(Sesto Potere) – Ravenna – 26 gennaio 2025 – «Il declassamento dell’Ufficio delle Dogane di Ravenna rappresenta un grave errore che rischia di compromettere il ruolo strategico del porto di Ravenna, fondamentale non solo per la nostra economia locale, ma anche per quella regionale e nazionale», dichiara Paolo Lucchi, (nella foto) presidente di Legacoop Romagna, che interviene su un tema sollevato ieri dai sindacati e dal presidente della Regione Emilia Romagna Michele de Pascale.
«Vogliono una Ferrari con il motore di un’utilitaria – afferma Lucchi –. Approvare la Zona Logistica Semplificata (ZLS) e poi procedere con il declassamento della dogana evidenzia la totale mancanza di coordinamento e di una strategia complessiva da parte del governo. In un momento di crisi serve tutto fuorché confusione e segnali contrastanti: decisioni come questa creano solo disorientamento tra gli operatori e mettono a rischio lo sviluppo del porto».
La recente riorganizzazione dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli ha portato a un declassamento dell’Ufficio di Ravenna da prima a terza fascia, penalizzando uno scalo che movimenta volumi di traffico e merci di assoluta rilevanza. Una decisione che, secondo Legacoop Romagna, rischia di avere conseguenze pesanti anche per il tessuto cooperativo locale.
«Le nostre cooperative di trasporto e logistica – continua Lucchi – investono da anni per migliorare l’efficienza e la qualità del servizio allo scalo, contribuendo a rendere il porto di Ravenna una realtà competitiva e dinamica. Questo declassamento rischia di mettere in crisi questi sforzi e di compromettere l’intero indotto».
Il provvedimento appare privo di visione strategica, considerando anche il contributo economico del porto, che genera due miliardi di euro l’anno in dazi e IVA.
«Non si può accettare – prosegue Lucchi – che un’infrastruttura così cruciale venga trattata come marginale, mentre gli scali concorrenti di Trieste, Venezia e Ancona mantengono la loro classificazione di primo livello. È chiaro che gli indicatori utilizzati per questa decisione non sono stati adeguatamente calibrati, favorendo modelli che non rispecchiano le reali esigenze di un porto come Ravenna».
Legacoop Romagna invita tutte le forze politiche e le istituzioni, a partire dalla Regione Emilia-Romagna, a unirsi per contrastare questa scelta e riportare l’attenzione sulle reali esigenze di un’economia portuale strategica come quella di Ravenna.
«Il porto è una risorsa imprescindibile – conclude Lucchi – non solo per l’economia locale ma anche per il tessuto cooperativo che rappresentiamo, che lavora ogni giorno per innovare e migliorare. Non possiamo permettere che decisioni miopi frenino il nostro sviluppo e compromettano il lavoro di chi ha sempre creduto nelle potenzialità di questo territorio».