Roma, 9 maggio – Il forlivese Maurizio Gardini è stato riconfermato alla presidenza di Confcooperative nazionale per il mandato 2024 – 2028 dall’assemblea di Confcooperative. Voto a scrutinio segreto da parte dei circa 800 delegati in rappresentanza delle 17.000 cooperative aderenti che hanno eletto Gardini, 63 anni, presidente del Gruppo Cooperativo Conserve Italia (Cirio, Valfrutta, Yoga, Derby).
Un ruolo in rappresentanza di 17mila cooperative associate e 540mila occupati, di cui il 61% donne. Con un fatturato di circa 81 miliardi di euro che contribuiscono al 4% del Pil del Paese.
“La cooperazione è fattore determinante d’impulso a uno sviluppo economico equo, solidale e inclusivo”: nel messaggio inviato all’assemblea dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
“Serve un patto per il lavoro, in cui il sistema cooperativo può dare un contributo determinante”: ha detto tra l’altro nel suo intervento il car. Matteo Maria Zuppi, presidente CEI – Conferenza Episcopale Italiana, intervenuto a congresso.
In assemblea anche gli interventi del vicepremier Antonio Tajani e dei ministri Urso, Fitto, Calderone e Locatelli.
“Condivido la vostra concezione del lavoro, una visione del lavoro che non può prescindere da una visione cristiana della vita. Le cooperative rappresentano una risorsa straordinaria dell’economia del nostro Paese”: ha detto tra l’altro il vicepremier e ministro degli Esteri e della Cooperazione Internazionale Antonio Tajani, aggiungendo: “Il governo ha il dovere di sostenere la cooperazione: il ministero degli Esteri dopo l’alluvione in Romagna ha fatto di tutto per essere vicini alle imprese e al territorio ferito. la cooperazione deve essere sostenuta sul fronte delle esportazioni con iniziative comuni”.
Da parte sua il presidente Gardini nella sua relazione ha avanzato alla politica le proposte per rilanciare la competitività del Paese: “stop alla “tassa Lagarde”, insostenibile il peso del costo del denaro, nei servizi solo 1 impresa su 2 riesce ad accedere al credito; consolidare il taglio del cuneo fiscale; investire in formazione e politiche attive per ridurre i gap dell’Italia del “paradosso” dove al boom di occupazione fa da contraltare un numero altissimo di inattivi 12,3 milioni e di Neet 2,1 milioni, oltre al mismatch, la ormai strutturale mancanza di figure professionali che frena la competitività delle imprese; contrastare le false imprese di ogni tipologia societaria che sfruttano 2,8 milioni di lavoratori e regolarizzare i tempi di pagamenti della PA”.