(Sesto Potere) – Forlì – 17 dicembre 2024 – La mostra storica dedicata al Teatro Comunale di Forlì a 80 anni dalla distruzione ha riscosso molto interesse e un buon numero di visitatori, così come sono state partecipate le diverse iniziative collaterali che si sono tenute a Palazzo Morattini di Pievequinta, sede dell’esposizione, e in città.
Confortati dai buoni riscontri ottenuti i sodalizi promotori dell’evento e cioè le associazioni culturali Amici della Pieve ODV, Forlì per Giuseppe Verdi e il Comitato Pro Forlì Storico-Artistica hanno deciso di riproporre l’esposizione nel corso dei prossimi mesi a Forlì.
In base a una serie di pannelli, curata da Gianfranco Argnani, i visitatori hanno potuto comprendere come alle ore 1,45 del 9 novembre 1944 i soldati tedeschi in ritirata minarono alcuni dei principali monumenti della città. L’esplosione delle cariche poste a qualche metro di altezza dalla base della Torre civica causò il crollo di gran parte della stessa sul sottostante luogo di spettacolo danneggiandolo irreparabilmente. Quasi in simultanea lo stesso gruppo di militari germanici compì altri devastanti danni abbattendo la torretta del Palazzo degli Uffici Statali, il campanile del Duomo e il ponte di Schiavonia. Fortunatamente fu risparmiato il campanile dell’Abbazia di San Mercuriale.
Com’è noto il Teatro Comunale non venne ricostruito dov’era e com’era perché era ritenuto dal punto di vista della capienza non più sufficiente per una città destinata a svilupparsi ulteriormente. Anche i tentativi di dotare la città di un’altra struttura per l’opera lirica e per la prosa non sono andati a buon fine, come ampiamente documentato dalla mostra, in particolare il progetto redatto dall’architetto romano Maurizio Sacripanti (1916 – 1996) che prevedeva di trasformare l’ex Chiesa di San Giacomo e una parte del complesso di San Domenico in sala teatrale con i relativi servizi.
Nel frattempo, nel 1985, il Comune di Forlì aveva acquistato il Cinema Teatro Astra da destinare interamente alle attività di prosa e a quelle musicali, poi ristrutturato nel 2000 così come lo vediamo oggi e dedicato al grande drammaturgo forlivese Diego Fabbri (1911 – 1980).
Fra i documenti presenti in mostra anche alcuni elaborati dei progetti per nuove sale teatrali/cinematografiche che dovevano essere realizzate nel corso del secolo scorso che però non hanno avuto seguito: il Politeama (1909) di Leonida Emilio Rosetti, il Teatro previsto nel piano regolatore del 1941 progettato da Saul Bravetti, il Gran Cinema Teatro Rex (1942) di Luigi Piccinato. Tutte queste storie sono state raccontate durante una partecipata conferenza dallo stesso Argnani.
Una parte della mostra, curata da Filippo Tadolini, è attinente invece alle immagini o fotografie dei personaggi del mondo del bel canto che hanno calcato il palcoscenico del teatro forlivese dal 30 maggio 1776, giorno dell’inaugurazione, fino alla Liberazione della città e alla distruzione dell’edificio. La scelta delle riproduzioni è avvenuta spulciando le 1760 immagini conservate nell’archivio del Comitato Pro Forlì Storico-Artistica, depositato a Palazzo Morattini, ed è stata effettuata da Filippo Tadolini, regista d’opera, in collaborazione con Mauro Mariani, che diversi anni fa furono oggetto di una precedente esposizione.
Da questa rassegna si può certificare che la quasi totalità del mondo dello spettacolo sia passata da Forlì e che il Teatro Comunale abbia svolto una funzione di produzione e promozione culturale di straordinario rilievo, come testimonia l’importante carriera del soprano Wilma Vernocchi che ha messo a disposizione abiti di scena indossati in occasione di rappresentazione di opere liriche nei principali teatri italiani e di altre nazioni.
Durante il corso dell’esposizione sono stati organizzati due concerti lirici con allievi del Conservatorio di Cesena, presentati da Filippo Tadolini e coordinati dalla docente Pia Zanca, che hanno riscosso un indubbio successo di pubblico. Si sono svolte inoltre sei visite guidate alla mostra e due ai luoghi masiniani del centro storico di Forlì, a cura di Gabriele Zelli, ricorrendo il 180° anniversario della nascita nel popolare quartiere di Schiavonia del tenore Angelo Masini, tra i più importanti interpreti nella storia dell’opera lirica del secondo Ottocento.
Tre appuntamenti sono stati dedicati alla scoperta del Museo Romagnolo del Teatro che conserva la memoria storica della musica e del teatro musicale legati al territorio forlivese. Le collezioni al suo interno raccontano personaggi e avvenimenti importanti dell’opera lirica e dello spettacolo. Tutti gli eventi hanno consentito di coinvolgere oltre 800 persone.
“Un dato sicuramente importante – dichiara Serena Savoia, presidente dell’Associazione Culturale e Ricreativa Amici della Pieve ODV, se si considerano che l’intera organizzazione è stata sostenuta dal solo lavoro volontario di diverse persone e che le spese sostenute sono nell’ordine di poche centinaia di euro”.