratori ultrasessantacinquenni (con incidenza di 138,3), seguita dalla fascia di lavoratori con età compresa tra i 55 e i 64 anni (con incidenza pari a 54,5).
La fascia d’età numericamente più colpita dagli infortuni mortali sul lavoro è quella tra i 55 e i 64 anni (279 su un totale di 805).
IL RISCHIO DI MORTE IN EMILIA-ROMAGNA, PROVINCIA PER PROVINCIA, DA GENNAIO A DICEMBRE 2024
Per individuare le aree più fragili d’Italia sul fronte della sicurezza sul lavoro, l’Osservatorio Sicurezza Vega elabora una mappatura del rischio rispetto all’incidenza della mortalità.
La zona arancione, quella in cui si trova l’Emilia-Romagna, è la zona che raggruppa le regioni con l’incidenza di mortalità sul lavoro tra le più elevate a livello nazionale. A fine dicembre 2024, il rischio di infortunio mortale in regione (35,1 morti per milione di occupati) risulta superiore a quello medio nazionale (34,1).
Per quanto riguarda le incidenze, nel dettaglio, in regione si scopre che Piacenza e Bologna si trovano in zona rossa con indici rispettivamente pari a 46,3 e a 44,3. Rimini e Ferrara in zona arancione con indice di 41,6 e 40,7. In zona gialla troviamo Modena (33,8), Reggio Emilia (28,8), Parma (28,3) e Forlì-Cesena (28,1). Solo Ravenna è in zona bianca con un’incidenza di mortalità pari a 17,6.
In termini assoluti invece, gli infortuni mortali la maglia nera va a Bologna con 24 vittime, a seguire Modena (12), Parma (10), Ferrara e Rimini (9), Forlì-Cesena, Piacenza, Ravenna e Reggio Emilia (8).
Parlando di infortuni mortali in occasione di lavoro, invece, risulta Bologna con 21 morti sul lavoro, Modena (11), Reggio Emilia (7), Ferrara, Parma, Piacenza e Rimini (6), Forlì-Cesena (5) e Ravenna (3).
L’ATTIVITÀ MANIFATTURIERA È IL SETTORE PIÙ COLPITO IN EMILIA-ROMAGNA
Le Attività Manifatturiere, nel 2024, sono in cima alla graduatoria delle denunce di infortunio in occasione di lavoro (12.366).
IL COMMENTO AI DATI AGGIORNATI DELL’EMILIA-ROMAGNA AL MESE DI DICEMBRE 2024
“Con un’incidenza di mortalità superiore alla media nazionale, l’Emilia-Romagna si colloca al limite della zona arancione nella mappatura dell’emergenza, ovvero quella in cui subito dopo la rossa si trovano le regioni con un rischio di mortalità più preoccupante rispetto al resto del Paese. Stiamo parlando di un indice di incidenza di mortalità per milione di lavoratori pari a 35,1, superiore al dato medio nazionale” – questo è il commento dell’Ing. Mauro Rossato, Presidente dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega, in merito ai dati sugli infortuni in Emilia-Romagna aggiornati al mese di dicembre.