(Sesto Potere) – Cesena, 8 ago – “Per Giovanni Pascoli è il ‘cibo nazionale dei romagnoli’. Ma per altri, che vorrebbero farla con la farina di insetti, la nostra tradizione deve piegarsi al green globalista, perché la cultura è una barriera da superare anziché un valore da tutelare. Per noi” si legge nel comunicato diramato da Difendi Cesena “questa non è solamente una rischiosa provocazione, ma anche una vera aggressione ai nostri usi e consumi. La piadina romagnola è un patrimonio da difendere, non un testimonial per il discutibile cibo del futuro”.
“Apprendiamo, dai quotidiani locali -:scrive in una nota. Difendi Cesena – che il Dipartimento di Scienze e tecnologie agro-alimentari (con sede a Cesena collegata all’Alma Mater, ndr) starebbe ragionando sulla sperimentazione dell’utilizzo di tale ingrediente ributtante, per stravolgere una nostra pietanza tipica, perché, secondo il punto di vista provocatorio degli ideatori, la sfida è proprio quella di portare una novità che frantumi la tradizione. E, visto che ‘inserire le larve è ancora prematuro’, il modo giusto per introdurre gli insetti nella nuova alimentazione è quello di farlo attraverso il compromesso delle farine”.
” Il pretesto”, chiarisce il portavoce di Difendi Cesena Antonio Barzanti, “è l’immancabile lotta all’impatto che la produzione di cibo comporterebbe per l’ambiente. Quindi, secondo la logica della sostenibilità, sarebbe giusto avere meno campi di grano e più allevamenti di insetti. E, nell’ottica dell’incombente crescita della popolazione mondiale – sebbene i figli dei romagnoli e degli italiani purtroppo calano di anno in anno – par di capire che i frutti dei primi andrebbero nelle tavole di pochi privilegiati, mentre grilli, larve e mosche nelle ciotole della massa impoverita che il futuro ci riserverebbe. Forse gli unici, sebbene dichiarano che nessuno è costretto ad usarla, che saranno veramente obbligati a mangiare insetti”.
“Oggi siamo solamente nella fase utile a far entrare nell’immaginario collettivo un tema prima d’ora impensabile. Anzi, indigeribile. Infatti, per indurre già da ora i futuri comportamenti, si ricorre all’autorevolezza istituzionale del relatore universitario. Che però nelle sue ultime dichiarazioni, forse perché più attratto dalla buona tavola anziché da quella green, ammette che non è attratto dagli insetti e la piadina che li contiene non l’ha mai assaggiata. Il tema non è da sottovalutare” conclude Difendi Cesena “esortiamo quindi l’Amministrazione locale a scendere in campo a tutela delle nostre tradizioni culturali e gastronomiche. Con un gesto concreto. Prendere le distanze da queste derive alimentari, e impedire che insetti e larve finiscano nei piatti delle mense scolastiche e pubbliche”.