(Sesto Potere) – Rimini, 14 giugno 2024 — Un migliaio di piccole e piccolissime imprese famigliari, che garantiscono servizi e sicurezza della balneazione a costi accessibili: sono i cosiddetti “bagnini” romagnoli, asse portante dell’immaginario turistico del Paese, oltre che modello unico al mondo di organizzazione in cooperativa del microcosmo balneare.
Il commento di Legacoop Romagna
“Questa esperienza è sull’orlo dell’estinzione, perché dopo anni di rinvii e interpretazioni della direttiva Bolkestein le gare per le concessioni sono alle porte, ma all’orizzonte non c’è nemmeno una legge che detti regole eque e sicure di accesso. Il corpo a corpo si sposterà sui singoli Comuni, dove i micro operatori locali rischiano di essere spazzati via da grandi imprese e multinazionali, un ombrellone alla volta, come è già successo in altre parti d’Italia”: nota Legacoop Romagna (nelle foto al centro il presidente Lucchi) che, assieme alle 15 cooperative dei bagnini della riviera, ha quindi deciso di lanciare una campagna intitolata “Salviamo le spiagge della Romagna”.
La raccolta firme è partita oggi al Bagno 62 di Rimini e andrà avanti fino a settembre in tutti gli stabilimenti balneari da Ferrara a Cattolica.
I turisti potranno aderire sia con una firma che con il proprio smartphone, collegandosi all’apposita piattaforma.
Il “Manifesto di Rimini”
Al centro della petizione c’è il “Manifesto di Rimini”, un documento di proposte urgenti rivolte al governo, già condiviso con numerosi protagonisti della vita politica, culturale e istituzionale del Paese.
Legacoop e le cooperative chiedono con la massima urgenza alla Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, di “impegnarsi in ogni sede per salvare il comparto balneare”.
Tra le richieste principali una legge di riordino delle concessioni demaniali, che dia al turismo balneare un quadro stabile ed omogeneo a livello territoriale, in grado di sostenerne lo sviluppo.
Legacoop esorta il governo a: “difendere il lavoro di chi opera sulle concessioni di spiaggia e a riconoscere il valore di mercato delle imprese”.
L’obiettivo è di salvaguardare e dare continuità al modello di servizi attuale, che è uno dei perni fondamentali dell’offerta turistica della regione.
“Da decenni — ricordano alla Meloni i promotori — le cooperative della balneazione garantiscono al territorio e ai turisti un alto livello di sicurezza delle spiagge e realizzano servizi a beneficio delle comunità, grazie alla loro esperienza e alla loro professionalità”.
Aderiscono a Legacoop le cooperative di imprenditori balneari: Cooperativa stabilimenti balneari dei Lidi Estensi e Spina, Cooperativa Bagnini di Cervia, Cooperativa Stabilimenti Balneari di Cesenatico, Cooperativa Bagnini di Gatteo Mare, Cooperativa Bagnini Di Bellaria Igea Marina, Cooperativa Operatori di Spiaggia Rimini, Cooperativa Balneari Rimini Sud, Cooperativa Bagnini di Riccione, Cooperativa Bagnini Adriatica Riccione, Cooperativa Bagnini Riviera Riccione, Cooperativa Bagnini Misano, Cooperativa Marinai Salvataggio Misano, Consorzio Servizi Spiaggia Misano, Cooperativa Bagnini Cattolica. Ha aderito al Manifesto di Rimini anche la Cooperativa Spiagge Ravenna.
I firmatari
Tra gli altri condividono le finalità dell’iniziativa, che è frutto anche di un confronto continuo con le istituzioni e le forze politiche, l’assessore regionale al Turismo, Andrea Corsini, il sindaco di Rimini, Jamil Sadegholvaad, il sindaco e presidente della Provincia di Ravenna, Michele de Pascale, il presidente della Provincia di Forlì-Cesena, Enzo Lattuca, il sindaco di Cesenatico, Matteo Gozzoli, il nuovo sindaco di Cervia, Mattia Missiroli, il sindaco di Misano Adriatico, Fabrizio Piccioni, la sindaca di Riccione, Daniela Angelini, la sindaca di Cattolica, Franca Foronchi, il presidente della Camera di Commercio di Ferrara Ravenna, Giorgio Guberti, la presidente dell’assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna, Emma Petitti, e i consiglieri regionali Massimo Bulbi, Mirella Dalfiume, Lia Montalti, Nadia Rossi e Manuela Rontini. Si è giunti alla stesura del Manifesto anche a seguito di un confronto con i parlamentari Andrea Gnassi, Ouidad Bakkali e Marco Croatti.