(Sesto Potere) – Meldola (FC), 5 giugno 2024 – Nel diagnosticare il livello di gravità del mieloma multiplo, la combinazione di due tecnologie di imaging, PET-TC e Risonanza Magnetica Whole Body (WB-MRI), assicura una maggiore accuratezza rispetto all’uso di qualsiasi altra metodica. L’evidenza del valore di questa nuova strategia che potrebbe tradursi in trattamenti più precoci, sia in caso di prima diagnosi sia nei casi di ricomparsa della malattia, arriva da uno studio condotto in IRST “Dino Amadori” IRCCS (Meldola, FC) dalle strutture di Ematologia, Radiologia e Translational Hematology Unit. I risultati preliminari sono stati presentati in una comunicazione orale selezionata, tenutasi durante il più importante evento al Mondo di oncologia clinica, l’Annual meeting dell’American Society of Clinical Oncology – ASCO (Chicago, dal 31 maggio al 4 giugno).
Mentre la PET/TC (sigla che sta per Tomografia a Emissione di Positroni con Tomografia Computerizzata) è una tecnica che rileva l’attività metabolica delle cellule tumorali grazie all’utilizzo di radiofarmaci iniettati nel paziente, la Risonanza Magnetica Whole Body (WB-MRI) non utilizza radiazioni ma campi magnetici per ottenere scansioni dettagliate di tutto il corpo. Entrambe le tecniche sono utilizzate per diagnosticare il mieloma multiplo in quanto in grado di rilevare le lesioni ossee prodotte da questo tumore del sangue. Anticipare il più possibile l’identificazione di questi danni prima che compaiano sintomi che possono essere anche molto gravi, rappresenta un obiettivo primario per l’ematologia.
Lo studio presentato ad ASCO 2024 ha visto coinvolti 73 pazienti dell’IRST con diagnosi di mieloma di differente grado. Spiega l’ematologo IRST, Claudio Cerchione, primo autore dello studio: “grazie alle nostre strutture di Radiologia e Medicina Nucleare Diagnostica, su ciascun paziente abbiamo eseguito sia la Risonanza Whole Body sia la PET/TC con il radiofarmaco FDG. Il confronto tra i risultati ha mostrato una discordanza del 25%, con un più alto livello di accuratezza della Risonanza. Seppur preliminari, questi dati supportano la proposta d’integrazione delle due tecnologie così da poter definire con maggior precisione il livello di gravità della malattia e, così, migliorare la gestione delle cure”.
“L’Ematologia IRST conferma il proprio ruolo di riferimento nel panorama scientifico; grazie ad una equipe altamente specializzata, ad un approccio multidisciplinare e all’entusiasmo delle e dei professionisti coordinati dal dott. Gerardo Musuraca – commenta il dott. Nicola Normanno, Direttore Scientifico IRST – stiamo raggiungendo traguardi importanti per i nostri pazienti. La possibilità di essere selezionati per un’oral presentation al meeting ASCO, ne è la più diretta dimostrazione.”
“Lo studio è frutto anche dell’organizzazione interna della nostra Struttura, basata su team dedicati alle singole patologie ematologiche – puntualizza il dott. Gerardo Musuraca, direttore dell’Ematologia IRST -. Fortissime sono la multidisciplinarietà e la connessione con la componente che si occupa di ricerca biologica e molecolare. L’obiettivo del progetto IRST coordinato dal dott. Cerchione è, infatti, utilizzare le conoscenze biologiche che stiamo raccogliendo sui pazienti con mieloma contemporaneamente ai dati radiologici, andando a completare i profili di rischio radiologico dei pazienti stessi, in quello che sarà alla fine un approccio multi-livello per cure sempre più mirate e personalizzate.”
Lo studio “Exploring the role of the combination of FDG PET plus whole body MRI for staging newly diagnosed and relapsed/refractory multiple myeloma: a prospective trial” è stato condotto in IRST IRCCS dagli ematologi Claudio Cerchione (coordinatore gruppo Mieloma Multiplo CCCRN Romagna), Delia Cangini, Michela Ceccolini, Davide Nappi, Sonia Ronconi, dai radiologi Alice Rossi e Andrea Prochowski Iamurri, dai biologi Matteo Marchesini e Giorgia Simonetti (Coordinatrice Translational Hematology), da Federica Matteucci (Direttrice Medicina nucleare Romagna), Gerardo Musuraca (Direttore Ematologia IRST) e Giovanni Martinelli (Università di Bologna).