(Sesto Potere) – Bologna – 9 luglio 2024 – La Corte d’Assise d’appello di Bologna ha confermato la condanna all’ergastolo di Paolo Bellini, ex esponente del gruppo di estrema destra Avanguardia Nazionale, per concorso nella strage alla stazione di Bologna che il 2 agosto del 1980 provocò la morte di 85 persone e 200 feriti.
La sentenza è arrivata dopo sei ore di camera di consiglio.
Secondo l’accusa, Bellini avrebbe compiuto la strage in concorso con altre persone già condannate, ovvero con gli ex Nar: Giusva Fioravanti, Francesca Mambro e Luigi Ciavardini, con il ‘quarto uomo del gruppo’: Gilberto Cavallini, e con altre quattro persone tutte ormai decedute: Licio Gelli, fondatore e capo della loggia massonica segreta P2, Umberto Ortolani, faccendiere e braccio destro di Gelli, Federico Umberto D’Amato, direttore dell’Ufficio affari riservati del ministero dell’Interno, e il giornalista Mario Tedeschi.
Paolo Bolognesi e Anna Pizzirani, Presidente e Vicepresidente dell’Associazione dei familiari delle vittime della strage del 2 agosto, hanno commentato la sentenza evidenziando che questi processi hanno chiarito “la chiave di lettura della strategia della tensione” e che adesso che si sanno chi sono stati i mandanti “cercheremo di non fermarci qui”.
Il governatore della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini ha dichiarato: “La sentenza della Corte d’Appello sulla strage di Bologna che conferma l’ergastolo a Paolo Bellini ribadisce un pezzo fondamentale della verità su quanto successo e, una volta di più, la matrice neofascista della bomba alla Stazione del 2 agosto 1980. Vengono, infatti, ribadite le condanne dei responsabili e l’intero impianto accusatorio. Un ulteriore, importantissimo passo verso quella ricerca completa della verità su esecutori e mandanti, per cui l’Associazione dei familiari delle vittime si batte da più di 40 anni e che vedrà la Regione Emilia-Romagna sempre al loro fianco”.
Il sindaco di Bologna Matteo Lepore ha parlato di: “Una sentenza importantissima che ci avvicina ancora di più alla verità di quello che è realmente accaduto. Una strage che aspetta dopo quarantaquattro anni giustizia. Condividiamo con i familiari delle vittime e con tutta la città di Bologna la soddisfazione di questa conferma in appello. Un grazie a chi ha con tenacia cercato e perseguito questo esito, dai familiari delle vittime, alla procura, agli avvocati di parte civile, che hanno lavorato in questi anni per offrire un quadro probatorio solido, che oggi trova un pieno riconoscimento dalla Corte d’Appello di Bologna”.