giovedì, Febbraio 6, 2025
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Ospedale di Forlì : donato un nuovo ecografo dallo IOR per il centro di Prevenzione Oncologica

(Sesto Potere) – Forlì – 6 febbraio 2025 – Continua l’impegno dell’Istituto Oncologico Romagnolo per mantenere la proposta della Sanità pubblica del territorio ai più alti livelli di efficienza e tecnologia: giovedì 6 febbraio l’Ospedale “Morgagni-Pierantoni” di Forlì ha festeggiato il taglio del nastro di un nuovo ecografo di ultimissima generazione, del valore di circa 50.000 euro. 

Il macchinario verrà installato presso il Centro di Prevenzione Oncologica diretto dal dott. Fabio Falcini: reparto conosciuto non solo per l’eccellenza del lavoro che svolgono i suoi professionisti, ma anche per la quantità di prestazioni che eroga.

Solo nel 2024, infatti, sono state eseguite al suo interno quasi 12000 mammografie e più di 14500 ecografie; circa 15000 sono state invece le mammografie eseguite all’interno del percorso di screening nell’ambito dei programmi di prevenzione secondaria di tumore al seno, che hanno determinato più di 1000 ecografie scaturite dai richiami per ulteriori accertamenti. 

Dati che fanno ben capire quanto occorra all’Unità Operativa tutto l’aiuto possibile affinché il pericolo numero uno per le donne di tutte le fasce d’età, quantomeno da un punto di vista oncologico, faccia sempre meno paura.

«Le statistiche sul tumore al seno nella nostra Regione sono molto soddisfacenti – ha spiegato a margine della cerimonia di inaugurazione proprio il dott. Fabio Falcini, anche Responsabile del Registro Tumori dell’Emilia-Romagna e Direttore del Dipartimento di Oncologia e Ematologia dell’AUSL Romagna – siamo arrivati a una sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi per questa malattia che supera il 90%. Questo dato è reso possibile, in gran parte, dall’adesione delle donne ai programmi di screening, che nella nostra Regione supera il 70% e che risulta fondamentale per intervenire precocemente: grazie a questi programmi l’incidenza delle patologie in fase avanzata si è ridotta del 26%. Sappiamo benissimo cosa questo comporti: non solo una probabilità più elevata di guarire dal tumore, ma anche trattamenti più conservativi che garantiscono una qualità di vita più elevata per la paziente. Certamente, l’adesione da sola non potrebbe nulla se non disponessimo di strumenti avanzati in grado di aiutarci a scoprire anche le lesioni più microscopiche: in questo la strumentazione che ci viene donata oggi è fondamentale, restituendo immagini nitide anche del più piccolo sospetto. Inoltre, tra le altre cose, dispone di una sonda la cui impugnatura ha una conformazione che ne rende più agevole l’uso da parte dell’operatore, permettendogli di essere non solo più performante a fronte di un afflusso e di una mole di attività notevole, ma anche più rapido, cosa che va a vantaggio delle liste d’attesa».

«L’ecografia è uno strumento fondamentale nella diagnosi tempestiva del cancro alla mammella – ha continuato sempre il dott. Falcini – ormai da più di dieci anni viene utilizzata solo dopo che lo specialista ha visto una mammografia e non si usa più in prima battuta, ma è comunque una strumentazione indispensabile. Per una persona non addetta ai lavori potrebbe sembrare difficile a credersi, ma il passo con cui sta viaggiando la tecnologia oggigiorno è tale che uno strumento acquistato quattro o cinque anni fa è già da considerarsi obsoleto: per questo ringraziare l’Istituto Oncologico Romagnolo per ciò che sta facendo non solo per noi, ma per tutte le strutture del territorio, è ancora poco». Da questo punto di vista l’anno appena concluso, il 2024, ha visto effettivamente grandi investimenti da parte dello IOR: solo per quel che concerne i Reparti di Prevenzione Oncologica sono stati quattro i macchinari, con prestazioni simili a quello ricevuto oggi dal Centro del dott. Fabio Falcini, donati presso i Centri di Ravenna, Rimini-Cattolica-Novafeltria, Lugo e, nuovamente, Forlì, cui si aggiungono gli ecografi acquistati a favore della Ginecologia e Ostetricia del “Morgagni-Pierantoni”, della Brachiterapia IRST, della Medicina Interna dell’“Infermi” di Rimini e dell’Anestesia e Rianimazione del “Santa Maria delle Croci” di Ravenna.

«Il fatto che oramai si sia imposto il criterio della multidisciplinarietà nella cura del tumore è un grosso vantaggio in primis ovviamente per il paziente, che vede aumentate le probabilità di guarire e di poter contare su una presa in carico che tenga conto non solo della malattia di cui soffre ma anche della sua persona a 360° – ha spiegato il Direttore Generale IOR, Fabrizio Miserocchi – ma anche per noi dell’Istituto Oncologico Romagnolo, che possiamo intervenire per migliorare la dotazione tecnologica di vari reparti mantenendo comunque fede alla nostra mission. Lo spirito che ci anima in questi interventi è sempre il medesimo: quello della restituzione della fiducia che ci arriva dal territorio a vantaggio delle strutture e dei professionisti che di coloro che abitano quel territorio si prendono cura. I cittadini, scegliendo di fare una donazione allo IOR, giustamente si aspettano che quei soldi vengano impiegati per qualcosa che faccia una differenza reale: e cosa c’è di più concreto di un dispositivo che migliori le performance di un reparto già riconosciuto come d’eccellenza, come quello del dott. Falcini? Molto della lotta contro il cancro del prossimo futuro si giocherà sul tavolo della prevenzione e della diagnosi precoce: lavorare su terapie nuove, sempre più personalizzate, è sicuramente importante, ma è sull’intercettare le malattie in maniera sempre più tempestiva, quando le prospettive di sopravvivenza sono maggiori, che si gioca la partita decisiva. Noi crediamo molto su questa strada per un domani sempre più libero dai tumori e continueremo, anche nel 2025, a essere al fianco della struttura pubblica della Romagna, affinché mantenga e eventualmente migliori i livelli d’eccellenza che gli vengono riconosciuti».