(Sesto Potere) – Roma – 20 giugno 2024 – Opere, investimenti finanziari e legislativi infrastrutturali per un valore totale pari a 17,6 miliardi annui per i prossimi dieci anni per poter tutelare la risorsa idrica Italiana e la salvaguardia del territorio. Questo uno dei tanti temi che emergono dal Rapporto Nazionale “Water Intelligence” dell’Osservatorio Proger presentato oggi in collaborazione con l’associazione Italiadecide nella Sala Serpieri di Confagricoltura a Roma.
Il costo della siccità morde e morderà ancora di più in futuro: si calcolano oltre 30 miliardi di euro complessivi negli ultimi vent’anni per gli esborsi pubblici legati a stati di emergenza e ristori alle categorie colpite. Bisogna passare dalla gestione emergenziale al governo del fenomeno, perché la siccità nella sola agricoltura ha fatto perdere lo 0,10% del Pil.
“Il cambiamento climatico incide su più fronti: sta stravolgendo i ritmi della coltivazione, rendendo necessaria una ridefinizione della mappa del cibo a livello globale, ma causa anche effetti importanti sulle coltivazioni, con eccesso o penuria di acqua e conseguenti ricadute sulla produzione e sulla filiera, fino a incidere sui prezzi finali al consumatore. – commenta il Presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti – La gestione dell’acqua è pertanto un tema nevralgico per le imprese agricole. In questo senso vengono in aiuto le nuove tecnologie, la scienza e la ricerca, ad esempio attraverso le tecniche di evoluzione assistita per rendere le piante resistenti agli effetti del cambiamento climatico: su questo dobbiamo investire, affinché non manchi mai il cibo dalla natura”.
“Oltre il 60% della rete idrica ha più di 30 anni, il 25% più di 50 anni: su 34,2 miliardi di m3 prelevati ne arrivano a destinazione solo 26,6 (77%). La nostra rete perde 7,6 miliardi di m3 all’anno (23%). – commenta Marco Lombardi, AD di Proger e Presidente Osservatorio – Forti piogge al nord ed estrema siccità al sud, la situazione attuale riflette perfettamente l’emergenza e soprattutto la carenza di infrastrutture e di progettazione. In Italia l’acqua non manca ma non arriva a destinazione perché la rete idrica infrastrutturale non è adeguata e si sono accumulate carenze di investimenti in tecnologia applicata ai servizi idrici”.
“C’è tantissimo “know-how” ma pochissima cultura: la cultura si riflette nei comportamenti, nelle scelte consapevoli e nelle azioni quotidiane, nella Politica di un Paese. Serve una gestione più sostenibile anche grazie alle reti neurali e l’Artificial intelligence, attraverso consumi inferiori e meno sprechi. Questa carenza dovrebbe figurare tra le massime priorità sia della politica, sia delle imprese. Necessitiamo di una sensibilità sociale nei confronti delle risorse idriche, manca la visione, non si può intervenire sull’emergenza bisogna pianificare un piano strutturale a 10 anni per tutelare questa preziosa risorsa”: aggiunge Marco Lombardi.
La proposta concreta del rapporto “Water Intelligence”: 13,8 miliardi dovrebbero andare alla gestione dell’acqua, tra cui 7 miliardi per il servizio idrico integrato, 1,8 miliardi per 20 nuove dighe, 5mila piccoli e medi invasi, 1 miliardo per il disinterramento delle dighe, 1 miliardo per l’aumento della produzione idroelettrica, 3,85 miliardi agli interventi contro il dissesto idrogeologico, 2,5 miliardi per le misure per la difesa del territorio, 1,5 miliardi per rafforzare tecnologie, monitoraggi e ricerca.
“Water intelligence” si pone come spunto di riflessione sull’assoluta necessità di un “Piano nazionale integrato per la sicurezza idrica e idrogeologica”.
Tema questo su cui Proger, società di ingegneria multidisciplinare, è impegnata da anni per la divulgazione e diffusione di una cultura del settore, a partire dalla pubblicazione nel 2023 del report “Water Economy in Italy”, e sviluppa progetti di ricerca come le “Linee Guida per la creazione di un Comparto Territoriale ad Alta Sostenibilità Idrica”, realizzate nell’ambito dell’associazione Assoreca: un nuovo modello “sinergico” per la gestione efficiente della risorsa idrica in corso di sperimentazione in provincia di Novara, in collaborazione con la Regione Piemonte.