(Sesto Potere) – Forlì – 30 luglio 2024 – C’è ancora tanto da fare per mettere in sicurezza il quartiere Romiti dopo l’alluvione che l’ha travolto a maggio del 2023. A dare voce alla preoccupazione dei residenti è il consigliere regionale, Massimiliano Pompignoli, accompagnato lunedì mattina per un sopralluogo lungo il fiume Montone nei pressi del ponte della ferrovia dal coordinatore del quartiere Romiti, Stefano Valmori, e dal vicecoordinatore, Maurizio Naldi.
“Volevo vedere con i miei occhi la gravità di una situazione che si protrae da più di 14 mesi.”
Questa la denuncia del consigliere Pompignoli che continua: “i cittadini non sanno ancora nulla, né quali lavori verranno eseguiti né tantomeno se e quando inizieranno. Si parlava di inizio estate ma ormai l’estate volge al termine e gli unici lavori che sono stati fatti si riassumono in tre paletti di legno a delimitare un’area non ben identificata e due pompe idrovore poste al di là della Chiusa Fontana 2, ad oggi murata da sassi ciclopici”.
Poco lontano, sotto il ponte della ferrovia, svetta una gru che sembra pulire l’argine del fiume e il ponte stesso. “Interventi palliativi” – li definiscono Stefano Valmori e Maurizio Naldi – che aggiungono “dalla regione o dal consorzio di bonifica non sappiamo nulla di concreto nonostante tutte le richieste e tutti gli appelli fatti. Ormai non ci interessa nemmeno chi deve fare i lavori, se la regione o il consorzio di bonifica. Ci interessa sapere quando verranno fatti e soprattutto quali lavori sono in programma, visto che ad oggi sono pervenute solo risposte vaghe e comunque sommarie.”
“L’alveo del fiume è ancora in stato di semi abbandono e i lavori eseguiti sulla Chiusa sono inconsistenti se non addirittura inesistenti” – precisa infine Maurizio Naldi.
“Continuerò a ribadirlo, i cittadini chiedono e hanno bisogno di sicurezza. La Regione deve fare la sua parte e dare il via ai lavori tanto decantati dalla Presidente facente funzione, Irene Priolo, già assessore con delega alla Protezione civile. Non c’è più tempo e i cittadini pretendono risposte” – conclude Pompignoli. “I piani speciali cubano oltre 6 miliardi di euro di risorse e interventi da monte a valle. Sì pensi a vasche di laminazione e casse di espansione anche nel nostro territorio e si cominci ad agire davvero nell’interesse dei cittadini. È doveroso dare una progettazione concreta e una calendarizzazione precisa dei lavori che devono ancora essere effettuati.”