(Sesto Potere) – Forlì – 7 giugno 2024 – Si è svolto mercoledì 5 giugno sera, presso il circolo Asyoli e con grandissima partecipazione, l’ultimo evento tematico della lista civica RinnoviAmo Forlì “Forlì e la Romagna al centro del cambiamento climatico. Difendere la città dai futuri eventi alluvionali”.
L’incontro è stato aperto da Michele Fiumi, portavoce della lista, che ha espresso la preoccupazione dei cittadini delle zone colpite dal disastro del maggio 2023.
“Il comune non ha mosso una foglia per coordinare l’attività in loco dei tecnici degli altri enti interessati né durante né dopo l’alluvione. Poche informazione, confuse ed incerte, nessuna task force creata. Incomprensibile ed assurda la mancanza di coordinamento con gli enti locali. Rileviamo con sgomento che non ci sono da parte del Sindaco e della Giunta idee e indicazioni rispetto al delicato argomento del riassetto idrogeologico, neppure sulla volontà di aggiornare la pianificazione attuale con un nuovo PUG e relativa Strategia per la qualità Urbana ed Ecologico Ambientale (SQUEA).” ha precisato Fiumi.
Il portavoce di RinnoviAmo ha poi proseguito: “Possibile che si continui a sostenere che il sistema fognario di questa città è tutto ok, quando ad ogni temporale un po’ intenso si allagano di nuovo interi strade e quartieri? Perché nel piano degli investimenti non ci sono soldi per adeguare il sistema fognario fatiscente e superato? Perché non si è ancora provveduto dopo un anno ad adeguare il Piano di Protezione civile ed Emergenza?”
Fiumi ha poi chiuso il proprio intervento sottolineando: “una volta di più, le manchevolezze e le carenze mostrate dalla giunta e mostrando una serie di proposte concrete per questo delicato tema. Tra queste, annoveriamo: la creazione di un assessorato alla ricostruzione e di una task force di tecnici comunali per monitorare le decisioni rispetto alle opere pubbliche necessarie, il censimento delle persone ancora fuori casa (con supporto economico del comune a chi non ha i soldi per rientrare a casa), l’implementazione di un nuovo piano di protezione civile e di emergenza. Abbiamo poi: l’adeguamento del piano urbanistico (con diminuzione del carico antropico sulle zone colpite), la creazione di un ufficio comunale che svolga ruolo di coordinamento informativo ed una raccolta fondi comunale ad hoc per le vittime”.
L’incontro è proseguito, anche grazie alla moderazione di Francesco Marino (Ingegnere e candidato consigliere di RinnoviAmo Forlì).
Si sono susseguiti gli interventi “Sicurezza Idraulica del Territorio” col Prof. Stefano Orlandini (Ordinario di Costruzioni Idrauliche, Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia) e di “Prevenzione e mitigazione: l’approccio integrato” con Andrea Nardini (ingegnere idraulico, PhD Analisi dei Sistemi, PhD in geomorfologia fluviale, consulente internazionale, co-fondatore del Centro Italiano per la Riqualificazione Fluviale – CIRF – e suo primo direttore tecnico, docente universitario).
Orlandini ha aperto l’evento con alcune delle cifre del disastro, straordinarie, ma che non bastano a spiegare i danni. “Un’analisi dettagliata dell’evento è necessaria – secondo lo studioso – per comprendere gli effetti sui sistemi geologici e fluviali. Non sorprendono la risposta geologica dei versanti montani, mossi a causa dell’appesantimento e per la loro ridotta resistenza allo scorrimento, ma il collasso di 23 argini non è completamente giustificato dalle risposte idrologiche dei bacini idrografici. Anche considerando che una piena che dura nel tempo può causare il collasso degli argini per eccesso di saturazione. L’evento, in definitiva, non giustifica interamente l’insufficienza idraulica diffusa dei corsi d’acqua. L’analisi delle frazioni di precipitazione che contribuiscono alle piene fluviali conferma il ruolo decisivo delle precipitazioni antecedenti. Le portate osservate, per quanto rare, dovrebbero essere smaltite in un territorio dotato di un livello di mitigazione ottimale del rischio idraulico”.
Orlandini ha concluso il proprio intervento con una preciso appello: “L’evento della Romagna impone in definitiva la necessità di riaccreditare le conoscenze idrologiche e idrauliche nel nostro Paese al fine di assicurare la stabilità dei sistemi geologici e fluviali rispetto agli eventi estremi.”
L’intervento di Andrea Nardini ha offerto un ragionamento solido sul concetto di sicurezza e rischio mostrando con chiarezza e onestà intellettuale i limiti del pensare comune. Ha poi chiarito cosa comporti il cambio di paradigma necessario per affrontare il rischio alluvioni. Occorre rinunciare alla pericolosa chimera di cercare la sicurezza attraverso opere idrauliche; dobbiamo puntare a ridurre il rischio cercando un bilanciamento con gli enormi costi . Ridurre la pericolosità, ma non con opere che aumentino la già notevole fragilità, bensì potenziando la capacità di ritenzione diffusa del bacino.
Nardini propone un ampio corridoio fluviale, abbinato alla riforestazione dei bacini, più che un investimento in casse di espansione. Ciò non sarebbe, però , sufficiente. “Dobbiamo intervenire anche in città perché è naïf pensare che “l’acqua non ci andrà.” Questo significa soprattutto ridurre la nostra vulnerabilità: adattarsi verso vere idro città”, ha sottolineato Nardini. L’esperto ci ha tenuto anche a precisare come questo cambiamento non debba essere “calato dall’alto”, indicando come debba essere frutto di un’alleanza-processo con tutti gli attori del territorio.
Nella seconda parte dell’incontro si è passati alle domande raccolte in collaborazione con il Comitato Unitario delle Vittime del Fango, la cui presidentessa Alessandra Bucchi, presente tra il pubblico, è intervenuta.
L’incontro è proseguito con le domande del pubblico e le risposte degli esperti, con la moderazione di Francesco Marino che ha concluso l’incontro con un’osservazione di metodo “abbiamo visto che a problemi complessi non c’è un’unica soluzione o quantomeno che più proposte vanno ragionate e confrontate per approdare a quelle a maggior affidabilità. Abbiamo steso un programma partendo dai bisogni, tuttora irrisolti, cercando di definire punti programmatici allo stato dell’arte. Queste proposte non hanno la pretesa di essere le migliori ma al momento sono le principali emerse, abbiamo cercato di confrontarci con i nostri avversari politici e, non avendo ricevuto risposta ai nostri appelli, abbiamo portato avanti questo confronto con gli esperti e coi cittadini. Per noi è questo il senso vero di realtà civica e siamo soddisfatti di averla portata come proposta l’8 e 9 Giugno”.
L’evento si è chiuso infine con l’intervento del candidato sindaco Graziano Rinaldini e con un apericena offerto da RinnoviAmo Forlì.