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Forlì,  Graziano Rinaldini (Pd): Ronco Lido: nuovo progetto non distrugga la memoria e l’identità del luogo

(Sesto Potere) – Forlì – 30 gennaio 2025 – “La Giunta comunale quasi al completo, alcuni giorni fa, ha indetto una pubblica assemblea per illustrare il nuovo Progetto del Ronco Lido. E’ stata una discussione lunga, interessante e appassionata, che ha evidenziato l’attaccamento affettivo dei cittadini del Ronco ai loro luoghi di origine e residenza e alla loro storia personale e familiare oltreché alle tradizioni popolari, affidate alla memoria dei suoi abitanti e degli anziani che le hanno tramandate.  Il Ronco Lido si chiama così perché nei primi anni del Novecento le rive del fiume erano la spiaggia di Forlì con il casello per i bagni. Si costituì una cooperativa allo scopo di utilizzare la notevole quantità di materiale inerte presente lungo la golena del fiume e, attorno al 1920, iniziarono la costruzione di una struttura in calcestruzzo armato, idonea alla realizzazione di un frantoio, nel punto esatto dove sorse poi il ristorante del Ronco Lido, oggi abbattuto dall’Amministrazione Zattini. Dopo la seconda guerra mondiale il frantoio venne ristrutturato con il lavoro volontario e gratuito di cittadini di tutte le età, che nel 1946 realizzarono la prima sede della “Cooperativa Ronco Lido”, che ospitava le sezioni del PCI e PSI e una piattaforma per il ballo estivo, a quei tempi la più prestigiosa della città. Fin da subito furono locali frequentatissimi nelle calde estati, con cantanti come Carboni, Taioli, Parisi e la Pizzi. Nel 1956 per iniziativa del Consiglio della cooperativa e dei frontisti, e in sinergia con l’Amministrazione provinciale, si realizzò il primo argine sulla sponda sinistra del fiume per contenere le piene. In quel periodo i giovani del quartiere costruirono con il loro lavoro volontario (come accaduto nel caso di tante polisportive forlivesi) un campo da calcio, cui poi se ne aggiunse un altro, assieme ai campi da tennis. Il polisportivo venne intitolato ad un giovane partigiano del Ronco, Albo Sansavini, che a 19 anni fu torturato e ucciso dai fascisti.  Successivamente, con il consolidamento degli argini ad opera del genio civile nel 1972, si ristruttura e amplia definitivamente il circolo, rendendolo utilizzabile tutto l’anno. Nei primi anni ’80 l’Udi (Unione donne italiane) di Forlì prende in gestione il Ronco Lido per autofinanziarsi, costituendo la cooperativa “Iris Versari” formata da sole socie donne, da cui si svilupperà una straordinaria esperienza di volontariato e confronto, con iniziative politiche sulla condizione femminile che ebbero un riscontro notevole fra la popolazione e la città e anche eventi come feste di fine anno. E’ questa storia che spiega le ragioni del forte attaccamento dei cittadini del Ronco al Ronco Lido: il lavoro volontario di tante generazioni per creare un luogo di svago ma al contempo anche di impegno per la propria città. Una storia che l’Amministrazione comunale ha scelto di cancellare, senza coinvolgere minimamente i cittadini prima della decisione definitiva sul nuovo progetto”: lo scrive in una nota Graziano Rinaldini, consigliere comunale Partito Democratico.

“Forlì non è di proprietà di chi vince le elezioni: l’Amministrazione comunale ha il compito di amministrare la città con intelligenza, tenendo conto dei cittadini e della loro storia. A più riprese gli assessori presenti all’assemblea hanno affermato che era il trentennale stato di abbandono del Ronco Lido a rendere necessario un intervento drastico, anche con l’abbattimento di una struttura fatiscente. In realtà il Comune di Forlì nel 2009 deliberà un intervento importante di consolidamento della struttura del Ronco Lido (era assessore allora Elvio Galassi) e avviò una gara per la concessione e gestione ventennale dell’intera struttura.  Il concessionario purtroppo non fu in grado di terminare gli impegni assunti e da allora iniziò un lungo contezioso legale terminato appena prima dell’alluvione del 2023”: aggiunge ancora Graziano Rinaldini.        

“Le decine di cittadini del Ronco presenti all’assemblea hanno contestato duramente l’Amministrazione per il mancato coinvolgimento nel nuovo progetto e per l’abbattimento dei locali del ristorante-pizzeria, affermando che procedendo in questo senso si sono sprecati molti soldi pubblici, visto che la struttura era solida (alla luce dei lavori di consolidamento svolti nel 2009) e che dunque la si sarebbe potuta rigenerare sia dal punto di vista edilizio che energetico salvaguardando contempo la storia del luogo.  Inoltre diversi professionisti, agronomi, vivaisti, manutentori di alberature presenti all’assemblea hanno contestato le modalità di potatura e capitozzatura di molti alberi presenti nell’area verde del Ronco Lido.  Ci auguriamo che il Ronco Lido torni ad essere quel luogo di convivialità e ritrovo delle persone che era un tempo e chiediamo all’Amministrazione di tenere conto della storia popolare della città, realizzando un progetto che non deve passare dalla distruzione della memoria e dell’identità del Ronco Lido ma dalla costruzione di nuove frontiere che possano trovare la condivisione preventiva con le persone e il territorio delle soluzioni da realizzare”: conclude il consigliere comunale Partito Democratico Graziano Rinaldini.