martedì, Novembre 5, 2024
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Aperture straordinarie del rifugio antiaereo della Rocca Malatestiana

(Sesto Potere) – Cesena – 5 novembre 2024 – A seguito della riapertura avvenuta nel corso del fine settimana in cui la città di Cesena ha celebrato l’ottantesimo anniversario della liberazione dal nazifascismo, il rifugio antiaereo di viale Mazzoni torna ad essere oggetto di visita da parte di tutti coloro che intendono scoprire e approfondire questo luogo della memoria.

Nel dettaglio, sarà possibile organizzare una visita ogni secondo e quarto sabato del mese dalle ore 15:00 alle ore 18:00.
Le prossime date disponibili sono: sabato 9 e 23 novembre, sabato 14 e 28 dicembre.

(Per ulteriori informazioni e per prenotazioni è possibile scrivere a prenotazioni@comune.cesena.fc.it oppure contattare il numero 0547 610892. Ingresso gratuito).

Dal maggio del 1943 l’Italia centro-settentrionale cominciò ad essere sottoposta alle prime incursioni da parte degli alleati, con lo scopo di indebolire le difese tedesche e preparare il terreno per l’invasione.

Il rifugio, il più importante di Cesena, fu progettato nel 1940 dall’ingegnere capo del Comune, Mario Tellerini, responsabile del Comitato di Difesa Antiaerea della città, seguendo le precise direttive impartite dal Ministero della Guerra. Per la sua costruzione fu scavato il colle della Rocca Malatestiana, in posizione distante dalla piazza del Popolo per evitare il rischio di ostruzione degli ingressi in caso di crolli di fabbricati.

Il rifugio fu utilizzato per la prima volta il 13 maggio 1944, giorno del primo, tragico bombardamento aereo su Cesena. Lungo 60 metri e coperto da volta a botte, ha due ingressi protetti da archi rampanti addossati alle mura del parco della Rimembranza, con funzione di paraschegge. All’interno erano presenti l’infermeria, l’alloggio dei pompieri e del capo-ricovero, due latrine e sedute in legno per 290 persone.

Questo luogo infatti era principalmente riservato a donne, bambini e invalidi. Durante gli allarmi aerei, la popolazione si ammassava in spazi ristretti per ore, vivendo in condizioni di estrema tensione e difficoltà. Un rigido regolamento dettava le norme di comportamento all’interno del rifugio, sia per i civili che per il personale di servizio, per garantire la sicurezza e la convivenza.