(Sesto Potere) – Bologna – 7 maggio 2024 – Presentato oggi in Sala Borsa il 19° rapporto annuale “Impresa Cultura. La formazione per il sistema culturale alla sfida del cambiamento”, realizzato da Federculture (l’associazione nazionale che rappresenta le imprese culturali e i soggetti pubblici e privati che gestiscono beni e attività culturali). Il report fotografa ogni anno lo “stato di salute” del sistema culturale e il suo andamento in termini di risorse, domanda e offerta, oltre ad offrire in ogni edizione un approfondimento su uno specifico tema di attualità.
Nell’edizione 2023 il focus del volume è sulla formazione nel settore culturale che viene analizzata sia per quanto riguarda gli aspetti relativi all’offerta formativa – istruzione superiore, ricerca, formazione professionale -, sia nei collegamenti tra sistema formativo e lavoro.
La cultura è, infatti, un settore che “pesa” anche in termini di occupazione, nonostante il calo dovuto alla crisi post-Covid: a tutto il 2022 vi sono impiegati 815mila occupati (in crescita del 5,7% sul 2021), con profili professionali qualificati e titoli di studio elevati (47,5% di laureati), più che nel resto del mercato del lavoro (dati Istat).
Un contesto in cui assume una rinnovata centralità la formazione – ai diversi livelli – finalizzata a fornire conoscenze, competenze e strumenti critici a chi intende inserirsi professionalmente nel settore culturale e creativo, che sta attraversando una delle fasi più complesse degli ultimi decenni, mentre nuove sfide attendono chi vi opera.
Per questo, oltre ad un’ampia serie di interventi di autorevoli esperti del settore, che analizzano e descrivono l’ambito della formazione culturale sotto molteplici profili, evidenziandone aspetti virtuosi e nodi da risolvere, Federculture ha anche condotto una ricerca specifica cercando di fornire per la prima volta un quadro aggiornato e il più possibile completo, seppure non esaustivo, dell’istruzione superiore nell’ambito del settore culturale, analizzandone offerta e domanda.
Ne emerge un quadro molto articolato che spazia dai corsi di laurea, circa 1.000 quelli censiti, ai master post universitari, agli oltre 5.000 corsi AFAM e agli ITS Academy che con 30 percorsi formativi attivati nell’ambito culturale sono gli ultimi in ordine di tempo ad affacciarsi in questo settore.
Un sistema di offerta ampio che complessivamente raccoglie circa 450.000 iscritti e immette nel mondo del lavoro circa 90.000 tra laureati e diplomati nei vari livelli formativi, tra i quali prevale la componente femminile ed è significativa anche la presenza di studenti stranieri (circa il 15% degli iscritti ai corsi AFAM, ad esempio).
Quello della formazione culturale è anche un sistema in movimento e in aggiornamento; mentre alcune aree formative sembrano ormai consolidate negli anni – come ad esempio l’area del management culturale, o della promozione e valorizzazione dei beni e delle attività culturali – trovano spazio anche corsi che intercettano fabbisogni formativi e professionali più recenti e innovativi, con il numero di iscritti e laureati che aumenta negli anni. All’area culturale dell’istruzione terziaria secondo Eurostat sono riconducibili il 20,2% del totale degli studenti italiani, va sottolineato che si tratta della percentuale più alta tra i paesi dell’Europa dei 27.
Da questa ampia analisi emerge che le esigenze si confermano essere, da una parte, quelle di migliorare la qualità dei servizi offerti dai profili già occupati, chiamati ad erogare servizi sempre più avanzati; dall’altra, formare una nuova leva di addetti, per offrire loro adeguate opportunità di occupazione nel sistema delle istituzioni pubbliche e private che operano per la cultura. In entrambi i casi, è necessario ricucire preparazione, esperienza, nuove conoscenze e competenze per mettere insieme saperi ed insegnamenti accademici con l’esperienza di persone e profili che operano sul campo.
Sul fronte del quadro generale dell’andamento del settore culturale dal Rapporto emerge una fotografia (aggiornata al 2022, il nuovo Rapporto in preparazione renderà conto dell’andamento del 2023) complessivamente positiva. Dopo gli anni di crisi 2020-21, nel 2022 balzano in avanti tutti gli indicatori: cresce la spesa delle famiglie, +15,9% quella in Ricreazione, sport e cultura; la partecipazione culturale fuori casa, crollata all’8,3% del 2021, nel 2022 si attesta al 23,1%; aumenta l’occupazione culturale +5,7% rispetto al 2021; forte ripresa del turismo in particolare quello culturale con le grandi città d’arte che segnano un +104% di presenze turistiche.
In questo contesto l’Emilia-Romagna non fa eccezione, anzi in alcuni ambiti risulta essere una tra le regioni italiane con le migliori performance come nel caso della fruizione culturale: rispetto alle medie nazionali sono di più i residenti in regione che frequentano i musei (25,2% contro 22,6%), o che vanno ai concerti (12%, media Italia 6,5%) e sono molti di più i lettori abituali in Emilia-Romagna (44% contro il 39% della media italiana). Vanno molto bene anche i siti museali che in regione nel 2022 hanno registrato 6,3 milioni di visitatori con un 106% in più sull’anno precedente.
La regione si conferma anche una tra le più virtuose (è la terza a livello nazionale) per consumi culturali. Nel 2022 la spesa media mensile delle famiglie in “ricreazione, sport e cultura” in
Emilia-Romagna è pari a 116 euro, valore al di sopra della media di spesa nazionale (91,9 euro) e più che doppio di quanto spendono le famiglie delle regioni del Sud (Sicilia, Puglia, Calabria) con la spesa più bassa. Nella regione la spesa “culturale” incide sul totale di spesa familiare per il 4%. La media nazionale è del 3,5%.
L’Emilia-Romagna dimostra di essere un territorio capace di far affluire sul settore culturale risorse anche quelle private: è infatti la terza regione dopo Lombardia e Piemonte per raccolta di erogazioni da Art Bonus. Nel 2022 sono state pari a quasi 15 milioni di euro con una crescita del 12,8% sul 2021 e del 21% sul 2019. Dall’istituzione dello strumento Art bonus complessivamente nella regione sono state erogate risorse per 98 milioni di euro circa.