(Sesto Potere) – Bologna, 31 maggio 2024 – “Per rispondere ai bisogni emergenti nelle nostre comunità, occorre cambiare paradigma mettendo in campo nuove alleanze e aggregando soggetti diversi uniti da un obiettivo comune, quello di promuovere uno sviluppo inclusivo, che non lasci indietro nessuno. A tal proposito, non mancano esempi virtuosi nel territorio regionale e a quelli dobbiamo ispirarci”.
Così Francesco Milza, presidente di Confcooperative Emilia Romagna, ha concluso i lavori dell’evento “Innovazione trasformativa e sfide territoriali”, svoltosi ieri pomeriggio al Palazzo della Cooperazione di Bologna al termine di un percorso biennale di formazione e affiancamento alle Unioni territoriali che l’Associazione regionale ha promosso con il supporto di Aiccon e Social Seed, e grazie al contributo della Regione Emilia-Romagna.
L’iniziativa ha visto la partecipazione – tra gli altri – di Morena Diazzi (direttrice generale Conoscenza, Ricerca, Lavoro e Impresa della Regione), Paolo Venturi (direttore Aiccon), Francesca Battistoni (co-founder Social Seed), Andrea Baldazzini (Aiccon), Nico Cattapan (Social Seed).
Per l’occasione, è stata presentata una ricerca che analizza il percorso svolto da Confcooperative Emilia Romagna sin dal 2016 sui temi dell’innovazione aperta, del mutualismo e dei giovani talenti, nell’ambito della cornice europea dell’Economia Sociale (in particolare con riferimento al Social Economy Action Plan dell’UE).
Nel dialogo con le Unioni territoriali di Confcooperative svoltosi nell’ultimo biennio, sono emersi in particolare tre temi su cui si sono focalizzati i progetti presentati durante l’evento.
L’intergenerazionalità è al centro del progetto di Confcooperative Ferrara, che a partire dall’anno scolastico 2023-24 ha promosso insieme ad altre associazioni di categoria, enti e istituzioni la Scuola di Sviluppo Territoriale di Ferrara, rivolta ai rappresentanti di istituto delle scuole secondarie di secondo grado della provincia.
Un’iniziativa che nell’anno di debutto ha riscosso un notevole successo in termini di partecipazione e riscontri, finalizzata a cambiare la percezione dei giovani sulla loro comunità di riferimento identificando, sostenendo e formando la potenziale classe dirigente del futuro. Si punta a definire una nuova attrattività del territorio ferrarese che può passare da interventi su formazione, abitazione, ricambio generazionale nelle imprese, azioni per le aree interne e prevenzione del disagio giovanile.
La rigenerazione urbana con la possibilità di innestare nuovi servizi turistici e culturali è stato invece l’ambito di intervento di Confcooperative Piacenza, impegnata a studiare un progetto di riqualificazione e ripensamento d’uso di alcuni edifici ecclesiastici, con l’ipotesi di una governance allargata e condivisa tra vari partner. Un’occasione di dialogo tra soggetti diversi come imprese, associazioni, Diocesi, Gal, Fondazione, Amministrazioni comunali, con l’obiettivo di superare la frammentazione progettuale e programmatica che spesso impedisce di ragionare su progettualità più ampie e complesse.
Infine lo sport come attivatore sociale e leva per la valorizzazione di risorse sotto-utilizzate è il filo conduttore del progetto presentato da Confcooperative Terre d’Emilia (l’Unione che riunisce la Città Metropolitana di Bologna e le province di Modena e Reggio Emilia). Diversità e inclusione, sviluppo di organizzazioni in forma cooperativa che possano promuovere lo sport, nuove competenze per un settore destinato a professionalizzarsi e basarsi sempre meno sull’apporto volontario: queste le direttrici di sviluppo individuate per una disciplina capace di interessare in maniera trasversale e intersettoriale, ambiti molto diversi tra loro grazie alla forza di alcuni valori fondanti quali la partecipazione, l’attenzione alla salute e al benessere, la socialità.
“I progetti presentati dalle Unioni territoriali al termine del percorso sull’innovazione trasformativa – ha concluso il presidente di Confcooperative Emilia Romagna Francesco Milza – mostrano come la cooperazione può rappresentare il motore di sviluppo da cui originano i cambiamenti all’interno dei territori, in un’ottica inclusiva che solo un attore protagonista dell’Economia Sociale può assicurare. L’innovazione per le nostre imprese oggi passa sempre di più dalla capacità di intercettare i nuovi bisogni offrendo nuove risposte, e questo è possibile solo mettendo insieme competenze e intelligenze che inevitabilmente sono presenti in soggetti diversi. Da qui la necessità di costruire nuove alleanze e nuove aggregazioni, come testimoniato dai progetti presentati dalle Confcooperative di Ferrara, Piacenza e Terre d’Emilia”.