(Sesto Potere) – Forlì – 9 maggio 2024 – Il Piano Speciale preliminare sulle situazioni di dissesto idrogeologico, redatto dall’Autorità di bacino distrettuale del fiume Po, in stretto raccordo con la Regione Emilia-Romagna e la Struttura del Commissario Straordinario, è il risultato di diversi contributi emersi nell’ambito del Gruppo di lavoro composto da enti ed amministrazioni. Un lavoro ben fatto che dimostra la reattività della nostra Regione a fronte di eccezionali eventi e le incognite di un cambiamento climatico che non sappiamo dove ci porterà e cosa ci riserverà.
In tema di “lotta” e “prevenzione” al dissesto idrogeologico sono state impostate scelte lungimiranti e coraggiose in considerazione del pensiero corrente sui social dove si tende a risolvere il tutto con interventi sempre localizzati e mai a livello di bacino.
Ma cos’è questo piano speciale?
“In poche parole, prevede la definizione delle linee di indirizzo per la mitigazione del rischio idro-geologico e l’individuazione degli interventi strutturali e non strutturali sulle situazioni di dissesto”: ha affermato Paride Antolini, Presidente dell’Ordine dei Geologi dell’Emilia – Romagna, alla vigilia dell’escursione nella Provincia di Forlì-Cesena (territorio che presenta il valore più alto di aree in frana con 44,64 kmq) che i geologi faranno sulle frane causate dall’alluvione dello scorso anno.
Ben 80.000 frane!
“Nei versanti del nostro rilievo montuoso interessato da oltre 80.000 frane sono previsti interventi strutturali e interventi non strutturali. Per questi ultimi si intende: una attività di previsione, sorveglianza e monitoraggio, una regolamentazione dell’uso del suolo nelle aree interessate da fenomeni di dissesto di versante in atto o potenziale, il mantenimento delle condizioni di assetto del territorio e dei sistemi idrografici nel territorio collinare montano; per interventi strutturali si intende la realizzazione di opere per la mitigazione e il contrasto al dissesto. La gestione forestale dei versanti dovrà sempre partire da un quadro conoscitivo che tenga conto delle cause degli eventi alluvionali e franosi – ha continuato Antolini – ma anche degli indirizzi dell’Unione Europea e delle norme vigenti in materia di gestione della vegetazione a livello regionale”.
“Non potevano mancare gli indirizzi alla pianificazione urbanistica e per la delocalizzazione nelle aree interessate da fenomeni di dissesto; ricordiamo che all’indomani degli eventi del 1-3 maggio e 16-17 maggio 2023 sembrava che questo fosse un tema minoritario e invece con gli studi geologici effettuati si è riscontrata la complessità della situazione. Quanto qui esposto – aggiunge Antolini – è solo un breve riassunto di un elaborato piano preliminare con precisi indirizzi che noi geologi per primi avevamo indicato quali il tema di dare spazio ai fiumi e la gestione del territorio con interventi anche non strutturali nel rispetto dell’ambiente per una coesistenza dell’uomo in un territorio geologicamente difficile e in linea con le azioni di adattamento climatico”.
Venerdì 10 maggio L’Ordine dei Geologi dell’Emilia-Romagna insieme ai migliori esperti del settore delle Università di Bologna e Modena effettuerà un’escursione nella Valle del Bidente il cui tema principale saranno gli indirizzi contenuti nel Piano Speciale preliminare.
Domani, venerdì 10 maggio, ad un anno dalle alluvioni che colpirono la Romagna, escursione dell’Ordine dei Geologi sui luoghi colpiti. Il 10 maggio un’ escursione nella Provincia di Forlì-Cesena che presenta il valore più alto di aree in frana con 44,64 kmq, sarà aperta alla stampa. Decine di Geologi, insieme ai maggiori esperti nazionali del settore esploreranno una porzione di territorio coinvolto da importanti frane, analizzando, studiando e confrontandosi su una situazione che mai prima di oggi si era verificata.
L’importanza di questi confronti è fondamentale al fine di elaborare strategie che sappiano affrontare la futura gestione del territorio alla luce dei conclamati cambiamenti climatici. Partenza alle ore 9 da Civitella di Romagna con visita alla Valle del Bidente con sopralluoghi ad alcune frane per vedere i dissesti idrogeologici che hanno interessato la zona a seguito dell’alluvione del maggio del 2023.
Sul posto ci saranno esperti come Alessandro Corsini dell’Università di Modena e Reggio Emilia, Matteo Berti dell’Università di Bologna ed esperti dell’Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po.