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Sciopero di venerdì 29 novembre, Cgil e Uil di Forlì spiegano le ragioni della protesta

(Sesto Potere) – Forlì – 27 novembre 2024 – Si è svolta oggi presso la Camera del Lavoro Provinciale, sede di Forlì, la conferenza stampa per presentare le istanze dello sciopero proclamato da CGIL e UIL per l’intera giornata di venerdì 29 novembre 2024. Intervenuti: Maria Giorgini, segretario generale della CGIL di Forlì Cesena; Enrico Imolesi, segretario generale della UIL di Forlì e Paolo Manzelli, segretario generale della UIL di Cesena.

Uno sciopero contro la manovra del Governo, una manovra che secondo CGIL e UIL: “è di piena di usterità! Nessuna concreta risposta per salari. E le pensioni falcidiate dall’inflazione, con meno risorse rispetto al PIL su sanità, scuola, casa e servizi pubblici. Una legge di bilancio che aggrava i problemi dell’Italia, una legge calata dall’alto, scritta senza ascoltare le istanze del mondo del lavoro”.

“Venerdì lavoratori, lavoratrici, pensionate e pensionati scenderanno in piazza per chiedere a gran voce l’aumento del potere d’acquisto di salari e pensioni e il finanziamento di sanità, istruzione, servizi pubblici e politiche industriali; questa manovra non prova nemmeno a risolvere i problemi. Serve una vera riforma fiscale, che attualmente il governo non sta realizzando; anzi, sta facendo esattamente il contrario”: spiegano i segretari di CGIL e Uil di Forlì-Cesena.

Le due sigle sindacali hanno proclamato uno sciopero per l’intera giornata di venerdì 29 novembre, con manifestazione regionale a Bologna.

“Il governo ci infligge con questa Legge di Bilancio sette anni di austerità! Continua la perdita del potere d’acquisto di lavoratori e pensionati causata da un’inflazione da profitti; non si ferma nemmeno la crescita della precarietà, del lavoro nero e sommerso; un ulteriore  indebolimento del welfare pubblico, tagli a sanità, istruzione, trasporto pubblico, enti locali. E poi nessuna risposta all’emergenza abitativa, nessun incremento delle risorse destinate a disabilità e non autosufficienza. Sui salari, il governo come datore di lavoro pubblico rinnova i contratti nazionali appena ad un terzo dell’inflazione, penalizzando il personale pubblico che è eroe solo durante le emergenze per poi essere dimenticato. Inoltre con questa legge di bilancio si vende per la terza volta il taglio del cuneo fiscale, mentre non ci sarà alcun aumento in busta paga anzi saranno gli stessi lavoratori e lavoratrici con il maggior gettito fiscale a pagare la defiscalizzazione. Sul fisco, in generale le politiche di questo governo riducono la progressività e attraverso condoni e concordati che favoriscono gli evasori. Non viene neanche ipotizzato qualsiasi intervento sugli extraprofitti. In tema di pensioni, non solo non si abolisce La legge Monti-Fornero ma la si rafforza rendendo inesigibili nei fatti tutte le opportunità di uscita anticipata, penalizzando migliaia di lavoratrici e lavoratori. La rivalutazione inoltre degli assegni previdenziali è largamente insufficiente, con la beffa di un aumento di soli tre euro al mese per le minime. Il governo, inoltre, dimostra la totale assenza di una politica industriale degna di questo nome, a partire dai ritardi sull’attuazione del PNRR”: spiegano Maria Giorgini, Enrico Imolesi e Paolo Manzelli.

I sindacati chiedono al governo di adottare “una seria politica industriale”.

“Nella manifattura e nei servizi sono urgenti investimenti che sappiano difendere l’occupazione – anche col blocco dei licenziamenti -, insieme alla creazione di nuovo lavoro per costruire un modello di sviluppo sostenibile. Fondamentale, infine, la tutela di salute e sicurezza e il contrasto alla precarietà, cambiando le leggi sul lavoro. Senza mezzi termini: il DDL 1660, detto “decreto sicurezza o norma anti Gandhi” va ritirato, bisogna tornare a rispettare la Costituzione. Numerosi infatti sono gli attacchi da parte del governo al diritto di sciopero e di manifestazione”: e i dirigenti sindacali criticano espressamente la scelta del ministro Salvini di aver precettato il personale in occasione dello sciopero.

In queste settimane CGIL e UIL ricordano di aver svolto assemblee nei luoghi di lavoro, incontrato lavoratori e lavoratrici e venerdì in occasione dello sciopero generale scenderemo in piazza a Bologna, per la manifestazione regionale con concentramento da Porta Lame alle ore 9 e partenza del corteo alle 9.30 e ritrovo alle 10.30 in piazza Maggiore per il comizio sindacale che sarà aperto da Marcello Borghetti segretario Generale Uil Emilia Romagna, e a conclusione ci sarà l’intervento di Maurizio Landini segretario Generale CGIL Nazionale.

Partenze in pullman anche da Forlì e Cesena, per raggiungere la manifestazione a Bologna.