(Sesto Potere) – Bologna – 14 ottobre 2024 – Il Dibattito Pubblico per il quadruplicamento Bologna-Castel Bolognese Riolo Terme, indetto l’11 marzo 2024 e avviato l’8 maggio 2024, prende forma.
La tratta Bologna-Castel Bolognese Riolo Terme rappresenta la prima fase prioritaria del potenziamento della Direttrice Adriatica, che introduce un nuovo scenario di connettività allo spazio unico europeo. Asse funzionale di collegamento tra il nord e il sud del Paese, la Direttrice costituisce un importante itinerario merci di collegamento verso il nord dai porti di Gioia Tauro, Taranto e Brindisi, in grado di apportare benefici per l’intermodalità e la crescita logistica ferroviaria del meridione.
L’intervento si inserisce nel Corridoio della rete centrale Scandinavo-Mediterraneo, che negli impianti di Castel Bolognese R.T. e Faenza, si interseca con il Corridoio Baltico-Adriatico.
L’intervento prevede un quadruplicamento tra Bologna e Castel Bolognese con caratteristiche di linea AV/AC per garantire un incremento della capacità della linea.
L’investimento è finanziato con la Legge di Bilancio 2022 e successiva rimodulazione come da Legge di Bilancio per il 2024. Il progetto è inserito nell’aggiornamento 2023 del Contratto di Programma 2022-2026 – Parte Investimenti tra RFI e MIT “Velocizzazione e Potenziamento linea ferroviaria Adriatica 1^ fase”.
Il Documento di Fattibilità delle Alternative Progettuali (DocFAP) della tratta Bologna-Castel Bolognese, oggetto del Dibattito Pubblico, si è concluso nel 2023 e i relativi esiti sono stati condivisi con la Struttura Tecnica di Missione del MIT e con la Regione Emilia-Romagna.
Gli esiti del Dibattito Pubblico saranno valorizzati nello sviluppo del Progetto di Fattibilità Tecnico-Economica (PFTE), a valle del quale, tra il 2024 e il 2025, sarà avviata la relativa fase di iter autorizzativo.
Per l’intervento sono state analizzate tre ipotesi di tracciato in variante.
Le alternative 1 e 2 hanno una lunghezza di circa 35 km, quasi totalmente in viadotto e circa 6 km in rilevato.
L’alternativa 3, che prevede anche la realizzazione di due scavalchi autostradali, si estende per circa 37 km, per la quasi totalità in viadotto e per circa 6 km in rilevato.
Tutte le soluzioni prevedono, nel tratto in rilevato, la realizzazione di un nuovo posto di movimento.
Il tema del progetto è approfondito in due portali web: Il sito del Dibattito Pubblico del Quadruplicamento Bologna-Castel Bolognese e Documento di Fattibilità delle Alternative Progettuali dell’intervento.
Il tema di alcune opere in viadotti e sopraelevata ha spinto gli Enti locali interessati dal tracciato: Città Metropolitana di Bologna, Provincia di Ravenna e Comuni di: Bologna, San Lazzaro, Ozzano, Imola, Castel San Pietro, Dozza, Castel Bolognese e Solarolo a riassumere in una nota congiuta alcune contrarietà e perplessità.
“Il progetto del quadruplicamento ferroviario della linea Alta Velocità e Alta Capacità Bologna-Castel Bolognese è strategico per i territori di Bologna, Ravenna e per la mobilità ferroviaria nazionale, come gli Enti locali coinvolti hanno avuto modo di ribadire nelle sedi istituzionali che li hanno visti partecipi, dove hanno però anche rappresentato la preoccupazione per le ipotesi di progetto. I tracciati presentati non approfondiscono sufficientemente le peculiarità dei territori attraversati e non soddisfano le necessità di un progetto sostenibile per il suo impatto ambientale e inserimento urbanistico. Si apprende che, sul sito del Dibattito Pubblico sono stati pubblicati ulteriori tracciati sviluppati da parte di RFI, che sono stati presentati agli Enti locali, i quali però non li hanno condivisi, e che dunque rappresentano ancora una posizione unilaterale da parte di RFI. In particolare non sono arrivate ancora risposte soddisfacenti su alcuni quesiti: come la ferrovia affronta i due nodi ferroviari di Bologna e Imola; le ragioni effettive di un tracciato sviluppato tutto in elevazione; quali valutazioni di impatto acustico e paesaggistico e quale progetto di trasporto merci e passeggeri si intende soddisfare. Le proposte illustrate non trovano una convergenza e gli Enti locali auspicano che attraverso il proseguimento del lavoro del tavolo interistituzionale, coordinato dalla Regione Emilia-Romagna, si possa arrivare a un progetto condiviso”: scrivono Città Metropolitana di Bologna, Provincia di Ravenna e Comuni di: Bologna, San Lazzaro, Ozzano, Imola, Castel San Pietro, Dozza, Castel Bolognese e Solarolo.
“Un’opera di questa dimensione e impatto richiede approfondimenti più puntuali e una condivisione più trasparente dei criteri che guidano le scelte progettuali. Nonostante le interlocuzioni avvenute, infatti, non si è arrivati ad avere tutte le verifiche necessarie, con un tracciato che rimane ancora troppo impattante per i territori e che non è sufficientemente integrato con le infrastrutture esistenti, gli strumenti pianificatori e con le necessità materiali delle comunità locali”: aggiungono gli enti locali che informano che, “in maniera congiunta e concertata”, sono già al lavoro per produrre un documento articolato di osservazioni puntuali su quanto pubblicato, che nei prossimi giorni sarà inviato a RFI.
Gli stessi enti locali che si sono mobilitati unitariamente concludono dicendo che “ritengono quindi indispensabile un ulteriore lavoro per garantire che l’opera non solo riduca il suo impatto, ma diventi realmente utile per lo sviluppo del territorio, obiettivo che, allo stato attuale, sembra lontano dall’essere raggiunto”.