(Sesto Potere) – Roma, 9 luglio – “Uno Stefano Bonaccini che appare sempre più fuori dalla realtà ma a cui sembra sia concesso affermare tutto e il suo contrario senza timore di discredito. Bonaccini, infatti, è sempre stato un convinto autonomista e ha rilasciato in tal senso dichiarazioni inequivocabili. Oggi, al contrario, l’ormai ex presidente neo-parlamentare europeo sfida il bon ton istituzionale e la coerenza politica obbligando anche la Regione Emilia-Romagna a saltare sul carro delle amministrazioni regionali anti-autonomiste, tutte a guida ‘sinistra’, che hanno sottoscritto la richiesta di un referendum per abrogare la legge sull’autonomia differenziata”: lo dice in una nota il deputato della Lega e leader della Lega Romagna Jacopo Morrone.
Una dichiarazione quasi alla vigilia della data – l’11 luglio – delle dimissioni di Bonaccini da governatore dopo l’intervento al G7 sull’ intelligenza artificiale, e in vista della seduta di martedì (oggi, ndr) dell’Assemblea legislativa dove la maggioranza di centrosinistra in Regione farà il ricorso contro l’Autonomia differenziata.
Come è noto anche la Regione Emilia-Romagna voterà contro la legge Calderoli lanciando l’idea di un doppio quesito referendario: uno per chiedere l’abrogazione totale dell’Autonomia e un altro per chiederne un’abrogazione parziale.
In scia sull’iniziativa di partiti di opposizione e sindacati che hanno depositato alla Corte Cassazione la richiesta di referendum abrogativo sull’Autonomia differenziata, che oltre alla raccolta di 500 mila firma verrà rafforzata con il voto di cinque Consigli regionali, tra cui, appunto, quello dell’Emilia-Romagna,
“Richiesta strumentale, ideologica e di parte, che certifica senza ombra di dubbio l’inaffidabilità dei dirigenti del Pd e della sinistra in genere che come banderuole mutano opinione al minimo cambiamento del vento politico. Il Pd è pregiudizialmente ‘contro’ ogni provvedimento arrivi da un Governo di colore diverso: è un partito ormai senza identità e per questo non può avere un programma politico credibile per il Paese, è solo ‘contro’ e Bonaccini è uno degli esempi più eclatanti di questa incostanza. Del resto è davanti agli occhi di tutti che l’ostilità del Pd per l’autonomia differenziata è tutta propaganda, ma c’è chi continua a dare credito al partito di Elly Schlein. È il segno di un’inequivocabile ‘dittatura’ culturale del Pd che opprime il Paese sia quando il partito sta nella maggioranza che quando è in minoranza”: conclude Morrone.