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Sangiovese e Albana di Romagna sempre più proiettati a conquistare i mercati esteri

(Sesto Potere) – Forlì – 17 dicembre 2024 – L’export diventa strategico per le aziende vitivinicole romagnole: la presenza di questi vini in mercati lontani, come quello statunitense, può dare un impulso rilevante alla produzione vinicola romagnola. Lo testimoniano La Pandolfa di Predappio e Drei Donà di Forlì, realtà associate a Confagricoltura Forlì-Cesena e Rimini, che nei giorni scorsi hanno partecipato, insieme al Consorzio Vini di Romagna, a una masterclass negli Stati Uniti organizzata da Jeff Porter, giornalista esperto di vini e collaboratore della rivista americana Wine Enthusiast. Durante l’evento sono state presentate dieci etichette a un pubblico selezionato di importatori statunitensi.

“È stata un’iniziativa straordinaria che ha permesso di far conoscere ulteriormente il Sangiovese negli USA attraverso una degustazione mirata”, commentano con entusiasmo Marco Cirese de La Pandolfa ed Enrico Drei Donà dell’omonima azienda vitinicola. “Gli Stati Uniti rappresentano sempre di più un mercato chiave per le nostre esportazioni. Oltre al già citato Sangiovese, anche l’Albana sta riscuotendo grande interesse. L’auspicio è che questo rapporto commerciale possa continuare a intensificarsi”.

Tra gli Stati americani dove i vini romagnoli riscuotono particolare successo spiccano la California e la Florida, mentre a livello di città si distinguono Boston e New York. Sulle prospettive future, però, incombono i dazi sulle importazioni ventilati dal presidente eletto Donald Trump durante la campagna elettorale.

“Il timore purtroppo c’è ed è elevato considerando anche il fatto che è stato spesso ripetuto durante la campagna elettorale, ma confidiamo che siano state dichiarazioni estemporanee che non si concretizzeranno”, afferma Marco Cirese. Per Enrico Drei Donà, invece, “l’introduzione dei dazi contro l’Europa appare assai probabile, soprattutto sul settore formaggi. Mi auguro che il settore vino non venga colpito o almeno in maniera marginale”.

Il settore vitivinicolo romagnolo è reduce da una vendemmia soddisfacente, ma che ha dovuto fare i conti con eventi climatici avversi. Restano poi le criticità legate ai costi dei mezzi tecnici e alla gestione logistica dei flussi commerciali. Nonostante questo c’è ottimismo per il futuro, perché i continui apprezzamenti ricevuti da altri mercati, come Messico, Canada, Giappone, Singapore e Hong Kong, alimentano speranze di ulteriore crescita per i vini romagnoli.

“Anche nei momenti difficili bisogna rimboccarsi le maniche e lavorare per valorizzare al massimo il nostro territorio, mostrando al mondo le eccellenze che la Romagna sa produrre. I riscontri dall’estero sono molto positivi e ci spronano a continuare su questa strada,” dichiarano i due imprenditori vitivinicoli.

Nella promozione dei vini e nella tutela di un comparto chiave dell’agroalimentare, Confagricoltura Forlì-Cesena e Rimini lavora al fianco dei suoi soci. Le nuove opportunità sui mercati internazionali sono motivo di soddisfazione anche per l’organizzazione. “Contribuiranno a rafforzare la presenza delle eccellenze vitivinicole all’estero e la percezione di qualità che il nostro territorio sa esprimere – afferma il presidente Carlo Carli– A proposito di territorio, non dimentichiamo che iniziative come queste contribuiscono a farlo conoscere a un pubblico qualificato, invogliandolo a visitarlo per scoprirne le bellezze di persona. Crediamo in un turismo esperienziale, che sappia coniugare territorio e produzioni agroalimentari e che già sta dando ottimi risultati in molte aziende. La Romagna non è solo mare e spiagge: anche le colline e le montagne offrono un grande potenziale attrattivo, che deve essere valorizzato al massimo assieme alle eccellenze enogastronomiche, vino in primis, vera cifra distintiva del territorio”.