(Sesto Potere) – Forlì – 25 settembre 2024 – La Provincia di Forlì-Cesena ha fatto ricorso al Presidente della Repubblica chiedendo l’annullamento della delibera del Comune di Forlì relativa a un progetto di 8.400 mq di costruzioni tra cui un supermercato e un ristorante che dovrebbe sorgere in zona ospedaliera.
“Il ricorso al capo dello stato della Provincia dimostra, come noi Verdi abbiamo sempre sostenuto, quanto ha fatto l’amministrazione di destra per favorire a più non posso la cementificazione del territorio e la realizzazione di nuovi supermercati. Non era vero che non avrebbero potuto fermare nuovi insediamenti: hanno fatto di tutto, come dimostra anche il ricorso della Provincia, per spianare loro la strada, non esitando neppure a saltare verifiche e pareri che sono importanti e non affatto procedurali. Verificheremo la possibilità di costituirci ad adiuvandum mettendo anche in evidenza il contenuto della convenzione con i privati lottizzanti, che dimostra ancora una volta la volontà di spianare la strada al nuovo supermercato”: annunciano Cristina Mengozzi e Alessandro Ronchi (nella foto) co-portavoce di Europa Verde Forlì-Cesena.
“Infatti, contrariamente a ciò che dovrebbe essere garantito dalla Amministrazione con una convenzione che fissi la corretta e precisa definizione temporale dei lavori, stabilendo che le opere pubbliche devono essere tutte interamente realizzate e le aree cedute al Comune, qui si e’ frazionato tutto, prevedendo l’immediata realizzazione dell’ennesimo supermercato e rinviando ad un incerto futuro il resto, urbanizzazioni e soprattutto gli insediamenti collegati ai servizi ospedalieri. Ripeteremo fino alla noia che si tratta di una scelta urbanistica sbagliata, che quelle aree, previa una rigorosa verifica della assenza di rischio idraulico, sono preziose per futuri insediamenti collegati all’ospedale, che non possono essere sacrificati agli interessi immobiliari”: aggiungono i due co-portavoce di Europa Verde Forlì-Cesena.
“Le alluvioni del 2023 e di quest’anno hanno fatto capire anche a chi prima era meno “attento” al tema che l’utilizzo del territorio non può più procedere come se nulla fosse accaduto, e oltre a mettere in sicurezza l’esistente occorre prima di tutto ripensare all’immediato futuro. Trattandosi di un insediamento al di fuori del territorio urbanizzato e posto in adiacenza alla confluenza del Montone e del Rabbi chiedermo l’applicazione delle salvaguardie triennali previste dal Dlgs 152/2006 applicate dall’Autorità di bacino, evitando che procedano insediamenti in aree ancora inedificate e a rischio idraulico. Poi col PUG, fatte tutte le verifiche necessarie, si potrà decidere se sarà possibile una loro eventuale utilizzazione, comunque esclusivamente per servizi ospedalieri”: concludono Cristina Mengozzi e Alessandro Ronchi.