(Sesto Potere) – Faenza- 26 settembre- “Un grido di allarme che conteneva anche contenuti diciamo provocatori”, Lo dice Massimo Isola, sindaco di Faenza, a 24 Mattino su Radio 24 sulla ‘disubbidienza istituzionale’ annunciata nella lettera scritta al presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
“E’ evidente – ha detto il sindaco – che noi siamo arrivati a un punto nel quale avevamo perso la fiducia, perché gli strumenti che avevamo non erano adeguati. In questi 16 mesi e ci siamo occupati della ricostruzione superficiale del passato, non siamo riusciti a trovare ordinanze e schemi di lavoro che ci aiutassero a mettere in sicurezza la Romagna in un’ottica preventiva. Noi abbiamo il fiume Marzeno che ci ha dato grandi criticità”.
“Ecco faremo noi le dighe, gli argini e le aree di laminazione se non verranno fatte da altri. Abbiamo un progetto e guarda caso, da ieri mattina, le altre istituzioni mi hanno detto va. La progettazione l’abbiamo fatta noi perché non potevamo più aspettare che la facessero gli altri. Ieri ci hanno detto che la nostra progettazione funziona. E’ da 6 mesi che la struttura commissariale ci deve finanziare quel progetto per noi decisivo: abbiamo deciso insieme alla Regione ieri di farle in urgenza. Insomma viviamo in una nazione dove forse delle volte ha senso alzare la voce. Faenza è l’esempio che il cambiamento climatico si deve far cambiare le procedure ed aggiornare la nostra burocrazia. I fiumi del nostro territorio in campagna e i suoi argini sono gestiti da un decreto Regio del 1904 che fa riferimento a degli enti di soggetti che non ci sono neanche più, come facciamo affrontare sfide del XXI secolo con questo sistema?”: conclude il sindaco a Radio 24.