(Sesto Potere) – Rimini – 16 maggio 2024 – “In Emilia-Romagna esiste un territorio posto tra la pianura alluvionale e il mare formato da circa 130 km di spiaggia quasi continua, un territorio ampiamente costruito ma che ancora riserva tratti naturali di elevata valenza ecologica. Negli ultimi 10.000 anni si è assistito, a scala delle centinaia di anni, ad una alternanza tra periodi con clima freddo a fasi più miti con ripercussioni nella posizione della linea di costa, tanto è vero che 5.000 anni fa, all’alba delle grandi civiltà, la spiaggia era spostata 30 Km nell’entroterra. L’attuale l’erosione, l’ingressione marina e innalzamento del livello del mare, è direttamente collegata alla variazione climatica in atto, così come lo è stata la progradazione del delta del Po dalla metà del XIV sec. alla metà del XIX sec. per oltre 25 Km. a causa di un maggior apporto solido in un periodo climatico più freddo. Attualmente il 57% del litorale è protetto da opere di difesa, particolarmente concentrate in provincia di Rimini e Forlì-Cesena, e sempre più frequentemente si devono affrontare e gestire criticità dovute alle mareggiate che tendono a provocare inondazioni marine su un territorio piatto, quasi a livello del mare se non al disotto”:
lo afferma in una nota Paride Antolini, Presidente dell’Ordine dei Geologi dell’Emilia – Romagna (nella foto).
“Ma in uno scenario di cambiamento climatico in cui si registra un innalzamento medio del livello del mare di circa 1,5 mm. all’anno con punte di oltre 3 mm negli ultimi anni, associato ad una subsidenza di 1-2 cm. all’anno, è chiaro che le criticità a cui andremo incontro sono estremamente serie”: aggiunge Paride Antolini.
I tratti di litorale in erosione risultano, dai dati del 2018, essere il 18% con una situazione che però è in miglioramento.
“L’erosione costiera, l’inondazione marina, la subsidenza, la salinizzazione degli acquiferi e il rischio sismico sono temi che su cui bisogna investire risorse per il loro studio ma anche incominciare a progettare il futuro dell’economia costiera romagnola. In 70 anni, nell’arco di una generazione – ha continuato Antolini – siamo passati dal costruire alberghi in riva al mare all’esigenza di come gestire il costruito, come conciliare questa economia turistica a fronte di cambiamenti che ci costringeranno a delle scelte che forse ancora neppure immaginiamo.
“Un ultimo dato, nel 2018 i tratti di litorale in erosione risultano essere il 18%, con una situazione in miglioramento o stazionaria per le costanti attività di ripascimento delle spiagge, che senza esso risulterebbero in erosione per quasi il 30%. Nelle previsioni IPCC (Panel Intergovernativo sui Cambiamenti Climatici) al 2100, la combinazione di un aumento di 50-70 cm. dell’innalzamento del mare (e non sono le peggiori previsioni) e di un abbassamento del suolo calcolato proiettando i valori attuali porterà ad un aumento delle aree depresse, sotto il livello del mare, che attualmente corrispondono a circa 12.000 km2. Questo e altro è quanto è emerso da una interessante giornata di studi organizzato dalla Regione Emilia-Romagna con relativa pubblicazione”: ha concluso il presidente dell’Ordine dei Geologi dell’Emilia – Romagna.