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DIG Awards 2024: premiati i migliori documentari e podcast di giornalismo investigativo

(Sesto Potere) – Modena – 23 settembre 2024 – Sono stati svelati, nel corso della cerimonia di premiazione condotta dai giornalisti Valerio Bassan (vicepresidente di DIG) e Silvia Boccardi che si è tenuta questa sera alle 20.30 nella Chiesa di San Carlo a Modena, i nomi dei vincitori dei DIG Awards 2024: i premi ai migliori documentari, inchieste, reportage e podcast selezionati fra oltre 400 candidature arrivate

Dalla sua nascita, DIG Festival premia i migliori documentari e podcast di giornalismo investigativo: il concorso cinematografico ha saputo affermarsi negli anni come un punto di riferimento a livello internazionale, premiando e valorizzando il lavoro dei freelance, ma anche di grandi broadcaster internazionali come Guardian, BBC, Al Jazeera, Le Monde e tanti altri. 

Quest’anno a vincere per la categoria Investigative Long, riservata a documentari d’inchiesta della durata minima di 40 minuti, è “Syria: Addicted to Captagon” di Emir Nader per BBC Eye Investigations. OCCRP e BBC collaborano a un’inchiesta sul traffico miliardario del captagon, la “droga del Jihad”, dimostrando il coinvolgimento della famiglia presidenziale e dei vertici delle Forze Armate, mentre la Siria sprofonda in una crisi economica senza precedenti. “Grazie all’accesso a una serie di documenti mai svelati prima e a fonti difficilmente raggiungibili, il team è riuscito a denunciare la strategia del regime siriano contro i Paesi vicini, nel tentativo di trovare una fonte illegale di reddito” si legge nella motivazione della giuria. 

La seconda categoria Reportage Long, reportage video della durata minima di 40 minuti, è stata vinta da “Lebanon: The Heist of the Century”, una produzione indipendente diretta da Miyuki Droz Aramaki, Sylvain Lepetit e distribuita dalla francese ARTE: il documentario racconta come in Libano, Paese chiave per la stabilità geopolitica mediorientale, l’inarrestabile crollo economico sia alimentato dall’indifferenza di un’élite politica corrotta. La giuria sostiene che il reportage “unisce un’eccezionale direzione creativa a tecniche giornalistiche esemplari, per svelare uno scandalo finanziario che raggiunge i massimi livelli dello stato”.

Ad aggiudicarsi il premio per la categoria Investigative Medium (documentari di inchiesta di durata compresa tra i 15 e i 40 minuti) è l’opera “With Every Breath”, di Liz Moughon per ProPublica, Pittsburgh Post-Gazette. La vicenda medica di tre persone porta alla luce i malfunzionamenti del popolare macchinario Respironics, che ha causato danni irreparabili ai polmoni di migliaia di pazienti. “Con un tono sobrio ma feroce, e la sua capacità di stringere un legame intimo con coloro che sono stati colpiti, questo è un esempio perfetto di giornalismo investigativo” sottolineano i giurati.

È “Gaza 101: Emergency Rescue” diretto da Mohamed Ibrahim per BBC News Arabic il vincitore della categoria Reportage Medium: i medici della Palestinian Red Crescent Society sono i primi a rispondere alle richieste di soccorso a Gaza. Questo film mostra lo strenuo lavoro di un’équipe lacerata mentalmente e fisicamente. “Il documentario si muove nella nebbia della guerra per raccontare il lavoro di un team di paramedici, sotto attacco dalle forze militari israeliane, in quello che costituisce un evidente crimine di guerra”.

Ad aggiudicarsi il premio della categoria Short è “Gioventù Meloniana”, diretto da Luigi Scarano, Selena Frasson, Cristiana Mastronicola per Fanpage.it. L’unità investigativa di Fanpage.it si è infiltrata nel movimento giovanile del primo partito italiano, Fratelli d’Italia, smascherando rituali fascisti e nostalgie del Regime. “La forza del lavoro – spiega la giuria – risiede nella documentazione visiva ottenuta grazie a un coraggioso lavoro sotto copertura, che è stato in grado di esporre uno scandalo che ha raggiunto i vertici della politica italiana”.

E ancora, la categoria Audio e Podcast ha visto il trionfo di “Bloodlines” di Poonam Taneja per BBC Asian Network, BBC Sounds & CBC Podcasts: storie di bambini scomparsi a Londra che vengono portati nei campi di addestramento dello Stato Islamico, per diventare nuovi adepti del Califfato. Il premio viene conferito “per il rigore dell’approfondimento giornalistico, la capacità di coniugare empatia e professionalità nella struttura narrativa, l’immersività del suono e del racconto in grado di portare gli ascoltatori nei luoghi che vengono investigati”.

Infine, i DIG Pitch – un premio di produzione fino a 15mila euro al miglior progetto di inchiesta fra i dieci presentati nella live session di ieri – hanno visto trionfare il progetto “The Diplomat”. Si legge nella motivazione: “La giuria ritiene che il team di questo film avrà accesso a fonti uniche per raccontare una storia difficile, ma potenzialmente di grande impatto”.

Paul Radu presiede una giuria che si conferma anche per questa edizione di altissimo profilo: si tratta di rappresentanti di alcune delle più importanti realtà del giornalismo mondiale e di autori e autrici di documentari di primissimo piano che si sono distinti per l’eccellenza giornalistica del loro lavoro. Accanto a un giurato storico come il francese Marco Nassivera (2015-2019, e poi ancora nel 2022 e 2023), approdano a DIG 2024 altri membri prestigiosi: Rivkah Brown è reporter e redattrice per la testata indipendente britannica Novara Media; Manisha Ganguli, investigations correspondent per il Guardian, pluripremiata giornalista e documentarista (vincitrice di due Amnesty Awards), esperta di tecniche OSINT; Gabriela Manuli, vicedirettrice del Global Investigative Journalism Network (GIJN), un’associazione di 235 organizzazioni non profit in 89 Paesi che si dedicano al giornalismo investigativo; Axel Björklund, giornalista e documentarista investigativo svedese, responsabile di Uppdrag granskning (“Missione Inchiesta”), il programma televisivo di giornalismo investigativo più conosciuto di Svezia; Benedetta Argentieri, giornalista, scrittrice e regista di documentari che da dieci anni lavora in Medio Oriente, scrivendo di guerra e concentrandosi sulle donne e le loro lotte; Mouhssine Ennaimi è un regista e produttore, vincitore di un Emmy Award; Francesco Merini, regista, ha diretto numerosi documentari che hanno partecipato a decine di festival nazionali e internazionali.

Nella foto a lato: un’immagine di “Gaza 101: Emergency Rescue”, vincitore della categoria Reportage Medium