(Sesto Potere) – Bologna, 18 giugno 2024 – Raccolta diretta a 16,8 miliardi di euro (+1,4%), soci oltre quota 148.000 (+2,5%), qualità del credito in crescita, utili in aumento e tutti gli indici che registrano performance migliori di quanto non faccia l’industria bancaria nazionale: le BCC dell’Emilia-Romagna sono solide e in salute e hanno un peso specifico in crescita, con una quota di mercato dei depositi dell’11,7% a livello regionale (+0,5 punti rispetto al 2022).
È la sintesi del bilancio 2023 della Federazione delle Banche di Credito Cooperativo dell’Emilia-Romagna approvato ieri, 17 giugno, durante l’assemblea che ha visto anche la partecipazione del presidente di Federcasse, Augusto dell’Erba, del presidente di Confcooperative Emilia Romagna, Francesco Milza,del direttore generale di Federcasse, Sergio Gatti, dell’esperto di finanza sostenibile e di normative europee di Federcasse, Giovanni Betti, del docente dell’Università di Bologna nonché direttore del MUEC (Master Universitario Economia della Cooperazione), Flavio Delbono e della coordinatrice regionale dei Giovani Soci e Giovani Socie BCC dell’Emilia-Romagna, Chiara Bedei.
“I dati confermano che il modello del credito cooperativo in Emilia-Romagna, citando un termine locale diventato ben noto nel 2023, “tiene botta” e crea relazioni solide sul territorio – commenta il presidente della Federazione Mauro Fabbretti –. Un patrimonio che va tutelato e preservato perché, a sua volta, tutela e preserva il territorio in cui opera e le comunità che lo popolano. Le BCC, anche in un anno difficile come il 2023 (caratterizzato dall’alluvione in Romagna e dalle conseguenze del conflitto tra Russia e Ucraina), hanno registrato indici di performance migliori dell’industria bancaria in termini di impieghi e, ancora di più, sul fronte dei finanziamenti alle famiglie e imprese, attestando il ruolo anticiclico che le contraddistingue. Un presidio solido, con gli sportelli sostanzialmente invariati rispetto allo scorso anno, che ci vede operare in 162 Comuni in Emilia-Romagna, in 13 dei quali le BCC rappresentano l’unica presenza bancaria: un importante valore aggiunto se si considera l’arretramento delle reti di agenzie delle altre Banche”.
I numeri del Bilancio
Al 31 dicembre 2023, le nove Banche di Credito Cooperativo associate alla Federazione regionale (Banca Centro Emilia, Banca Malatestiana, BCC Felsinea, BCC Romagnolo, BCC Sarsina, Emil Banca, La BCC ravennate forlivese imolese, Riviera Banca, RomagnaBanca), potevano contare su346 sportelli, pari al18% di quelli in regione, 148.144 soci (in aumento del +2,5%) e 2.844 dipendenti (+1,25%).
Una presenza capillare anche in termini di copertura delle aree interne: le BCC dell’Emilia-Romagna sono infatti presenti in 162 comuni e in 13 di questi rappresentano la sola realtà bancaria.
Sul fronte della raccolta diretta (depositi e obbligazioni) il 2023 si è chiuso a 16,8 miliardi di euro (in aumento dell’1,4% contro il -3,3% dell’industria bancaria regionale): grazie al sensibile aumento di quella con durata prestabilita. La quota di mercato dei depositi da clientela è pari 11,7% a livello regionale (+0,5% rispetto al 2022) che sale al 12,8% se si analizzano i soli depositi in conto corrente.
Gli impieghi a clientela segnano, invece, quota 13,5 miliardi di euro (-0,14% contro il -2,7% del sistema bancario), per una quota del 11,2% a livello regionale, che sale al 14,3% per le famiglie consumatrici e al 17,9% per le microimprese, con livelli medi del 24% per i servizi di alloggio e ristorazione, del 18,2% per l’agricoltura e 23,2% per le imprese artigiane.
Per le BCC una parte importante dei finanziamenti al comparto produttivo regionale è rappresentata dal sostegno a microimprese (con meno di 5 addetti) e imprese minori (fra i 5 e i 20 addetti) che raggiungono quota 31,5% sul totale a dicembre 2023 (contro il 15,5% per l’industria bancaria).
Migliora anche la qualità del credito: il rapporto deteriorato/impieghi a fine 2023 si attestava al 3,3% in progressiva diminuzione rispetto al 2022 e quasi allineato al sistema bancario 3,1%, mentre ìl rapporto sofferenze/impieghi si ferma all’1,1% contro l’1,7% dell’industria bancaria. Crescono, infine, anche gli utili che si attestano di poco sopra ai 267 milioni.