(Sesto Potere) – Bologna – 23 dicembre 2024 – Si chiude con successo l’edizione 2024 del Festival della Cultura tecnica, con 15 mila presenze ai 350 appuntamenti organizzati nella città metropolitana di Bologna, e in tutte le province della regione Emilia-Romagna, confermando ancora una volta il valore di questa rassegna come spazio di confronto e innovazione. Quest’anno, in occasione dei 150 anni dalla nascita di Guglielmo Marconi, la radio è stata il filo conduttore e il cuore pulsante del Festival, simbolo di comunicazione, connessione e soprattutto di partecipazione.
L’elemento distintivo di questa edizione è stato proprio la partecipazione: strumento di empowerment individuale e collettivo, generatrice di benessere e salute, condizione necessaria per individuare soluzioni creative e per dare significato e prospettiva alle azioni che si compiono, condizione per un vero apprendimento.
“Attraverso una programmazione ricca e diffusa, il Festival ha ribadito il valore delle competenze tecniche e scientifiche per lo sviluppo delle comunità, promuovendo una visione partecipativa e integrata tra giovani, territorio e sistema educativo – commenta Emanuele Bassi, consigliere metropolitano delegato alla Scuola – Grazie a tutti i partecipanti, partner e sostenitori che hanno reso memorabile questa edizione. Ma soprattutto grazie al personale della Città metropolitana che ogni anno dedica anima e corpo all’organizzazione del Festival, senza cui tutto questo non sarebbe possibile”.
Attraverso un fitto calendario di eventi e iniziative tra il 22 ottobre e il 20 dicembre, il Festival ha promosso la cultura tecnica, scientifica e tecnologica come leva per uno sviluppo sostenibile e inclusivo, in linea con l’Obiettivo 9 dell’Agenda ONU 2030 “Imprese innovazione e infrastrutture”, con un focus particolare sull’infrastruttura della comunicazione digitale e sulla radio come strumento di partecipazione ed empowerment per giovani e cittadinanza.
Il Festival coinvolge territori, enti di diversa natura e soprattutto, direttamente, le persone e le comunità. Con oltre 200 appuntamenti nell’area metropolitana bolognese e circa 350 complessivi in tutta la regione, il Festival ha consolidato il suo ruolo di ponte tra scuola, impresa, territorio e cittadinanza. Ogni appuntamento ha rappresentato un’occasione per rafforzare il dialogo tra giovani, docenti, istituzioni e imprese, creando numerose occasioni di confronto, come un grande laboratorio diffuso di idee e opportunità.
Ecco alcuni eventi particolarmente significativi da ricordare, promossi dalla Città metropolitana di Bologna.
A dare il via al Festival è stata la Fiera delle Idee a Palazzo Re Enzo, con più di 1.200 studenti e studentesse che hanno partecipato attivamente a laboratori interattivi, dimostrazioni e attività peer-to-peer presentati da ragazze e ragazzi più grandi. L’evento, organizzato per valorizzare le competenze tecniche e scientifiche, ha messo al centro la creatività e l’entusiasmo delle nuove generazioni, offrendo un assaggio delle grandi possibilità nell’ambito della cultura tecnica presentate dal Festival.
Digitale, educazione e comunità
Il Festival ha esplorato a fondo il tema dell’educazione digitale e il suo impatto sulla comunità. L’evento Crescere nel mondo digitale, il 28 ottobre, ha affrontato le sfide e le opportunità dell’era tecnologica, coinvolgendo più di 100 partecipanti in un confronto sugli effetti del digitale nella crescita di bambine/i e giovani e sul ruolo degli adulti (insegnanti, genitori, educatori…) al riguardo.
Integrazione e pari opportunità
Il 20 novembre, l’incontro Dieci domande sulla violenza ha affrontato un tema delicato, ma fondamentale: la violenza di genere. Più di 600 studenti e studentesse di scuole secondarie e centri di formazione hanno avuto l’opportunità di dialogare con esperte ed esperti dei Centri Antiviolenza e dei Centri per Uomini Autori di Violenza del territorio. Dieci domande ai Centri, elaborate direttamente da ragazze e ragazzi, hanno guidato la discussione, stimolando un dialogo aperto e costruttivo sulla prevenzione della violenza e sulla promozione di una cultura del rispetto e dell’uguaglianza. L’intervento di Gino Cecchettin, presidente della Fondazione dedicata alla memoria della figlia Giulia, ha reso questo momento ancora più significativo, portando una testimonianza toccante e un importante messaggio di consapevolezza e responsabilità.
Il tema della discriminazione razziale è stato affrontato dal ciclo di incontri, presso le biblioteche del territorio, “La mossa antirazzista: Fumetti per contrastare le discriminazioni e l’odio razziale” e dalla Masterclass Unesco “Colonialismo e pratica decoloniale nel nostro presente“.
Radio e innovazione partecipata
La radio è stata protagonista di molte iniziative. Spettacoli, laboratori tematici ed eventi hanno evidenziato come questo mezzo possa essere uno strumento educativo e sociale, coinvolgendo giovani e docenti in laboratori interattivi di podcasting e dibattiti sulle potenzialità della radio come mezzo di espressione e inclusione oltre che come strumento educativo. L’11 dicembre, con Quando la radio è partecipazione, più di 50 studentesse, studenti e insegnanti hanno esplorato il potenziale educativo della radio attraverso podcast e scambi di esperienze. La radio è stata inoltre presentata come strumento di coesione comunitaria e mezzo di promozione dei diritti.
Promozione delle STEM e orientamento professionale
Un ruolo centrale è stato dedicato alla formazione e alle opportunità di crescita personale e professionale per giovani e adulti, anche in collaborazione con il Centro Risorse per l’Orientamento “Maria Luisa Pombeni”.
In collaborazione con le scuole e gli enti della Rete ECCO! (Educazione Comunicazione Cultura per le Pari Opportunità di genere), oltre 50 Technoragazze Days hanno avvicinato oltre 1.0000 studentesse delle scuole media ai settori tecnici e scientifici, per combattere gli stereotipi di genere.
Sempre per studenti e studentesse delle medie è stato realizzato il 30 ottobre il seminario del progetto Curriculum della cultura tecnica, volto a innovare il percorso scolastico triennale con unità di apprendimento interdisciplinari e laboratoriali, che ha presentato il proprio modello in prospettiva regionale.
Ulteriori iniziative di presentazione e disseminazione del proprio modello sono state organizzate anche dalle Reti di scuole promosse dalla Città metropolitana, tra cui gli Istituti tecnici costruzioni ambiente e territorio (Rete CAT) e gli Istituti tecnici economici (Rete ITE).
Il 26 novembre, con l’iniziativa “Il lavoro in Emilia-Romagna: quadro generale e servizi per l’impiego“, è stato presentato un approfondimento sul mercato del lavoro regionale e sui servizi offerti dai Centri per l’Impiego. L’evento, rivolto a insegnanti e referenti orientamento, ha informato su tirocini, apprendistato e altre opportunità concrete per le giovani generazioni, in grado di orientarle verso scelte consapevoli e in linea con le esigenze del territorio. A seguire, il 19 dicembre, un Open Day delle sedi dei Centri per l’Impiego del territorio regionale, rivolto direttamente alle classi, con simulazioni e altre esperienze interattive.
Un importante evento sulla logistica “La supply chain con il sistema dei trasporti intermodali” è stato realizzato il 3 dicembre, in collaborazione con Interporto di Bologna, Aeroporto di Bologna e Porto di Ravenna.
Il 9 dicembre, l’incontro “Erasmus perché? Erasmus per chi?” ha ampliato questa riflessione offrendo una panoramica sulle possibilità di studio e lavoro all’estero grazie al programma Erasmus. Docenti, studentesse e studenti hanno condiviso esperienze e testimonianze dirette, raccontando come l’Erasmus rappresenti uno strumento fondamentale per sviluppare competenze interculturali e professionali.
Educazione alla sostenibilità
Il Festival è da diversi anni strumento per l’educazione alla sostenibilità nel quadro degli Obiettivi dell’Agenda ONU 2030. Diversi appuntamenti sono stati incentrati su questo tema; tra essi è stato fondamentale, il 16 dicembre, l’evento Un nuovo patto tra ricerca e scuola per educare alla sostenibilità, in cui scuole primarie e mondo della ricerca scientifica si sono confrontati per elaborare modalità didattiche nuove e partecipative, anche con il coinvolgimento di famiglie e comunità.
Coinvolgimento attivo di cittadinanza e giovani
La serie di laboratoriali distrettuali “Fai sentire la tua voce!” hanno rappresentato momenti importanti del programma. Attraverso laboratori partecipati, ragazze e ragazzi di tutti i territori metropolitani hanno lavorato per sviluppare proposte innovative, esplorando temi come la sostenibilità e l’inclusione. Questi incontri sono stati momenti preziosi di confronto e crescita collettiva, valorizzando il contributo di ogni partecipante e per dare l’opportunità alle giovani generazioni di dire la loro e far sentire la propria voce.
Il Festival sempre più Digital
Il Festival si è distinto anche per la sua presenza digitale. Attraverso Facebook, Instagram, YouTube e TikTok, ha raggiunto una platea sempre più ampia, con più di 450 post, quasi 400 storie per un totale di 1.120.712 visualizzazioni su tutti i canali digitali che hanno raggiunto 121.000 utenti unici, il doppio dell’edizione 2023 quando erano state 650 mila le visualizzazione e 60 mila gli utenti unici. In particolare, per quanto riguarda il canale YouTube ufficiale, oltre 9.200 utenti hanno visualizzato i contenuti dell’edizione 2024, che hanno complessivamente totalizzato 35.000 visualizzazioni e vari commenti.
Buona performance anche per il sito ufficiale www.festivalculturatecnica.it che ha totalizzato 21.230 visite (+36% rispetto al 2023) e 15.950 visitatori unici (+30%), di cui il 60% sotto i 24 anni e il 63% donne.
Quest’anno il Festival ha anche lanciato la #IdeeInAzione Challenge, una sfida creativa rivolta ai ragazzi e alle ragazze per proporre soluzioni concrete e originali ai bisogni della propria comunità, ispirandosi agli Obiettivi dell’Agenda ONU 2030, stimolando il coinvolgimento e una partecipazione attiva.
Verso il Festival 2025
L’edizione 2024 si è conclusa con “Festival in Festa!“, il momento finale che ha visto ragazze e ragazzi provenienti da tutta l’Emilia-Romagna, partecipare a un laboratorio di idee dedicato al futuro del Festival, ispirandosi agli Obiettivi dell’Agenda ONU 2030. L’entusiasmo e le idee emerse sono un ottimo contributo per costruire un’edizione 2025 ancora più innovativa e inclusiva.
I promotori del Festival della Cultura tecnica
Il Festival della Cultura tecnica è promosso dalla Città metropolitana di Bologna come parte integrante del Piano Strategico 2.0 Metropolitano di Bologna e del Patto metropolitano per il lavoro e lo sviluppo sostenibile. Alla sua realizzazione collaborano la Regione Emilia-Romagna, il Comune di Bologna, l’Ufficio scolastico regionale per l’Emilia-Romagna, Unioncamere Emilia-Romagna, l’Università di Bologna, il mondo della ricerca e dell’innovazione e numerosi altri partner pubblici e privati.
Al Festival metropolitano, in programma nell’area metropolitana bolognese dal 2014, si affiancano le edizioni organizzate dalle Province di Ferrara, Forlì-Cesena, Modena, Parma, Piacenza, Ravenna, Reggio Emilia e Rimini, in collaborazione con un’ampia rete di soggetti locali.
Il Gruppo di pilotaggio è coordinato dal Consigliere delegato a Scuola, Istruzione e Formazione, ed è composto dal Capo di Gabinetto e da consigliere/i e delegate/i di Città metropolitana, nonché dall’Assessore alla Scuola del Comune di Bologna.
Anche quest’anno, per la definizione dei temi e contenuti oggetto di approfondimento e riflessione, ci si è avvalsi del supporto di un Comitato scientifico di respiro regionale e nazionale, al quale partecipano rappresentanti di Città metropolitana di Bologna e Istituzione Gian Franco Minguzzi, Regione Emilia-Romagna, Art-ER, CNR di Bologna, Ufficio scolastico regionale per l’Emilia-Romagna, Unioncamere Emilia-Romagna, Università di Bologna e Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica.
Alla progettazione e realizzazione del Festival 2024 ha inoltre contribuito il Tavolo metropolitano Marconi, composto da Città metropolitana, Comune di Bologna, Regione Emilia-Romagna, Università di Bologna, Comune di Sasso Marconi e Fondazione Guglielmo Marconi.