(Sesto Potere) – Ravenna – 16 settembre 2024 – Quest’anno il Festival delle Culture ha affrontato il tema del rapporto tra tutela dei diritti umani e cambiamenti globali, con numerose declinazioni: i cambiamenti climatici, i conflitti visibili e le guerre dimenticate, le comunità accoglienti, i respingimenti collettivi lungo la rotta balcanica.
In autunno il Festival ritorna con nuovi eventi. I principali saranno il percorso di lettura sul romanzo “Oliva Denaro” della scrittrice Viola Ardone, che studentesse e studenti incontreranno il 25 novembre al Teatro Alighieri, in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne. Il percorso di lettura è uno dei momenti significativi del Festival delle Culture: in due anni oltre 1.700 giovani, supportati da insegnanti, hanno letto testi di grande valore letterario e ne hanno parlato con scrittori di rilievo internazionale, come il premio Nobel Abdulrazak Gurnah, Maaza Mengiste, Kader Abdolah.
Il 21 e 22 ottobre sono previste due repliche al Teatro Rasi, per le scuole, dello spettacolo curato da Ravenna Teatro, in collaborazione con le comunità della diaspora, dal titolo “Se alzi un muro, pensa a cosa lasci fuori (I. Calvino)”, che ha concluso quest’anno la rassegna “Storie di Ravenna”. Infine, la mostra “Along the border” va in tour: sarà dal 13 settembre al 30 ottobre a Montesilvano, poi a Sant’Alberto, Mondovì, Bologna e Roma. Sono scatti fotografici di Chiara Fabbro di grande potenza narrativa sui respingimenti illegali ai confini dell’Europa, che raccontano la resilienza e la speranza in una sorta di epica dei diritti umani.
“Questa edizione del Festival si è caratterizza come la più partecipata di sempre con oltre 44mila persone – dichiara l’assessora all’Immigrazione Federica Moschini –. Un risultato straordinario, che ci stimola a continuare in autunno. In questi anni il Festival ha saputo cambiare ed ora è in grado di coinvolgere l’intera cittadinanza su temi contemporanei e fondamentali, contribuendo a rendere più coesa l’intera comunità”.
L’edizione 2025 del Festival avrà inizio il 15 febbraio con lo spettacolo teatrale di Concita De Gregorio “Un’ultima cosa” sulla questione di genere per le scuole di Ravenna. Proseguirà la collaborazione con le principali istituzioni culturali: Ravenna Festival, Ravenna Teatro, Istituzione Biblioteca Classense, le scuole, l’Università. Il percorso letterario proposto a studenti e studentesse sarà sul testo “Mi limitavo ad amare te” di Rosella Postorino, che gli studenti incontreranno il 23 maggio al Teatro Alighieri. Il romanzo racconta le vicende di alcuni ragazzi bosniaci accolti in Italia a seguito del conflitto nei Balcani, guerra accaduta solo qualche decennio fa a pochi chilometri da Ravenna, di cui c’è poca memoria.
È un romanzo con una trama strettamente connessa alla recente storia dell’immigrazione a Ravenna. “Nel 1993, infatti – conclude l’assessora Moschini – nel pieno della guerra in Bosnia, la comunità ravennate accolse per la prima volta 171 profughi di guerra bosniaci, manifestando una profonda sensibilità, certamente eredità del passato, pensiamo all’accoglienza nel dopoguerra dei bambini dal sud Italia, che si conferma anche nella storia attuale della città, come abbiamo avuto modo di verificare in occasione dei quattordici sbarchi di naufraghi al nostro porto, così come per l’emergenza ucraina o durante e dopo l’alluvione che ha colpito tutti”.