(Sesto Potere) – Roma – 2 novembre 2024 – Alla presenza del Presidente della Repubblica, Mattarella, è stata celebrata a Roma la 100ª edizione della Giornata Mondiale del Risparmio, istituita nell’ottobre del 1924 in occasione del 1° Congresso Internazionale del Risparmio, e da allora organizzata annualmente da Acri, l’associazione delle Fondazioni di origine bancaria e delle Casse di Risparmio Spa.
Quest’anno il tema della Giornata è stato “1924-2024: Cento anni di cultura del risparmio”.
Insieme al Presidente di Acri, Giovanni Azzone, sono intervenuti: il Ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti, il Governatore della Banca d’Italia Fabio Panetta, il Presidente dell’Abi Antonio Patuelli.
Nel suo intervento il presidente di Acri Giovanni Azzone ha tra l’altro dichiarato: «Al netto di alcune brevi interruzioni, nel corso del secolo trascorso, il risparmio degli italiani ha continuato a crescere, arrivando oggi a superare 5mila miliardi, attestando l’Italia ai primi posti tra i paesi della Ue per propensione al risparmio, pur se con una distribuzione non omogenea sul territorio e tra classi di età. Si tratta di un dato importante, che però non deve portare a dimenticare alcuni punti meritevoli di attenzione. [Tra questi] quello dell’inclusione finanziaria delle donne e delle persone anziane. In Italia una donna su tre non ha un conto corrente intestato a proprio nome. Inoltre, le donne, scontando un grave divario salariale, accedono con più difficoltà a prestiti e forme di previdenza complementare. Allo stesso tempo, la transizione tecnologica e digitale rischia di escludere dall’accesso a servizi essenziali (a causa del digital divide) una fascia importante e crescente della popolazione, quella delle persone anziane».
Giovanni Azzone ha parlato anche della rivoluzione digitale per gli effetti che potrebbe avere anche nel risparmio: «l’emergere di nuovi intermediari finanziari, la diffusione di cripto valute e di monete elettroniche, l’utilizzo dell’intelligenza artificiale per la gestione degli investimenti. Opportunità che sono però accompagnate da complessità e rischi crescenti e che rafforzano ulteriormente la rilevanza dell’educazione finanziaria».
Nel suo intervento il Capo dello Stato Sergio Mattarella (nella foto in alto by quirinale.it) ha citato alcune indagini disponibili della Banca d’Italia che ci dicono: «che il risparmio viene utilizzato in primo luogo per proteggersi da eventi inattesi, come poc’anzi sottolineava il Governatore. E la crescita dell’incertezza, nel contesto sociale ed economico, tende ad accrescerne la rilevanza. In secondo luogo si rivolge allo sguardo al futuro, anche pensionistico – data la consapevolezza della minore generosità dei sistemi pensionistici – quindi si impegna, il risparmio, per le future generazioni, infine per affrontare spese importanti, sovente, naturalmente, per disporre di una casa. Continua, pertanto, ad avere un ruolo fondamentale per il benessere delle persone, per il loro futuro, per quello dei familiari. Ma è anche, il risparmio, di primaria importanza per far funzionare l’economia, quella reale. Per finanziare il credito, il risparmio è fonte imprescindibile. Le iniziative per incoraggiare il risparmio sono, dunque, ancora necessarie e benvenute. La prima condizione – ripeto – è che sia possibile risparmiare a livello individuale. Oggi – come la Banca d’Italia fa presente – il 50 per cento della nostra popolazione non è in grado di risparmiare. Con disuguaglianze gravi. Va sottolineato come a contribuire in modo determinante al risparmio sia necessario un ambiente economico e finanziario stabile e affidabile».
Da parte sua, il presidente dell’Abi, Antonio Patuelli (nella foto a lato by abi.it), nel suo intervento ha sostenuto – tra l’altro – che: «Il risparmio ben collocato tramite le banche è e sarà sempre più determinante fattore di sviluppo e di occupazione e di sottoscrizione del debito pubblico. Il risparmio va meglio tutelato anche perché i prestiti si fanno con la stabile liquidità derivante dal risparmio ben investito. Vetuste leggi fiscali, molto antecedenti alle nuovissime tecnologie e all’intelligenza artificiale, dispongono ancora uguale tassazione per il risparmio e per la speculazione. Occorre sia meglio tutelato il risparmio, come dispone l’articolo 47 della Costituzione che recita: “la Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme”. La Repubblica deve tutelare il risparmio distinguendolo dalla speculazione che ora si muove anche in una sola frazione di secondo. Chiediamo che le leggi tributarie rispettino meglio il risparmio che oggi è gravato dall’imposta ordinaria del 26%, che si aggiunge alla pressione fiscale sulle società quando in esse viene investito».
«Grava sul risparmio, pure sulla liquidità nei conti correnti, anche l’imposta di bollo che è una patrimoniale da abolire. Occorre che la Repubblica tuteli meglio la stabilità degli investimenti del risparmio sia in strumenti basati sulla liquidità, sia in azioni. Il risparmio investito in azioni di società subisce una tassazione di ben oltre la metà del reddito lordo prodotto, assommandosi la “cedolare secca” del 26% sul reddito netto già gravato dall’IRES del 24% e dalle addizionali regionali e comunali, dal 4,5% circa dell’IRAP, dall’IMU e dall’imposta di bollo. Nella stessa Unione Europea, finché non ci sarà l’unità anche delle regole fiscali, vi è e vi sarà forte concorrenza fra gli Stati per attrarre il risparmio e i capitali. La pesante tassazione esistente in Italia spinge tante volte i risparmiatori italiani ad investire all’estero. Occorre correggere presto tutto questo, perché la tutela dei risparmiatori è una necessità etica e strategica per l’Italia»: ha concluso il presidente dell’Abi, Antonio Patuelli.