(Sesto Potere) – Borgo Val di Taro (Parma) – 15 ottobre 2024 – Le frodi online si stanno evolvendo con tecniche sempre più raffinate, puntando a sfruttare l’ingenuità degli utenti a scopo di lucro illecito. Tra le truffe più recenti spicca l’offerta di guadagni supplementari per compiti superficiali quali l’apposizione di “Mi piace” su video di vario genere. Tuttavia, dietro questa apparente semplicità, si nascondono obiettivi molto più nefasti, quali il sottrarre dati sensibili, dettagli bancari e somme di denaro.
Questa particolare truffa si innesca con la ricezione di un messaggio, solitamente inviato tramite WhatsApp, da parte di un falso reclutatore che propone guadagni facili in cambio di un “clic”. I truffatori mirano a ottenere informazioni personali come il numero di WhatsApp, i dati bancari, l’età, la professione e il nome completo dell’individuo.
Una volta rilasciati i primi “Mi piace”, viene suggerito di scaricare applicazioni di messaggistica e di iscriversi a determinati canali con la promessa di ritorni economici elevati, a fronte di un modesto investimento.
È quello che, in sintesi, è accaduto alcuni mesi fa ad una donna residente a Roma. Nello specifico la vittima ha aderito all’iniziativa che le era stata proposta da uno di questi fantomatici reclutatori ed ha aperto un profilo su di una famosa piattaforma di messaggistica. Da lì ha iniziato a distribuire dei mi “mi piace” secondo le indicazioni che man mano riceveva, percependo piccolissime somme di denaro.
Carpita la fiducia della donna, le è stato chiesto di effettuare alcuni bonifici, anche in questo caso di poche decine di euro, che le venivano rimborsati, con una piccola maggiorazione.
La cosa è andata avanti così per un po’, fino a quando la vittima ha effettuato un bonifico di 500 euro, per “completare la missione” senza ricevere più alcuna notizia in merito ne tantomeno alcun rimborso maggiorato. Dopo svariati tentativi di contattare il beneficiario, tutti ovviamente andati a vuoto, la donna si è resa conto di essere stata truffata ed ha sporto denuncia ai Carabinieri.
Le successive indagini e gli accertamenti bancari eseguiti dai militari, hanno permesso di identificare la titolare della Postepay sulla quale la denunciante ha trasferito il denaro.
Raccolti significativi elementi probatori a carico di una 40enne straniera, fatto salvo il principio di presunzione di innocenza fino a sentenza definitiva, la donna è stata denunciata alla Procura di Parma perché ritenuta – la sua base nel territorio emiliano – la presunta autrice della truffa.