(Sesto Potere) – Rimini – 30 ottobre 2024 – Rimini, 29 ottobre 2024 – Dati incoraggianti sull´economia circolare in Italia, nonostante le sfide globali. Il panorama nazionale mostra progressi significativi, confermando la posizione di primo piano del Paese nel contesto europeo. Secondo il quinto Rapporto nazionale sull´economia circolare, realizzato dal Circular Economy Network in collaborazione con ENEA, l´Italia si conferma leader tra le principali economie europee. Il nostro Paese totalizza 20 punti su una scala di performance di circolarità, seguito da Spagna (19 punti), Francia (17 punti), Germania (12 punti) e Polonia (9 punti).
Nel 2023, l´Italia ha consolidato la sua posizione di eccellenza nel riciclo di imballaggi, raggiungendo un tasso del 72%, significativamente superiore alla media europea del 53%. Questo risultato supera già gli obiettivi europei fissati per il 2025 (65%) e si avvicina a quelli del 2030 (70%), confermando l´efficacia delle politiche italiane in materia di gestione dei rifiuti.
I dati sono stati forniti nel quadro della presentazione di Ecomondo 2024, rassegna di riferimento nel panorama internazionale dedicata alla sostenibilità e all’economia circolare, in programma dal 5 all’8 novembre nei padiglioni della Fiera di Rimini
RICICLO E UTILIZZO DI MATERIA SECONDA: RISULTATI ECCELLENTI
Su circa 14,7 milioni di tonnellate di imballaggi immessi al consumo, oltre 10,5 milioni hanno trovato una seconda vita. L´Italia si distingue non solo per le quantità riciclate, ma anche per l´efficienza economica del processo, gestendo il riciclo a costi inferiori rispetto alla media europea. Il tasso di utilizzo di materia proveniente dal riciclo si attesta al 18,4%, ben al di sopra della media UE dell´11,7%. Nonostante una leggera flessione rispetto all´anno precedente, l´Italia mantiene una posizione di rilievo in questo ambito. Nel 2023, i materiali maggiormente avviati al riciclo sono stati la carta (4,4 milioni di tonnellate), seguita dal vetro (2,3 milioni), dal legno (2,2 milioni) e dalla plastica (1,15 milioni). Questi risultati sono il frutto di un sistema di recupero maturo e diversificato, che si basa su una collaborazione efficace tra i Consorzi di filiera del sistema CONAI (47% del totale riciclato), gli operatori indipendenti (51%) e i sistemi autonomi (2%).
Questi risultati sono particolarmente significativi considerando il contesto globale. Il tasso di circolarità nell´economia mondiale sta diminuendo, passando negli ultimi cinque anni dal 9,1% al 7,2%. In questo scenario, l´Italia si distingue, dunque, per la sua capacità di mantenere e migliorare le proprie performance nella sostenibilità.
PRODUTTIVITÀ DELLE RISORSE E CONSUMO DI SUOLO
L´Italia si distingue anche per l´elevata produttività delle risorse, generando 3,2 euro di PIL per ogni kg di risorsa consumata, alla pari con la Francia e superiore alla media europea di 2,1 euro/kg. Questo dato evidenzia l´efficienza del sistema produttivo italiano nel creare valore economico a partire dalle risorse utilizzate.
Tuttavia, il Paese mostra alcune criticità nel consumo di suolo, con il 7,1% della superficie totale coperta da superficie artificiale, un dato superiore alla media UE del 4,2%. Questo aspetto richiede particolare attenzione e l´implementazione di politiche mirate per limitare l´espansione urbana e promuovere la rigenerazione delle aree già urbanizzate.
GREEN JOBS, LA DOMANDA È DESTINATA A CRESCERE NEI PROSSIMI ANNI
Un aspetto cruciale dell´economia circolare è rappresentato dai green jobs. Nel 2023, secondo i dati raccolti da Unioncamere, l´Italia conta 3,2 milioni di lavoratori green, pari al 13,9% degli occupati totali. Questo dato sottolinea il ruolo centrale della sostenibilità nel mercato del lavoro nazionale.
Tuttavia, emerge una sfida significativa: la difficoltà nel reperire profili con competenze green adeguate. Il 52,6% delle posizioni green risulta di difficile copertura, evidenziando un gap tra domanda e offerta di competenze specializzate. Questo mismatch rappresenta una criticità da affrontare per sostenere la crescita del settore.
Le proiezioni indicano che entro i prossimi cinque anni saranno necessari 3,9 milioni di nuovi lavoratori nei vari settori della sostenibilità. Questa previsione sottolinea l´urgenza di potenziare la formazione e la specializzazione in ambito ambientale, come richiesto anche dai giovani laureati, che giudicano insufficiente l´attuale offerta formativa in materia di sostenibilità.
Secondo il Sistema Informativo Excelsior di Unioncamere e Anpal, entro il 2027 il mercato del lavoro italiano richiederà a quasi 2,4 milioni di occupati competenze green di livello almeno intermedio e a oltre 1,5 milioni di livello elevato. Queste competenze saranno richieste rispettivamente al 65% (livello intermedio) e al 41% (livello elevato) dell´intero fabbisogno occupazionale previsto.
La domanda di competenze green riguarda tutti i livelli di istruzione, tra gli indirizzi di laurea più richiesti si evidenziano l´ingegneria civile e architettura, ingegneria industriale, scienze biologiche e biotecnologie.