(Sesto Potere) – Forlì – 31 maggio 2024 – “L’amministrazione Zattini continua a sostenere che: “le fogne della città sono pulite”. Mentre i cittadini forlivesi, al contrario, ci dicono che: non è così. Dopo la segnalazione di allagamento arrivata da una residente rientrata da poco nella propria abitazione in via Pelacano, ristrutturata dopo l’alluvione, alle 23 del 15 maggio scorso, a seguito delle forti piogge che si sono abbattute sulla città, mi sono recato sul posto e ho potuto verificare di persona la presenza di due autospurghi posizionati uno vicino al sottopasso e l’altro nei pressi dell’area di pertinenza di Alea, intervenuti per aspirare il fango che ostruiva i tombini. La mattina successiva, nello stesso tratto, un operatore ha aspirato 10 metri cubi di fango. Ma le fogne, assessore Petetta, non erano pulite?”.
Lo chiede il candidato sindaco del centrosinistra, Graziano Rinaldini chiamando in causa l’attuale assessore all’Ambiente che in un’intervista aveva sostenuto come le fogne fossero “pulite e censite”.
“Il 28 maggio abbiamo ricevuto un’altra segnalazione dai cittadini residenti in un condominio nella zona compresa tra i quartieri di Cava e Romiti, che ci hanno mostrato le fogne del parco VIII Brigata Garibaldi Romagna e che, dopo aver prelevato con un badile 10 centimetri di terra, ci hanno mostrato il tombino completamente interrato, situazione simile per altri sei, che hanno impedito il corretto deflusso delle acque che si sono riversate nell’area cortilizia del condominio, provocando allagamenti nei garage appena ristrutturati. Ma le fogne, assessore Petetta, non erano pulite?”: ripete la domanda Rinaldini.
“Il 29 maggio in via Domokos, all’incrocio con via Val Posina, erano presenti due autospurghi anche questi chiamati per aspirare il fango. Ma le fogne, assessore Petetta, non erano pulite?”: continua a ripetere la domanda Rinaldini.
“E non va meglio in corso della Repubblica, dove le bocchette sono intasate e dove l’amministrazione, nel suo recente intervento, ha realizzato caditoie sottodimensionate che non consentono lo scarico dell’acqua piovana” aggiunge Rinaldini.
“Gli eventi estremi sempre più frequenti collegati al cambiamento climatico – conclude Rinaldini – impongono l’avvio di un progetto complessivo per il potenziamento del sistema fognario a partire dalle zone colpite dall’alluvione di maggio 2023, attraverso lo stanziamento di fondi, come avviene nel Comune di Cesena. Una assoluta priorità per mettere in sicurezza la città e i cittadini”.