sabato, Ottobre 5, 2024
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70° anniversario Lions Club a Reggio Emilia, convegno sul ruolo della donna in economia e società negli ultimi decenni

(Sesto Potere) – Reggio Emilia – 5 ottobre 2024 – Il ruolo della donna nella crescita economica e sociale dal dopoguerra ad oggi, vissuto in prima persona e testimoniato da due grandi imprenditrici – Anna Molinari, stilista, fondatrice di Blumarine, Deanna Ferretti Veroni, titolare dell’archivio storico Modateca Deanna – e analizzato nella sua evoluzione storica e sociale dal viceprefetto vicario di Reggio Emilia, dottoressa Caterina Minutoli, dall’onorevole Ilenia Malavasi e dalla presidente di Unindustria Reggio Emilia, Roberta Anceschi.

Questo il tema al centro del convegno, condotto dal giornalista e direttore di Telereggio Mattia Mariani, che questa mattina ha riempito l’Auditorium Fellini-Masina di Reggiolo, al quale hanno partecipato molti amministratori dei Comuni della provincia di Reggio Emilia, autorità civili e militari, tra cui il capitano Roberto Iandiorio, comandante dei Carabinieri della Compagnia di Guastalla, e gli studenti e i docenti delle classi terze del plesso scolastico di Campagnola e Rio Saliceto.

L’iniziativa, organizzata dai Club Lions di Reggio Emilia, in occasione del 70° anniversario di attività sul territorio, insieme al Lions Club Alberto Pio di Carpi, si è aperta con i saluti del presidente del Lions Club Fabbrico “Rocca Falcona”, Sanzio Pignagnoli, che nel citare il motto del Lions Club we serve (noi serviamo)ha sottolineato:E’ con questo spirito che intendiamo rendere il giusto riconoscimento all’importante contributo delle donne allo sviluppo dell’economia del nostro territorio nel difficilissimo periodo del dopoguerra ad oggi”. L’architetto Laura Casarini, presidente del Lions Club Carpi “Alberto Pio”, ha quindi ricordato la genesi del Lions Club di Carpinato quarant’anni fa come club di sole donne: “nel 1984 non era possibile per le donne far parte dei club Lions, potevi solo essere moglie di socio. Fin da subito le nostre socie fondatrici si sono rese autonome dal club padrino. Oggi il club è formato da imprenditrici e libere professioniste: tutte donne abituate a confrontarsi col mondo del lavoro, pragmatiche, battagliere, ma allo stesso tempo sognatrici”.

Il Lions International rispecchia perfettamente l’evolversi della nostra società: in particolare nell’ultimo decennio, la nostra associazione ha visto un sostanziale incremento della membership femminile – ha spiegatoPatrizia Campari, governatore del Distretto Lions 108 Tb, che ha fotografato il ruolo delle donne all’interno dell’associazione di service – attualmente le socie Lions in Italia rappresentano circa il 24% e portano un contributo sempre più importante di energia nuova, entusiasmo e idee. Quest’anno il Distretto Lions 108 Tb festeggia il cinquantenario dalla sua costituzione e io sono onorata di essere il 50° Governatore”.

La dottoressa Caterina Minutoli, viceprefetto vicario di Reggio Emilia, presente al convegno in rappresentanza del prefetto Maria Rita Cocciufa, ha quindi ricordato la figura della dottoressa Rosa Oliva, che nel 1960, giovane laureata in Scienze politiche, si oppose alla legge incostituzionale che impediva alle donne di accedere al concorso pubblico per la carriera prefettizia. La storica sentenza della Consulta aprì i concorsi pubblici a tutte donne, fino ad allora vietati. “Oggi, in Italia, non solo il 35% dei prefetti sono donne, ma abbiamo anche conquistato il ruolo importantissimo di ministro dell’Interno e nel 2015 si è registrato il ‘sorpasso rosa’ in magistratura, così come in molte altre alte istituzioni”.

A fronte di un aumento, in Italia, della percentuale di occupazione femminile, tuttavia rimane ancora elevato il gap rispetto ad altri paesi europei. “Il basso tasso di occupazione femminile anche nelle regioni più virtuose, come l’Emilia-Romagna, si distanzia dalle migliori performance europee; tale circostanza è anche effetto delle difficoltà di conciliazione con i compiti di cura ed assistenza nei nuclei familiari dirigente – ha evidenziatoRoberta Anceschi, presidente di Unindustria Reggio Emilia – Se pensiamo alle posizioni manageriali femminili, nel nostro Paese sono solo il 28% del totale e la quota si riduce al 19% se consideriamo le posizioni regolate da un contratto da dirigente. Occuparsi davvero di lavoro femminile significa di fatto ripensare la nostra società e questo obiettivo è possibile non immaginando rivoluzioni complessive, ma piccoli cambiamenti graduali all’interno delle organizzazioni per costruire, dal basso, un modello diverso, come già accade in tanti luoghi di lavoro reggiani”.

L’imprenditoria femminile sta guadagnando un ruolo sempre più rilevante in settori innovativi dell’economia – haaggiunto il sindaco del Comune di Reggiolo, architetto Roberto Angeli – le donne imprenditrici sono protagoniste di cambiamenti significativi: il loro contributo è fondamentale per promuovere nuove idee, migliorare la competitività, stimolare lo sviluppo sostenibile, favorendo una crescita inclusiva. Sostenere il loro percorso significa rafforzare l’economia e creare nuove opportunità di sviluppo su scala globale

Il confronto è proseguito con gli interventi del professor Franco Mosconi, docente di Economia e Politica Industriale all’Università di Parma e studioso del “Modello Emiliano”, che si è soffermato su quelli che considera i due veri pilastri del modello, imprese innovative e spirito di comunità (da qui il titolo del suo ultimo libro sull’argomento, edito da Post Editori nel 2023), e di Romana Secchi che ha ricordato la storia del Museo del Truciolo di Villarotta di Luzzara, di cui Luisa Baccuini è presidente: “Le donne, nella semplice operosità quotidiana, hanno colto tutte le opportunità di reddito per la famiglia, per ritagliarsi spazi di autonomia e contribuire al miglioramento delle condizioni di vita dei loro figli, facilitando così anche lo sviluppo economico di tutto il territorio”.

Le testimonianze di Anna Molinari, Deanna Ferretti Veroni e dell’onorevole Ilenia Malavasi, sollecitate dalle domande del giornalista Mariani, hanno consegnato alla platea attenta una vera e propria analisi storica e sociologica del ruolo della donna nella società e nel mondo del lavoro dal dopoguerra ad oggi, sottolineata anche dal presidente del Comitato Organizzatore del 70° Anniversario dei Lions reggiani, dottor Sergio Vaiani che ha ricordato “l’importante attività svolta dai Lions a favore delle Comunità in cui operiamo, stimolo di crescita economica e sociale”.

L’iniziativa si è conclusa con la toccante testimonianza di Kimmy, una giovane donnadi origini indiane che, grazie alla generosità della Comunità della Bernolda di Novellara e all’associazione di volontariato Servire l’Uomo da cui ha ricevuto soccorso e supporto negli studi, ha davanti a sé una nuova prospettiva di vita.

Il convegno, patrocinato da Comune di Reggiolo, Provincia di Reggio Emilia, Unindustria Reggio Emilia con il contributo di Premode Uomo, Loma Spa Maglierie, Fondazione Officina Belle Arti, è stato organizzato dai Lions Club della provincia di Reggio Emilia (Fabbrico Rocca Falcona, Reggio Emilia Host Città del Tricolore, La Guglia – Matilde di Canossa, Regium Lepidi e Cispadana, Sant’Ilario D’Enza, Albinea Ludovico Ariosto, Canossa Val d’Enza, Correggio Antonio Allegri, Scandiano, Guastalla Ferrante Gonzaga, Castelnovo ne’ Monti) e dal Lions Club Alberto Pio di Carpi.

INTERVENTI

Franco Mosconi, docente di Economia e Politica Industriale all’Università di Parma e studioso del “Modello Emiliano”, autore di numerosi libri ed editorialista del Corriere della Sera.

La capacità innovativa delle imprese e lo spirito comunitario valgono, a maggior ragione, in quei luoghi dell’economia emiliana che vanno sotto il nome di distretti industriali. E’ proprio fra le province di Reggio Emilia e Modena che hanno sede alcuni dei più significativi distretti, come quello della meccatronica reggiana e del tessile-abbigliamento carpigiano. Se sull’innovazione sappiamo tanto, a cominciare dal fatto che l’Emilia-Romagna è la più innovativa regione italiana, meritevole di particolare attenzione è – oggi più di ieri – il tema della “comunità”. Molti fattori concorrono a plasmarla e, fra questi, un ruolo di rilievo ce l’ha il welfare state. Pensiamo agli Asili nido e alle Scuole materne che hanno favorito, qui da noi lungo la Via Emilia più che altrove, la partecipazione femminile al mercato del lavoro. Un fatto importantissimo per il contributo di idee, fantasia e capacità di guardare lontano che le donne hanno portato e portano nella sfera privata dell’economia, così come in quella pubblica”.

Anna Molinari, imprenditrice e stilista, fondatrice di Blumarine

Anna Molinari, con la semplicità e simpatia che la contraddistingue ha raccontato la nascita della sua Azienda, spinta dal voler vedere un suo “marchio” nelle vetrine dei negozi e non, come succedeva nel maglificio “Molli” dei genitori, il marchio di altri sulle maglie create da lei.
Così insieme a suo marito Gianpaolo Tarabini Castellani, dall’amore per il mare, hanno fatto nascere il marchio Blumarine.

Il successo è arrivato al Modit, con le maglie e gli abiti stampati o ricamati con le rose, quando Beppe Modenese mi definì “la regina delle rose”, ed è proseguito con il famoso Bluvi, il gilet di cashmere con il visone al collo, e con le magliette con scritto Blumarine in cristalli Swarovski. Nel mondo della moda non esistono differenze di sesso, lo studio e il modo di vedere il mondo sono molto importanti per la creatività; oggi è molto più difficile entrare nei marchi top della moda perché i giovani vestono in modo omologato, con cose estremamente semplici e poco costose e chi se lo può permettere acquista solo grandi marche francesi, come Louis Vuitton, Dior, Hermès”.

Deanna Ferretti Veroni, imprenditrice, titolare dell’archivio storico Modateca Deanna

Sono molto felice ed onorata di partecipare al convegno organizzato dal Lions Club su un tema così vicino alla mia storia e alla mia esperienza lavorativa. La mia carriera inizia proprio alla fine degli anni ’50, quando il ruolo della donna era ancora del tutto marginale e relegato soprattutto alla dimensione casalinga. Nel 1958 nasce Confezioni Deanna e nel 1971, insieme a mio marito Vando Veroni, fondiamo il Miss Deanna a San Martino in Rio. Nella mia personale esperienza di vita e lavorativa, mi piace pensare non solo di essere stata una donna sicuramente all’avanguardia che ha sempre lavorato in modo indipendente, ma anche di aver condiviso la mia carriera con tantissime donne lavoratrici come me. Al Miss Deanna hanno sempre lavorato donne di grande talento, che sapevano unire la componente famigliare a quella lavorativa. Un grande esempio di emancipazione dagli anni ’60 ad oggi, all’interno di un territorio famoso per la sua capacità di fare, di creare industria e opportunità per tutti, dove le donne sono protagoniste imprescindibili della nostra storia”.

On. Ilenia Malavasi, parlamentare, componente della XII Commissione – Affari sociali

Come riportano i dati di Unioncamere, a Reggio Emilia sono attive 9.175 imprese femminili – erano poco più di 8mila nel 2014 – con un trend che, negli ultimi anni, è sempre stato in crescita. Un quarto di queste imprese è attivo nel settore del commercio, cui si aggiunge un altro 12% nel settore “Servizi”. Mi soffermo però sul dato delle imprese femminili, in ambito scientifico o tecnico, che sono all’incirca il 4% del totale: questa è una cifra che fotografa chiaramente il gap che ancora esiste tra uomini e donne non solo in ambito di retribuzione – una differenza che ritengo già di per sé scandalosa – ma proprio negli indirizzi e nelle offerte che il mondo del lavoro propone agli occhi delle ragazze e delle donne. In un territorio come quello reggiano, che, per storia, valori e impegno, è stato ed è certamente centrale nella promozione dell’uguaglianza e dell’emancipazione femminile non solo in ambito famigliare, ma anche in quello lavorativo e dei servizi, proprio anche grazie alle donne che da Reggio Emilia hanno contribuito in modo straordinario a scrivere la storia dei diritti delle donne, credo che questo sia un tema su cui occorra lavorare ancora molto, partendo dalle scuole. Penso, per esempio, a tutto l’ambito delle materie STEM e dei percorsi di studio tecnico-professionale, che vedono un gap di genere sulle iscrizioni davvero molto marcato. Il progetto di vita di ogni singola persona, a partire dagli studi, deve mirare a valorizzare le competenze e le passioni di ognuna e ognuno di noi. Eppure, ci sono ancora troppi ambiti lavorativi in cui il contributo delle donne non solo non è pienamente valorizzato, ma fatica anche a essere riconosciuto come tale”.