(Sesto Potere) – Ravenna – 23 maggio 2024 – “Dove c’è ricerca c’è una sanità migliore”. E tra le tre missioni dell’Università, oltre a didattica e assistenza, c’è proprio la ricerca. È dentro questo assioma l’importanza di avere portato in Romagna, a Ravenna e Forlì, il corso di laurea in Medicina e Chirurgia, che ha visto sabato 11 maggio l’inaugurazione dei nuovi spazi, oltre 1.200 metri quadrati negli ex locali di Fisioterapia dell’ospedale Santa Maria delle croci.
Tra i i protagonisti del progetto c’è la Fondazione Flaminia, l’ente che “sostiene e igenze e necessità di tutti i 19 corsi di laurea” del campus di Ravenna dell’Alma Mater di Bologna. E la presidente Mirella Falconi all’agenzia Dire non nasconde la sua soddisfazione.
L’attivazione di Medicina in città risale al 2 20 grazie al contributo del Comune di Ravenna, della Fondazione Cassa di risparmio di Ravenna e di Flaminia che insieme a Fondazione del Monte di Bologna, Ior, gruppo Villa Maria hanno sostenuto finanziariamente il progetto, mentre Ausl Romagna ha reso disponibili gli spazi.
“Fin dall’inizio- spiega Falconi all’agenzia Dire – abbiamo cercato di identificare uno spazio per gli studenti interno all’ospedale già dal primo anno di corso” e sono stati realizzati in primo luogo I laboratori didattici, che sono fondamentali per i primi due anni di studio. In seguito “ci siamo concentrati su una struttura”, inaugurata appunto sabato 11 maggio, per “accogliere gli studenti con aule sufficienti per tutti i sei anni di corso”. Più nel dettaglio due aule da oltre 100 posti e due da circa 50 posti, che insieme all’attuale aula magna Triossi completano l’offerta di spazi per le lezioni frontali. Inoltre tre aule studio, ampi uffici per i docenti, locali per servizi amministrativi e ristoro.
Oltre ai laboratori didattici di circa 500 metri quadrati già a servizio da qualche anno. Un cantiere aperto e chiuso in tempi record, nove mesi, aggiunge la presidente, grazie alla “perfetta sinergia” con Azienda sanitaria e Ateneo.
La presenza di Medicina a Ravenna, ribadisce Falconi all’agenzia Dire, “migliora la ricerca, perché se anche gli ospedalieri la fanno- ragiona- è tra le missioni dell’Università”. Inoltre “dove i giovani frequentano i tirocini, e dai medici ospedalieri sono stati accolti con grande entusiasmo- chiosa la presidente- c’è più stimolo a aggiornarsi e alla formazione”.
Proprio dal punto di vista formativo, il numero “gestibile” di iscritti permette di seguire gli studenti con particolare cura e con un rapporto costante. I benefici per la città e per la comunità si estendono poi al lato economico: a regime ci saranno oltre 700 studenti con frequenza obbligatoria che animeranno la vita sociale di Ravenna. Che a sua volta offre “un ospedale molto grande dove è possibile scegliere tutte le specializzazioni e una giusta dimensione”: è fruibile infatti a piedi e in bicicletta, prosegue la presidente della Flaminia, propone una vivace vita sociale ed è vicina al mare.
Eletta nel febbraio del 2021 Falconi terminerà il suo mandato da presidente nei primi mesi del 2025 e l’esperienza, traccia un primo bilancio, è stata “più che positiva”, grazie a quanto “seminato” dal suo predecessore Lanfranco Gualtieri, “una grande fortuna”. La Fondazione, conferma, sostiene le esigenze di tutti i corsi ravennati, “stimolando” gli enti preposti per soddisfarle.
Certo, non nasconde Mirella Falconi, “i problemi ci sono ma la realtà dei fatti, e l’ultima inaugurazione lo conferma, è che se c’è l’impegno e la volontà di tutti di riesce a raggiungere gli obiettivi“. E lo si farà, conclude, anche per lo studentato all’Isola San Giovanni di fonte alla stazione. In questo caso “l’iter è più lungo” e si scontra con le burocrazie ministeriali, ma “ci stiano avvicinando alla fase operativa”, mentre prosegue l’impegno della Fondazione per tamponare l’emergenza posti-letto.