(Sesto Potere) – Forlì – 25 novembre 2024 – In merito all’annoso problema della differenza retributiva tra maschi e femmine, guardando i dati più recenti nella provincia di Forlì-Cesena, il divario giornaliero è pari al 26,4% e se guadiamo la retribuzione media annua sale al 32,08%. Un gap che dipende da più fattori, tra questi ricordiamo la forte incidenza della discriminazione nei percorsi di carriera, del part time involontario, precarietà e dei periodi di non lavoro.
In merito invece a un altro grave problema di genere: la disoccupazione femminile osservando i dati provinciali, per l’anno 2023 il tasso è pari al 7,1 %, era più del doppio di quello maschile (3,4 %). Percentuali che mostrano solo in parte la discriminazione di genere, il tasso di disoccupazione è un dato che rappresenta solo chi sta cercando attivamente lavoro, restano escluse tutte le persone che hanno abbandonato la ricerca di un lavoro, perché ci hanno rinunciato, perché si devono occupare a tempo pieno dei familiari o perché si trovano in una relazione abusante in cui il partner ostacola la ricerca di un impiego.
A fornire i dati e la sucessiva analisi è la CGIL di Forlì Cesena che li divulga in occasione del 25 novembre Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.
“Da metà novembre fino alla fine dell’anno le donne lavoreranno gratis”, questa frase potrebbe suonare come una provocazione ma non lo è, anzi descrive la realtà: spiega la CGIL di Forlì-Cesena che invita a ricercare la spiegazione proprio nei dati statistici indicati sopra.
“Ingiustizie che colpiscono tutto il mondo del lavoro ma che si accaniscono in particolare sulle donne, che ancora oggi nel nostro paese devono farsi carico della maggior parte del lavoro di cura all’interno del nucleo familiare. In Italia mentre il tasso di natalità continua a scendere e le donne incontrano molte difficoltà durante la ricerca di un impiego, il governo decide di rispondere a questi problemi con Bonus una tantum che escludono numerosi lavoratrici e lavoratori e non intervengono in modo strutturale per conciliare genitorialità e lavoro. In Italia mancano investimenti destinati ai servizi per l’infanzia e la norma sul congedo di paternità indica solo dieci giorni obbligatori di congedo per i padri”: commenta la CGIL di Forlì Cesena.
“I temi delle discriminazioni strutturali e della violenza sistemica sono legati a doppio filo, gli stereotipi incentivano sia gli abusi in famiglia che nei posti di lavoro, accrescendo l’impossibilità di crearsi percorsi di vita indipendenti perché si è soggette a ricatti psicologici e economici, quando la discriminazione arriva alle conseguenze più gravi avvengono i femminicidi, quest’anno in Italia sono stati commessi più di cento femminicidi, più della metà per mano di partner, ex partner o famigliari della persona uccisa”: aggiunge ancora la CGIL di Forlì Cesena.
E il sindacato ricorda che “ogni giorno, non solo il 25 novembre” si batte per contrastare le discriminazioni e lo fa anche attraverso iniziative sul territorio: tanti gli eventi di sensibilizzazione che abbiamo promosso e/o a cui abbiamo partecipato nella provincia Forlì Cesena; abbiamo organizzato assemblee nei luoghi di lavoro per la parità di genere con l’aiuto indispensabile di esperte, associazioni e dei Centri Donna, di Forlì e di Cesena”.
Nella foto in alto Maria Giorgini, la segretaria generale della Camera del lavoro provinciale di Forlì-Cesena