(Sesto Potere) – Roma – 18 novembre 2024 – – Incremento del turismo locale, rivitalizzazione dei borghi interni alle prese con il tragico fenomeno dello spopolamento, promozione delle eccellenze enogastronomiche, supporto all’economia locale, tutela del patrimonio culturale immateriale e socialità.
Le Pro Loco sono un motore economico per le comunità italiane, ritenute importanti da più di 9 italiani su 10 nella promozione del territorio e nella conservazione delle tradizioni locali, secondo un’indagine del Censis condotta nel 2024 per UNPLI – Unione Nazionale Pro Loco.
In Italia sono oltre 6.400 quelle rappresentate dall’UNPLI, coinvolgono una rete di più di 500 mila persone impegnate nell’organizzazione e promozione di attività, servizi ed eventi per la comunità, per un totale di 25 milioni di ore di volontariato l’anno. Oggi e domani all’hotel Ergife di Roma si svolgerà l’assemblea nazionale dell’UNPLI che vedrà il rinnovo degli organi statutari.
“Oltre 1.200 partecipanti e 300 delegati da tutta Italia- ha detto il presidente di Unpli, Antonino La Spina– Questo è un momento di crescita del nostro mondo che vuole lanciare dei messaggi sia alle istituzioni che a tutti i volontari che ogni giorno lavorano nelle pro loco”, cresciute di 100 unità negli ultimi 4 anni nonostante il covid.
Secondo il Censis più di 9 italiani su 10 ritengono molto o abbastanza importante il ruolo delle Pro Loco nella promozione del territorio e nella conservazione delle tradizioni locali, percezione condivisa in modo trasversale a gruppi sociali e territori.
Quasi il 60% delle persone dichiara di aver partecipato almeno una volta a un evento Pro Loco nel 2023. Di queste, il 43,5% afferma di aver partecipato a eventi organizzati da Pro Loco durante i propri viaggi. Dall’indagine del Censis risulta che, nel 2023, il 22,6% delle Pro Loco ha registrato più di 5.000 partecipazioni alle attività e gli eventi organizzati durante l’intero anno, con un picco eccezionale raggiunto con 200.000 partecipazioni dichiarate da una Pro Loco.
Il 41,4% stima che l’andamento del numero di partecipazioni ai propri eventi sia tornato uguale rispetto agli anni prima del Covid, e il 37,3% afferma che sono aumentati. Il 90,9% ha utilizzato principalmente i Social Media come forma principale di comunicazione per promuovere le proprie iniziative, marcando l’adattabilità delle Pro Loco alle nuove forme di comunicazione.
Pur essendo le sagre una delle attività principali gestite dal 91% delle Pro Loco, una recente ricerca condotta dal Centro Studi Sintesi CGIA di Mestre evidenzia come queste organizzazioni si distinguano per una varietà di iniziative che spaziano dagli eventi musicali 80%, religiosi 57%, gestione di uffici turistici a quella di musei 46%, siti storici e ambientali 29%, attività di salvaguardia ambientale 46%, fino alla promozione di eventi e incontri formativi e culturali 40%.
Oltre l’80% delle associazioni è attivamente coinvolto nella valorizzazione di prodotti enogastronomici tipici, come quelli a marchio DOP, IGP, DOC e DOCG, segno di un forte impegno nella promozione delle eccellenze del territorio. Non meno importante è la tutela del patrimonio storico e ambientale, con circa il 70% delle Pro Loco che gestiscono iniziative legate a parchi naturali e siti di interesse culturale.
Le Pro Loco sono anche protagoniste nel sostegno al turismo sostenibile, spesso lontano dai flussi di overtourism.
Secondo la CGIA di Mestre ben l’87% delle associazioni operano in territori non massificati dal turismo di massa, contribuendo a stimolare l’economia locale attraverso eventi che attraggono non solo i residenti, ma anche turisti provenienti da altre regioni o dall’estero. La partecipazione a questi eventi è infatti in crescita, con un 16% di visitatori che arriva da fuori regione.
In questo contesto, le Pro Loco abbracciano anche la filosofia dello slow tourism, con eventi che favoriscono un turismo più lento e accessibile, particolarmente adatto a un pubblico adulto e anziano. La ricerca della CGIA di Mestre sottolinea come le Pro Loco prestino grande attenzione all’accessibilità, con il 94% che valuta la fruibilità degli spazi per le persone con disabilità, e l’87% che adotta misure per favorire la mobilità di chi usa ausili come carrozzine o deambulatori.
Inoltre, l’inclusività non si limita alla fruizione degli eventi, ma si estende anche alla partecipazione attiva, con numerosi volontari con disabilità coinvolti nelle attività.
Le Pro Loco coprono oltre la metà dei costi attraverso l’autofinanziamento (54%), il restante con contributi privati (19%) e pubblici (27%) e organizzano ogni anno circa 110 mila in tutta Italia, attraendo 88 milioni di partecipanti di cui 76,5 milioni provenienti dalla regione, 9,7 milioni dal resto d’Italia e 1,8 milioni dall’estero: il 24% sono anziani, 45% famiglie e 31% sono giovani.
Delle 110mila manifestazioni annuali 20 mila sono sagre per una spesa complessiva di 700 milioni di euro sostenuta dalle Pro Loco con la collaborazione di amministrazioni pubbliche, associazioni di volontariato, culturali, sportive, religiose, consorzi di tutela di prodotti locali, un indotto di 2,1 miliardi di euro, 10.500 occupati e più di 300.000 volontari. Nel corso dell’anno giubilare a Roma in arrivo un evento sarà dedicato alle Pro Loco: “il 29 giugno ci sarà il Giubileo delle Pro Loco e contiamo di essere qui in massa”, ha concluso il presidente La Spina.
LA SPINA (UNPLI): “SENZA PRO LOCO L’ITALIA SI SPEGNE”
“Nove italiani su 10 ritengono molto importante il ruolo che abbiamo nella tutela e valorizzazione del patrimonio culturale italiano. Questo dato certificato dal Censis ci dà una forza in più perché riusciamo a essere indispensabili. Se domani mattina le pro loco smettessero di operare si spegnerebbe l’Italia”. Lo ha detto il presidente dell’Unione Nazionale Pro Loco d’Italia, Antonino La Spina. Un momento anche per “chiedere maggiore attenzione alle istituzioni perché dei circa 3-4 mld di euro generati dal nostro mondo, il 70% è frutto della nostra organizzazione e quindi di iniziative autofinanziate, il restante 30% arriva dal pubblico, questo significa che con il nostro lavoro riusciamo a dare una mano molto forte alle comunità. I miliardi generati dai nostri eventi e che riguardano solo le sagre portano le pro loco in un quadro di grande rilievo nell’ottica di un valore economico per tantissime realtà, che grazie al nostro lavoro realizzano una grande voglia di costruzione di messaggi per le nostre comunità che cercano di mantenere le persone nei nostri territori evitando lo spopolamento”.
L’impatto “non è solo economico ma anche sociale. Unire le comunità porta a generare tanta condivisione e inclusione sociale- ha continuato La Spina– Siamo qui oggi per rafforzare questi messaggi e confrontarci con le istituzioni, abbiamo necessità di stringere sempre di più i rapporti su base locale, e lo facciamo benissimo con Anci, anche per creare rapporti solidi che possano costruire relazioni che generano animazione territoriale”.
Cosa chiedono le Pro Loco al governo? “Intanto il supporto economico, che non guasta mai- ha risposto La Spina– Stiamo lavorando su tanti aspetti, uno di questi e’ quello legato alla sicurezza. Abbiamo una proposta di legge al Senato per fare sì che le nostre manifestazioni (ne organizziamo circa 110.000) siano più snelle. Considerate che per ciascuna di queste abbiamo bisogno di un piano di sicurezza, un’attività di security e safety che appesantiscono a volte dal punto di vista economico e a volte creano rotture nel sistema che ci impediscono di fare il nostro lavoro. Poi c’è la questione dell’Iva che preoccupa il terzo settore, per assicurare alle nostre associazioni una gestione di carattere, di volontà di fare il bene degli altri e non pagare per farlo”.