In vista dell’applicazione della Bolkestein e dopo la scadenza delle concessioni fissate alla fine del 2023, il settore turistico balneare della Riviera romagnola rimane in attesa di regole chiare e uniformi. Sono intervenute anche diverse sentenze del Consiglio di Stato a ribadire come le giustificazioni del governo alla mancata applicazione della direttiva non siano plausibili e che pertanto sia urgente intervenire con una regolamentazione attuativa a livello nazionale.
A tal proposito, la stessa portavoce della Commissione europea ha commentato “Dialoghiamo con l’Italia, non vogliamo il tribunale”.
“Le imprese, oltre mille in Romagna e nella stragrande maggioranza dei casi a conduzione familiare, non possono programmare il futuro e quindi non possono investire per migliorare i servizi che offrono. Lo stallo che il Governo nazionale e il Parlamento non accennano a superare rischia di mandare in malora una delle industrie più importanti per la nostra economia e per l’occupazione, quella dell’accoglienza turistica balneare”. Il Consigliere regionale Pd Massimo Bulbi riaccende i riflettori sul tema con un’interrogazione urgente che ha presentato in Assemblea Legislativa.
“Due anni fa, durante la campagna elettorale per le politiche, sono piovute promesse completamente disattese. – prosegue Bulbi – I parlamentari di destra eletti sul territorio non sono stati ancora capaci di spronare il Governo ad agire. Non si può più aspettare. Soprattutto se pensiamo al fatto che la nostra Regione, in accordo con le associazioni di rappresentanza della categoria dei balneari, ha fornito al Governo e al Parlamento un validissimo strumento da cui partire: un documento a titolo di contributo concreto alla riforma nazionale del settore, con l’obiettivo di dare certezze al settore in vista dell’applicazione della legge Bolkestein”.
“Vi si propone – puntualizza il consigliere Bulbi – il riconoscimento del valore dell’impresa balneare, degli investimenti effettuati e della professionalità degli operatori; criteri di valutazione per i nuovi bandi di gara che dovrebbero includere la qualità dei servizi, la sostenibilità degli investimenti e l’esclusione del canone demaniale, che non dovrà essere oggetto di gara ma rimanere predeterminato per legge dallo Stato; l’indicazione che Regioni e Comuni partecipino alla definizione dei criteri di gara per valorizzare il paesaggio costiero e l’offerta turistica. Infine, di limitare il numero di concessioni per operatore e di stabilire una durata minima e massima delle concessioni per garantire un adeguato ritorno sugli investimenti”.
“La materia è ovviamente di competenza nazionale, come ha ricordato anche il Sottosegretario Baruffi rispondendo alla mia interrogazione, ma la nostra Regione è in prima linea per lavorare all’obiettivo di una riforma del Demanio, tenendo conto delle diverse realtà territoriali e garantendo la crescita dell’industria turistica regionale, conforme al principio di ragionevolezza che bilanci svantaggi e benefici”: conclude Bulbi.